Effetto Con…te!!!
Era da tempo immemore che non si vedevano allo stadio, in un fine agosto ancora afoso, oltre sessantamila persone assiepate sugli spalti, alla scoperta di una nuova creatura, quella interista, plasmata a dovere da un condottiero di sicuro affidamento. Un detto antico recita: chi ben comincia è a metà dell’opera, e su questo non si discute, ma coloro che hanno visto la gara hanno anche costatato che questa squadra ha mostrato un carattere davvero impressionante, fatto di un gioco non improvvisato ma figlio di un continuo e perdurante impegno lavorativo da parte dello staff tecnico. Tutti quelli che hanno storto il naso il giorno dell’investitura del condottiero Conte alla guida di un’armata oramai allo sbando, ma che solo con la forza della disperazione ha centrato il piazzamento Champions, credo si siano ricreduti e non solo per la gara di ieri, ma in modo particolare per il pre-campionato fatto di gare ben giocate e con un gioco d’insieme che s’intuiva essere nel dna di questa squadra. Certo che con Spalletti era tutt’altra cosa, eravamo abituati nel dover sperare che la squadra scesa in campo, godendo della fiducia massima del popolo nerazzurro, potesse ripagare l’amore smisurato versato nei loro confronti e capaci di perdonare i vari passaggi a vuoto verificati durante la stagione, con un gioco che è sempre rimasto inespresso. Ora le intuizioni e le sensazioni che si provano a pelle sono tutt’altro che diverse, diciamo che sono diametralmente opposte. Abbiamo un organico che ha fatto intravedere un potenziale enorme e ancora in via di miglioramento. Credo fermamente che sino alla chiusura del mercato, possa integrarsi con altri giocatori di livello, per far si che si possa ridurre in modo sostanziale quel gap che ci vedeva indietro alle prime in classica della passata stagione e nei confronti dei famelici padroni bianconeri del campionato italiano. Stiamo acquisendo una mentalità vincente e dedita al sacrificio, grazie ad un tecnico davvero eccezionale, che non ha eguali in Italia e non dico castronerie se lo ritengo uno dei migliori allenatori del panorama pallonaro europeo. Ieri sera l’orchestra in campo ha eseguito una sinfonia calcistica di primissimo livello, con il maestro in panca, che dispensava consigli per ognuno e non sempre in modo soft. La sua idea di gioco è sempre stata chiara, con l’aiuto reciproco così evidente, che non si vedeva dai tempi del triplete, con le fasce che spingevano e rinculavano alla perfezione come stantuffi da sembrare dei pistoni di un motore ben rodato. Tutti hanno giocato alla perfezione e non perché avevano difronte una squadra dimessa, tutt’altro, i salentini hanno interpretato al meglio la gara, solo che al cospetto avevano fior di campioni ai quali non puoi concedere neanche il minimo errore. Come ho sempre fatto e continuerò con questa mia convinzione, non mi piace menzionare il singolo, voglio dare merito alla squadra autrice di una gara maiuscola, certo errori ve ne sono, quelli spariranno con il tempo e con i minuti che si metteranno nelle gambe, ma al momento va bene così. Menzione d’onore devo però farla per un giocatore che è sembrato tirato a lucido come non mai, stentavo nel riconoscere Antonio Candreva che ha dato l’anima in campo, capace d’interventi difensivi in cui si rivedeva il miglior Maicon e non solo, ha crossato come lui solo sa fare e poi, c’è stata la ciliegina sulla torta della sua fantastica prestazione, con quella rete incredibile. Ecco spero che lui ci possa dare quello stimolo in più, che è stato ricercato da un ritrovato giocatore che non può che far bene a tutto lo spogliatoio.
Godiamoci la vittoria, bisogna pensare alla prossima gara che ci vedrà opposti al Cagliari dell’avvelenato Nainggolan, ma credo che con lo spirito messo in campo dai ragazzi, nulla ci sarà precluso. Io ci credo, e voi? …..Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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Una sofferenza …infinita!!!
Finalmente questo maledetto campionato è terminato, e sino alla fine non ci ha lesinato, neanche in quest’ultima giornata, la consueta dose di sofferenza. Ora a bocce ferme, e dopo che lo spavento è stato di fatti metabolizzato, si può gioire per un piazzamento Champions che per il secondo anno consecutivo ci fa riveder le stelle! Certo come recitava una frase celebrare di qualche anno fa: tutto è bene ciò che finisce bene, questo è sicuro, ma a discapito delle coronarie no, non si può aspettare l’ultima giornata per raggiungere un obiettivo, che era il minimo indispensabile, per una società che vuol crescere sempre più. L’andamento di questa stagione ha vissuto, come ci sta capitando purtroppo negli ultimi anni, di tantissimi alti e bassi, di vere contraddizioni sia in campo sia fuori dal terreno di gioco. Secondo il mio modestissimo parere ci vuole, come d’altronde ho sempre sostenuto, moltissima coerenza in talune scelte che devono essere prese, anche se possono sembrare, d’acchito impopolari. Bisogna cercare di programmare il futuro nella maniera migliore, senza quelle scelte dettate dall’acquisto dell’ennesima figurina per placare la piazza, tutto deve essere pianificato con un tecnico che sappia quello che vuole, le pedine idonee per il suo gioco. Già il gioco, altra nota dolente di quest’annata, si è visto a sprazzi e la mancanza di continuità ha fatto la differenza con chi ci ha preceduto in classifica. Ora la priorità è di acquisire quel giusto grado di autostima, quella voglia di far prevalere la nostra fame di vittorie, che ci possa consentire di ritornare in auge in Italia come in Europa. Spalletti ha fatto del suo meglio, in due anni ha riportato l’Inter nell’Europa che conta, questo è sotto gli occhi di tutti, leggendo gli annali e la classifica questo è palese, purtroppo è anche vero ciò che non si può leggere tra le righe, quello che noi tifosi abbiamo dovuto tribolare con emozioni contrastanti sino alla fine. Tutto poteva sembrare più semplice, se il nostro sport preferito era il depauperare punti nel modo più scellerato, si era raggiunto un discreto vantaggio sulle inseguitrici, ma a poche giornate dalla fine, ci siamo fatti raggiungere e superare da una squadra, quella orobica, che ha terminato in crescendo la stagione. Come accade in questi casi, chi è causa del suo male pianga se stesso, è quello che mi sento di rivolgere a Spalletti e al suo entourage, come anche a quei giocatori che non vedranno rinnovarsi il contratto milionario che avevano preventivato facilmente, come anche in quei calciatori che avevano fretta di levare le tende, presto noteranno che il calore in altri lidi e ben diverso da quello meneghino. Tocca iniziare una nuova era facendo quadrato intorno al nuovo tecnico, individuando i giocatori che necessitano alla sua aspirazione di gioco e senza far tanti proclami acquistarli, lasciando le prime pagine della carta stampata ad altri a noi serve la praticità. Si parla oramai da diverso tempo di Conte che siederà sulla panca nerazzurra, certo taluni stanno già storcendo il naso per il suo passato bianconero, ma non si può negare però che lui è ammirevole per la sua tenacia e per lo sprone in quei giocatori che sembrano fare i lavativi in campo, certo lui non la manda a dire e per noi ci vuole proprio quest’atteggiamento. Di contro ci sono persone che proprio per il suo passato sono titubanti. Stiamo ereditando parecchio dai bianconeri, credo che Marotta sia stato il passe-partout, il grimaldello per scardinare le ultime resistenze salentine, affidandogli un progetto ma anche tantissimi milioni. Spero solo che un precedente non gli si accosti, ritornando indietro nel tempo all’annata scellerata dell’arrivo in panchina di un personaggio arrivato solo per destabilizzare un ambiente già di per se non tranquillo e mi riferisco a Lippi, che non ha mai lesinato, e messo in secondo piano il suo professionismo all’essere juventino. Noi siamo fiduciosi però, anche per via di un ritorno importante in seno all’Inter, quel grandissimo mediano che è sempre rimasto nei cuori nerazzurri, quel Lele Oriali che terrà d’occhio eventuali colpi denigratori in società. Attendiamo con ansia che tutto si profili al meglio, si parli chiaro con quei giocatori che vogliono rimanere e dettare le condizioni per le quali, il prossimo anno si dovrà per forza risorgere. Tutto ruoterà intorno a quello faranno in segno di riconoscenza, innanzitutto per noi tifosi che non lesiniamo mai di far sentire il nostro apporto caloroso di affetto nei loro confronti, quindi per la società che sta investendo tanto denaro per cercare di allestire una squadra degna del nostro amore e in ultimo, ma non per questo meno importante, per una maglia, orgoglio di noi tifosi che deve essere per loro motivo si fierezza. Godiamoci quest’estate che sebbene tardi a palesarsi, ci porterà una nuova ventata, speriamo, di novità interessanti. Dal sottoscritto un ringraziamento per la comprensione nella stesura di questi articoli post-gara, ho cercato di descrivere in ogni modo quello che il tifoso interista prova, a volte ci sono riuscito a volte no, ma ci ho sempre messo passione almeno sulla tastiera, quella stessa passione che tante volte è mancata in campo ai nostri eroi. Buona estate a tutti e arrivederci per la campagna abbonamenti, che sarà pubblicizzata a breve e che vedrà per i soci, vecchi e nuovi, dell’Interclub Giacinto Facchetti di Fano, tantissime belle novità, a presto e sempre Forza Inter!!! …..Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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….Vergognosi!!!!
Ancora un’altra serata balorda dove ci è stata proposta l’ennesima razione di fiele regalata proprio da chi avrebbe dovuto darci gioie, invece come troppo spesso è successo quest’anno è avvenuto l’esatto contrario. Non c’è davvero limite alla decenza umana, in una gara che poteva essere tranquillamente giocata con raziocinio, invece si è giocato come peggio non si poteva con errori che neanche in terza categoria commettono. A volte gli amatori ci mettono più impeto e impegno giocando tra amici, questi invece non hanno neanche il minimo senso dell’orgoglio e del pudore, sopito sotto il peso del loro pesante portafoglio. Non c’è una spiegazione logica per una débâcle simile, il Napoli ha dimostrato di essere squadra e non da oggi, invece l’accozzaglia nerazzurra no. Riflettendo un attimo però, una spiegazione plausibile per questa tremenda sconfitta si trova nell’inconsistenza di un allenatore che anche sotto di più reti, continuava nel predicare il suo insano verbo di stare calmi, certo solo a chi assisteva allo scempio proposto in campo, giravano le scatole in maniera inverosimile. Non ci siamo nella maniera più assoluta, spero solo che quest’allenatore possa riscoprire per un attimo i gusti valori del calcio, ora c’è da vincere una gara se non determinante, forse ancor di più, troveremo di fronte un Empoli, certo non è il Barcellona, ma che in campo corre e si sta giocando tantissimo. Le loro speranze sono ridotte al lumicino con quella sottile speranza di permanere nella massima serie, onde per cui sono certo che decuplicheranno i loro sforzi per una vittoria importante, mentre la squadra vista ieri sera al San Paolo non mi da rassicurazioni, per il semplice motivo che se attaccati vanno in barca, e giocano sempre più in modo svogliato e poco incisivo. Ancora un altro anno in cui ci si gioca tutto all’ultima giornata, e se lo scorso anno ci è andata bene in quel di Roma, spero che domenica prossima si possa verificare una gioia analoga. Sono certo che lo stadio di San Siro ribollirà di un entusiasmo tale da far resuscitare questi giocatori sopravvalutati, e che si rendano finalmente conto, almeno una volta, che in campo si va per giocare e non per fare una gita fuori porta, correndo più dell’avversario e giocando con il pallone e anche con inserimenti senza. Speriamo solo che l’inventario degli orrori sia terminato al San Paolo, dove si è palesata l’enorme mancanza di una lucidità tale che ha regalato agli azzurri partenopei, su un piatto non d’argento, ma doro, almeno tre reti e questo lo affermo senza la possibilità di essere smentito, perché far fare una rete di testa a Mertens, che non è certo un adone, tra Miranda e D’Ambrosio ce ne vuole davvero. Quindi delle reti di Fabian Ruiz ne vogliamo parlare? Meglio di no, lo sconforto sarebbe talmente grande che davvero si rischia di trascendere in epiteti che non gioverebbero certo a questi “professionisti” che annoveriamo nella nostra squadra. Ora tocca davvero voltare pagina, pensare solo alla gara di domenica, spero che la società si faccia sentire chiudendo a doppia mandata tutti nella Pinetina, con il nostro “guru della panchina”, che faccia rivedere a ciclo continuo tutte le cavolate che hanno commesso in questo finale di stagione, che prendano coscienza della loro prevedibilità e del monotono schema di gioco. Ci siamo illusi del nostro tic-toc possa essere risolutivo, invece e solo snervante per noi tifosi perché in questo modo è lampante sempre più la ben nota sterilità offensiva. Chiediamo solo di salvare l’onore e la stagione a tutto l’ambiente nerazzurro, dai giocatori allo staff tecnico che almeno per novanta minuti e oltre si comportino da professionisti e non rovinino tutto in ultimo, poi da lunedì le cose saranno più chiare per tutti, congedando gli anelli deboli che non credono in questi colori e facendo una campagna acquisti più mirata. In seno alla squadra devono rimanere solo giocatori convinti di poter far bene, tralasciando coloro che hanno portato sempre più giù il vessillo nerazzurro. Il prossimo anno non devono più ripetersi situazioni che abbiamo vissuto in questa stagione, con incomprensioni dovute a precipitose voglie di rinnovi e conseguenti latenti acciacchi (vero Icardi & C.). Tutto deve essere chiaro e nel caso in cui ci fossero malumori, devono rimanere rinchiusi nelle mura della Pinetina, non possiamo continuare a essere la barzelletta d’Italia grazie a questi dubbi professionisti, perché noi siamo l’Inter e non abbiamo bisogna di false ideologie! ….Amala!!!
Antonio Dibenedetto
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…Ma che fatica!!!
Credo a fine gara in tanti hanno tirato un bel sospiro di sollievo, specie dopo che Perisic ha insaccato nella giusta direzione, l’ennesima occasione che è stata creata in una serata in cui non c’erano alternative alla vittoria: così è stato! Coerenza non so, di certo era l’unico risultato possibile in relazione di quanto ottenuto dagli inseguitori nelle gare precedenti di sabato e domenica. Al cospetto di una squadra già retrocessa da tempo, era difficile non perdere il filo logico e la concentrazione, specie se poi l’avversario gioca in modo guardingo, tutti arroccati nella propria area di rigore, per poi ripartire. A onor del vero Di Carlo, allenatore clivense, ha effettuato diversi cambi, facendo giocare dei ragazzotti che si sono ben comportati e i nostri hanno dovuto fare una fatica enorme per averne ragione. Come spesso ci è accaduto in questa stagione, a tratti ci sono state anche delle belle trame di gioco, ma la cosa che è mancata per tutto il campionato e anche stasera si è palesata è stata l’imprevedibilità, agiamo sempre allo stesso modo e le squadre prendono oramai le giuste misure. Certo il movimento della palla c’è stato eccome, con la solita trama fitta di passaggi, ma di reale concretezza anche ieri sera poca roba. Ritengo che una squadra non debba ridursi agli ultimi minuti per rendere tranquilla una serata che doveva essere assolutamente risolutiva per le nostre sorti. Tutto è bene ciò che finisce bene, per carità, ma delle coronarie ne vogliamo parlare? Poi quando è entrata la nostra bestia nera per eccellenza, quel Pellissier che ci ha punito quasi sempre, ebbene il timore c’è stato eccome, fortunatamente la nostra retroguardia è stata sempre ottima nelle chiusure e non ha dato adito ad altre interpretazioni. Comunque bisogna dare il merito a una squadra, quella nerazzurra che non ha avuto isterismi, si è comportata bene in campo sbloccando già nel primo tempo la gara con un giocatore che secondo me è il migliore acquisto, quel Politano che fa sempre il suo e macina tantissimi chilometri in campo, sicuramente sugli scudi, spero solo che la sua uscita dal campo non pregiudichi la sua presenza domenica nel posticipo partenopeo. Mi è sembrato giusto parlare di un giocatore che ha sempre fatto il suo e non ha mai tirato indietro la gamba, anzi, se tanti altri avessero fatto il loro, forse ora saremmo stati più tranquilli nella nostra posizione in classifica, con un margine consolidato, ma è anche vero che non c’è la cosiddetta riprova e con i se e i ma non si va da nessuna parte. Speriamo che queste ultime due gare siano il preludio di un ritorno nell’Europa che conta nel massimo delle nostre possibilità, non credo ci possano essere problemi, ma in questo caso fare gli scongiuri è assolutamente d’obbligo e non sarebbe del tutto sbagliato. Come ho sempre sostenuto, al punto in cui siamo giunti, siamo noi gli artefici del nostro destino e basta, se giochiamo da squadra, possiamo fare risultato e alla fine è quello che c’interessa più da vicino. Ultima considerazione, mi è piaciuto il tributo che è stato dato a un giocatore, che gioca con l’entusiasmo di un ragazzino, anche se l’anagrafe dice tutt’altro, con la sua veneranda età di quarant’anni compiuti il mese scorso, che ha sempre dato il massimo nel momento in cui è stato chiamato in causa. Questo il popolo nerazzurro l’ha capito riconoscendogli senza dubbio un valore assoluto di uomo e professionista, tributandogli un lungo applauso al suo ingresso in campo. Questo senza ombra di dubbio è quello che dovrebbe accadere ovunque, non ci deve essere un confine prestabilito di tifo, di colori, se una persona vale come individuo e come professionista serio è logico riconoscergli con tutta onestà il degno plauso: se lo merita, bravo Sergio Pellissier! Concludo dicendo che, per ora la festa è solo rimandata, spero che tutte le squadre coinvolte in quest’appendice di un campionato stravinto ancora una volta dai bianconeri torinesi, facciano il loro senza predestinare sorti che non gli competono, dando sempre il massimo onorando questo sport sino alla fine, noi ci crediamo!! ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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Sino alla….fine!!!!
Che questa squadra sia caratterialmente labile è risaputo, ma rinunciare a metterci impegno e abnegazione è davvero cervellotico. Sarebbe stato utile in questo momento particolare, metterci più tigna e giocare da vera squadra almeno in questo complicato quanto terribile rush finale, invece di sprecare ancora un bonus per la tranquillità, mi pare addirittura eccessivo. Mancano solo tre giornate da dentro o fuori, certo i giochi non sono ancora fatti, ma in questo marasma che si sta creando per un piazzamento nell’Europa che conta, tutti lottano al meglio delle proprie possibilità, com’è giusto che sia. In tutto questo gioco delle parti tutti possono ancora dire la loro, poiché nessuno tranne il Napoli, ha la sicurezza necessaria, di certo noi non l’abbiamo, in considerazione di quello che stiamo dilapidando, come già accaduto in precedenza, un discreto vantaggio accumulato. Stiamo mantenendo fede a quelle che sono le nostre prerogative da sempre, soffrire più che mai per un qualcosa che era di facile raggiungimento, solo se si fosse rimasti coerenti senza trascendere nell’isterismo. Certo per l’Udinese conquistare un punto è apparso da subito quanto mai determinante, tant’è che hanno impostato il loro gioco esclusivamente sulla difensiva, non poteva essere altrimenti, ma la cosa che più preoccupa è la nostra sterilità offensiva. Anche se si creano ottime occasioni da rete, purtroppo non si riesce a concretarle, Icardi non segna una rete su azione dal lontano dicembre mentre il suo omologo e connazionale, Lautaro, tranne la rete nel derby, l’ultima segnata su azione risale alla trasferta persa di Cagliari e con questi numeri, non si va da nessuna parte. In considerazione della nostra inconsistenza sotto rete, ecco che i numeri danno la conferma di questo nostro disagio, se non erro, siamo se non il peggiore attaccato della massima serie, poco ci manca, attestandoci al sesto posto in graduatoria. Purtroppo non basta tirare in porta, bisogna fare anche goal, e quello che si pretende da questi giocatori lautamente pagati. Bisogna essere realisti, in questa squadra ci sono lacune evidenti che andranno al più presto eliminate, si deve fare fronte comune per raggiungere l’agognato traguardo, anche se in alcune pedine dello scacchiere nerazzurro, la Pinetina appare sempre più una chimera, anche se in quest’ultima fase si richiede in queste persone di rendere palese la loro professionalità, se ancora ne conservano una piccola parte. Bisogna fare più punti possibili nelle prossime tre gare, che sono assolutamente alla nostra portata, ma si dovrà cambiare regime, come ho già ripetuto in altre circostanze, bisogna fare fronte comune per non gettare tutto alle ortiche, pretendiamo da tutti il massimo in campo, sugli spalti ci pensiamo noi a rendere tutto perfetto, ma basta con le umilianti e deludenti apparizioni offerte sinora, tirate fuori l’orgoglio e altro, onorando la maglia che state indossando! …..Amala!!!
Antonio Dibenedetto
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Paura di… vincere!!!
Bella prova senza dubbio, anzi direi parzialmente di carattere, dei ragazzi nell’anticipo di un sabato che poteva sancire e di conseguenza consolidare un piazzamento Champions pienamente alla nostra portata. Come spesso accade, quest’anno forse più dei precedenti, a un tempo giocato direi, senza l’ombra di essere smentito, magnificamente (questa volta il primo) si è contrapposto un altro (la ripresa) disputato in maniera nettamente differente. Nessuno poteva immaginare che in un primo tempo davvero bugiardo, se non altro per quello che concerne il risultato, certo eravamo in vantaggio per una rete a zero giocando davvero molto bene, inspiegabilmente la ripresa è iniziata con un inspiegabile paura di vincere. Mi piace però rilevare come si è lottato per buona parte della gara e come si è annichilita una squadra, quella torinese, già campione d’Italia da diversi giorni e con ben cinque giornate d’anticipo, che era arrivata a Milano con la certezza di non fare sconti, proponendo la migliore formazione possibile, cosa che credo non faccia più nelle giornate successive sino alla fine del campionato. Per tantissimi minuti i nerazzurri hanno tenuto il pallino del gioco, fornendo anche delle piacevoli trame offensive creando anche diverse azioni da rete, lasciando alla formazione bianconera solo poche briciole di gioco e non tanto pericolose anche perché il nostro Samir è stato spettatore non pagante, al contrario del suo dirimpettaio che si è dovuto impegnare tantissimo. Certo che la palla è rotonda, come si è sempre detto in talune circostanze, nel senso che se non riesci a capitalizzare quello che si crea e non si approfitta del disagio che ha l’avversario, alla lunga la paghi. Non siamo stati cinici nel far male quando abbiamo avuto la possibilità di farlo, anche perché di fronte non aveva il Pizzighettone, con tutto il rispetto per la squadra lombarda, ma un undici tra le cui file ha fior di campioni che quando decidono di spingere sull’acceleratore della manovra lo fanno in maniera decisa e sostanziale con numeri di alta scuola calcistica, come ad esempio in occasione della rete del pareggio. Uno scambio bellissimo nello stretto, con tiro di prima che ha sorpreso un indeciso Handanovic, ma la bellezza di quella rete è da attribuirsi a un tocco che possiede solo un campione assoluto qual è Ronaldo, bruciando ogni minimo motivo di reazione del portiere. Ecco che nel secondo tempo anche grazie alla rete del pareggio, i torinesi hanno iniziato a giocare bene e con più insistenza, purtroppo però siamo ancora una volta a recitare il mea-culpa solo perché il nostro tecnico è incapace di leggere al meglio l’andamento di una gara, che ripeto nel primo tempo è stata ben giocata, ma ci si aspettava la giusta mossa di fare, magari nella ripresa, di quelle sostituzioni mirate alleggerendo una manovra che stava diventando più macchinosa. Ai più è sembrato che Vecino stesse soffrendo a centrocampo, non pareva il solito giocatore, quindi il nostro genio cosa fa? Cambia Nainggolan autore sino a quel momento di una pregevole partita. Io non mi sto inventando nulla, Spalletti stesso ha ammesso l’errore che ha fatto, ma io aggiungo che le sostituzioni è giusto che siano state fatte, ma con raziocinio, cambiando giocatori non all’altezza. Ne vogliamo parlare poi dello scarso impiego di un giocatore come Lautaro che nei pochi minuti avuti a disposizione per poco non metteva il sigillo sulla gara, al contrario del suo connazionale che appare sempre più lontano dall’Icardi che siamo stati abituati a vedere in altre circostanze. Appare si porti dietro un fardello davvero imponente, anche se il pubblico, per il bene della squadra, cerca di sostenerlo con il calore che sembra quasi come quel “volemose bene” che è solo una facciata, oramai il rapporto non sempre idilliaco, ora s’è del tutto deteriorato, al contrario di quello che sostiene la sua moglie-manager Wanda Nara che lancia, nelle trasmissione televisive addette, di continuo dei segnali d’amore verso società e squadra. Credo che quel rapporto sia destinato a interrompersi, a giugno le strade si divideranno inesorabilmente e con lui anche tanti altri seguiranno la stessa sorte. Sabato sera si poteva dare una svolta al nostro campionato, perché battendo i campioni d’Italia, si poteva cementare sempre più la nostra posizione in classifica in chiave Champions, unico obiettivo stagionale purtroppo. Col senno di poi possiamo solo leccarci le ferite per ciò che non è avvenuto, tutto è dipeso da noi, abbiamo l’unica colpa di non aver saputo approfittare dell’inusuale fragilità iniziale della squadra torinese. Mi auguro che la paura di vincere possa svanire al più presto e non rientrare mai più nella testa dei giocatori e del tecnico, ci sono ancora quattro gare da onorare al meglio per riuscire a centrare il nostro obiettivo. Questa sera abbiamo dimostrato che quando vogliano giocare al calcio, al meglio delle nostre possibilità, riusciamo a farlo con la consapevolezza di essere un’ottima squadra, ma bisogna però farlo con una certa e duratura continuità! ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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Un bicchiere mezzo pieno o…
Se fosse arrivata una sconfitta nel sabato Santo, allora sicuramente i giorni che si sarebbero susseguiti sarebbero stati di vera passione per Spalletti e company, per fortuna ciò non è avvenuto così nulla è stato mutato e il vantaggio sulle inseguitrici è rimasto intonso, per cui possiamo ancora credere in quello che vogliamo raggiungere: un onorevole terzo posto in classifica. E’ noto che quando questa squadra deve tirare fuori gli attributi, dando in questo modo una spallata decisa al campionato, non vi riesce, alimentando così negli inseguitori la possibilità e la speranza di raggiungere quel fatidico posto al sole chiamato piazzamento Champions. Si sa che quest’ultima fase di un campionato, per notizia già passato agli annali con l’ottavo titolo consecutivo dell’undici bianconero, gode di un piccolo campionato nello stesso, con le squadre che sgomitano, che cercano di raggiungere quella fonte di guadagno necessaria per la progettazione di un futuro più roseo raggiungendo un’Europa più cospicua, la Champions, ma anche l’Europa League che porterebbe in dotazione dei cospicui guadagni. In casi come questi non si riesce a capire se guardare il fatidico bicchiere mezzo pieno oppure no, io credo che con il senno di poi e visti i risultati delle altre pretendenti, possiamo sicuramente sostenere che il nostro bicchiere è mezzo pieno, tutto è rimasto intatto rispetto alla precedente giornata e la cosa positiva che comunque vi è una giornata in meno da disputare. La gara contro i capitolini ha mostrato ancora una volta che ci sono giocatori in rosa che possono tranquillamente rimanere in rosa mentre tanti altri forse è il caso di lasciare andar via. Nella fattispecie mi riferisco ancora una volta al cervellotico comportamento in campo di un talento qual è il croato Perisic, capace di lasciare inespressa ancora una volta la sua voglia e il sapere giocare a calcio. Forse è più grande la voglia di squadra rispetto a quella del singolo, senza dubbio la seconda ipotesi è quella più condivisibile, visto che tanti altri hanno lottato cercando di recuperare lo svantaggio iniziale. Sugli scudi le buone prestazioni di Asamoah e di Borja Valero, lo spagnolo buon metronomo di un centrocampo che soffre l’assenza di un Brozovic che stava dando la sua impronta positiva di gioco, speriamo possa ritornare nella prossima importante gara contro i campioni d’Italia. Capitolo a parte merita la telenovella di Icardi relegato in panchina a favore di un Lautaro che si è dato parecchio da fare andando vicinissimo al bersaglio personale, al contrario del connazionale molto svogliato in campo e secondo me già con la mente a liberare l’armadietto della Pinetina. Certo lo strappo che ha causato il suo comportamento non si ricuce facilmente, non credo neanche che la riconquista di quella fetta di tifosi che l’ha sempre sostenuto possa essere determinante per una sua riconferma, neanche nel caso di un suo eventuale ripensamento, facendo mea culpa fornendo nelle ultime gare un’intensa partecipazione supportata da tantissime reti in questa parte finale, sono quasi certo che le strade si divideranno inesorabilmente a giugno. Questa ipotesi è supportata anche dalla considerazione che nella gara contro la Roma è stato relegato in panca, rivoluzionando nell’interesse del tecnico la scala dei valori e dell’importanza a favore del connazionale più. Ora testa alla prossima gara, spero solo che i torinesi freschi dell’ennesimo titolo continuino con i festeggiamenti e possano lasciare i tre punti importanti per la causa nerazzurra, certo non dobbiamo aspettarci favori da loro, il nostro compito è di non pensare a eventuali cadeaux, ma solo fare la nostra gara in modo importante e con la massima concentrazione, solo così possiamo, con solo quattro gare rimanenti, programmandole nel modo migliore. Mai come ora noi ci saremo per sostenere i nostri colori, manca poco, dobbiamo essere coesi ancora di più il traguardo è alla nostra portata e non possiamo lasciarcelo sfuggire ne va della nostra affidabilità presente e ancor di più futura. A nome mio personale, come rappresentante dell’intero direttivo dell’Interclub Giacinto Facchetti di Fano, formulo a tutti i soci e a voi tutti lettori l’augurio di una serena e felice Pasqua. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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