Un punticino da cui… ripartire!!!
Il 2017 volge oramai al termine, ma non ci sono stati i presunti botti di fine anno che tutti aspettavano, anzi! La gara contro la Lazio è stata la conferma della difficoltà che ha l’undici nerazzurro di poter gestire e controllare un gioco che è apparso ancora una volta discontinuo e per lunghi tratti disomogeneo, in balia dell’avversario di turno che per fortuna non è apparso cinico, pareva per quello che si è visto in campo, che tra le squadre si fosse sancito una sorta di “patto di non belligeranza”. Come accade in questi momenti si cerca di fare il reso conto sull’andamento dell’anno solare calcistico, che non è stato per niente entusiasmante. Per alcuni periodi si è vissuto sulle ali dell’entusiasmo, vuoi per la serie inanellata di successi che lo scorso anno ci hanno fatto vivere quelle sensazioni positive di poter raggiungere delle posizioni nobili in classifica, invece alla fine siamo stati estromessi dalle competizioni europee di quest’anno con una serie di prestazioni scellerate con sconfitte patite, come accade purtroppo sovente, per nostro demerito. Anche quest’anno calcistico, si sperava di aver ritrovato una squadra valida tant’è che la prima parte del torneo ci ha nuovamente fatto credere e provare sensazioni positive, invece tutto è apparso vano, forse perché talune volte siamo stati agevolati dalla dea bendata che ci ha protetto e in altre, specie nelle ultime prestazioni si è voltata da tutt’altra parte. Non voglio essere ripetitivo ma una grande squadra deve essere coesa e ripartire con idee chiare, senza la confusione che regna sovrana in mezzo al campo. Io non sono mai stati succube dell’amore che mi lega a questi colori, ma il mio innato realismo mi porta a essere alquanto critico, forse perché è difficile spiegare, anzi impossibile, vedere come i nostri giocatori sono colti da improvvisa insensibilità e incompetenza. Non si può immaginare l’incostanza di rendimento dei vari Perisic, Candreva, giusto per citarne alcuni, che ultimamente faticano a saltare l’avversario e non riescono più a mettere in area cross accettabili per una punta, il nostro Icardi, che è divenuto un’oggetto misterioso poiché rimane ai margini dell’area di rigore giocando di sponda con i compagni senza essere per niente pericoloso. Quelle che erano le nostre punte di diamante, capaci di dare una svolta positiva a ogni gara, sono con il tempo divenuti dei comprimari e con loro tutto il resto della squadra, si è adeguata. Sono bastate tre gare scellerate, a queste ho aggiunto il derby di coppa, a far scoprire il così detto nervo scoperto del gioco di squadra che è stato sempre l’assente ingiustificato di molte gare. Si è vissuto, quando inizialmente la vena dei succitati era massima, sulle loro prestazioni eccellenti che parevano dare un significato alle gare e tutto girava per il meglio, conquistando punti su punti oltre il merito che avrebbe determinato il campo. Io purtroppo non ho gli occhi foderati di prosciutto, ne tato meno la memoria corta ma gara come quella dell’Olimpico contro la Roma si è andati oltre ogni merito, oppure il pari contro il Bologna e il pari del san Paolo giusto per citare alcune gare, dove abbiamo raccolto più del dovuto. Ritengo che non si debba essere solo tifosi, ma l’amore va colto e rinforzato anche in situazioni deficitarie non si può vedere solo il bello delle cose, bisogna essere coerenti quando non va, non si deve dire il contrario. Spero solo che la squadra e il tecnico ci mettano molto più impegno per cercare di sovvertire tutto quello di negativo che sta accadendo in seno alla squadra, bisogna ripartire con più forza e convinzione nei propri mezzi e cercare di completare l’opera, tenendo con le unghie questa posizione del girone d’andata, consolidandola con prestazioni future più convincenti ripartendo da questo punticino “guadagnato” contro gli amici laziali. La speranza di ogni tifoso nerazzurro è quella di essere protagonisti per cibare il nostro ego che da tanto tempo è davvero sofferente. Bene in ultimo come di consueto, mi limito ad augurare a tutti i nostri amici e soci dell’Interclub Giacinto Facchetti di Fano, a mio nome come portavoce e di tutto il direttivo, un felice e sereno buon anno e che il 2018 ci porti in dono tanta serenità e felicità nelle famiglie di ognuno e ci doni tanta serenità sportiva!!! ….. Amala
Antonio Dibenedetto
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La caduta degli dei… presunti!!!
Ancora una volta mi tocca raccontare di una prestazione scellerata con la conseguente sconfitta della nostra cara e amata Inter. In quel di Reggio Emilia ho rivissuto i fasti, negativi, della squadra allenata da Stefano Pioli che dopo aver inanellato una serie di vittorie insperabili, ahimè di conseguenza ha fatto un filotto di sconfitte indicibili. Con questo non voglio certo fare il paragone tra le due squadre ma ieri pomeriggio in campo si è vista forse la peggiore Inter della stagione. Forse io guardo le gare con l’occhio critico del tifoso, ma non condivido per niente le dichiarazioni di Spalletti che rilevava di aver visto cose positive e rimarcava alcuni episodi sfortunati per la nostra squadra. Bene forse la disamina più giusta sarebbe stata quella di non avanzare alcuna scusante e dire apertamente che la squadra ha giocato male e sotto ritmo camminando in campo e non esprimendosi come ha fatto nelle ultime giornate. Già con l’Udinese si era avvertito un certo campanello d’allarme, comunque la squadra ha creato occasioni su occasioni e non certo meritava la sconfitta ma ieri no, io non ho trovato alcun attenuante alla magra figura che si è consumata sul terreno di gioco del Mapei Stadium. Ho sempre ribadito che una squadra per ritornare grande e rispolverare i fasti del passato, deve prima di tutto avere la convinzione di essere una grande squadra e lottare su ogni campo, che sia amico e non, deve correre e non camminare aspettando la palla sui piedi, fare movimento e impegnare contrastando l’avversario con tenacia. Quello che non ha certo messo in pratica Brozovic che ha fatto sembrare un giocatore nero-verde sulla fascia, tale Politano, non me ne voglia, ma è parso paragonabile a un certo Diego Maradona per la discesa che ha fatto palla al piede, è partito dalla propria area di rigore in una corsa, direi non troppo forsennata, ma senza alcun contrasto e riuscito in ultimo a pennellare un cross perfetto per Falcinelli che ha insaccato in modo perentorio e preciso. Io continuo a non capire l’atteggiamento in campo di questo giocatore, ha mezzi tecnici davvero notevoli ma in campo gioca quasi contro voglia, dov’è finito quel Brozovic che noi tutti abbiamo ammirato il primo anno e che giocava a tutto campo con voglia e abnegazione, purtroppo se ne sono perse le tracce. Ieri però quasi tutti i giocatori, secondo me, non hanno raggiunto la sufficienza e quando giochi male, anche la buona sorte ti gira le spalle, la possibilità di raddrizzare la gara c’è stata ma anche il tiro libero, rigore concesso per fallo di mano, netto per carità, ma un’Icardi molto “moscio” l’ha fallito come in un’altra occasione solo nel bel mezzo dell’area avversaria ha sprecato miseramente. Ho rivisto davvero i fantasmi del passato e grazie a questi nostri beniamini rischieremo di passare un Natale di fiele, anche se la bellezza e la santità dell’avvento eliminano tutte le scorie negative. La cosa però che martella la mente è la considerazione che non è possibile offrire questi spettacoli indecorosi, ne va del nostro equilibrio. Sicuramente se ci si sofferma sulle statistiche, si può facilmente verificare che si è tenuto il possesso palla per oltre il settantadue per cento, io aggiungo in modo sterile senza alcun costrutto reale, che si è tirato in porta più degli avversari, con una mira decisamente infelice, che ci sono stati ben dieci calci d’angolo contro uno solo dei locali. Però in buona sostanza aggiungo, la cosa che più mi delude è l’aver illuso tutti i tifosi di aver ritrovato una squadra, la nostra squadra che amiamo in modo incondizionato, ma che se continuerà a giocare in questo modo, non avrà più il sostegno assoluto. Noi amiamo chi lotta in campo, chi ci trascina con il proprio entusiasmo, chi merita il nostro supporto. Con questo non voglio farne una tragedia, ma spero vivamente di non dover più assistere a simili spettacoli e credo questo lo vogliano la gran parte dei tifosi nerazzurri, noi abbiamo innalzato i nostri beniamini a dei, forse li abbiamo sopravvalutati non so, ma con il senno di poi e visto lo stato attuale, non lo sono e mi sa che alla fine sono solo presunti, perché come si fa presto a essere eretti a idoli e così ugualmente repentina la discesa nella polvere, ma è anche vero che solo chi cade può rialzarsi in considerazione che più clamorosa è la caduta tanto più feroce, deve essere la risalita. Nessuno ha mai chiesto a questa squadra lo scudetto ma almeno di lottare sino alla fine e di onorare un campionato che si presumeva della rinascita, forse dobbiamo ancora aver fiducia, ma siccome siamo tanto scottati fin troppe volte specie dalle delusioni delle scorse annate, che ognuno credeva in una svolta che sinora non si è ancora materializzata. Il gioco si è visto a tratti, si è regalato lunghi periodi della gara agli avversari ma la cosa che più fa paura che non si è ancora trovata quella fatidica “quadratura del cerchio” tanto agognata ma che è lontana dell’essersi palesata. Con l’Inter bisogna vivere alla giornata, personalmente non ho mai creduto e gioito più del dovuto quando eravamo primi e si è giocato a tratti anche bene, né tanto meno mi deprimo ora, io sono coerente con lo stato delle cose ma mi sa che i nostri ragazzi che scendono in campo forse lo sono un po’ meno. Bene ora si profila in questa finale della stagione, del fatidico giro di boa che non concede la pausa natalizia, un’atra settimana che potrebbe essere davvero deleteria per gli equilibri in seno alla squadra in caso di risultati negativi, e facciamo pure ogni debito scongiuro. Ci saranno i quarti di finale di coppa nazionale contro il Milan, altra nobile decaduta con sogni rimasti nel cassetto, quindi l’ultima gara di campionato in casa contro una bella squadra come la Lazio, che gioca un buon calcio. Spalletti deve essere bravo in questa settimana nella motivazione dei calciatori nella ricerca di quella serenità idonea a far bene e giocare la squadra senza la zavorra della preoccupazione e l’ansia della prestazione. Forse questo potrebbe essere l’ultimo appello per rendere una stagione fantastica, oppure misera, non dipende da noi purtroppo solo chi scende in campo può renderci felici o farci sprofondare ancor più in una delusione che davvero non ci meritiamo. In ultimo come di consueto mi accingo a formularvi, in nome dell’Interclub Giacinto Facchetti di Fano che rappresento, i migliori auguri da parte del presidente e del direttivo tutto, per un Natale sereno a voi e alle vostre rispettive famiglie, lo sfogo di un tifoso non può precludere la bellezza e la santità di un giorno meraviglioso qual’è il Natale, quindi tanti auguri con l’augurio di ritrovarci ancora prima della fine di quest’anno per commentare fatti decisamente migliori! …..Amala
Antonio Dibenedetto
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I due volti dell’Inter…e non solo!!!
L’inedito (almeno per quanto riguarda l’Inter) appuntamento della diciassettesima giornata di campionato ci vede giocare, nell’insolito orario delle quindici di un sabato qualunque, ma un sabato italiano come cantava Sergio Caputo qualche anno fa, contro l’Udinese nota squadra scorbutica che specie contro di noi si esalta. Non è stata solo l’esaltazione delle zebrette friulane a far pendere l’ago della bilancia dalla loro parte, ma ci sono state altre componenti che hanno influito in questa gara che direi in maniera davvero assurda. I detrattori nerazzurri sono stati serviti, con un perentorio: tanto tuonò che alla fine piovve, tutti aspettavano lo scivolone della capolista con la prima sconfitta in campionato ed è avvenuta con il bene placido di una squadra davvero dai due volti. Ho sempre sostenuto che se questa squadra tiene ben alta la convinzione e la concentrazione e giocare come sa e come ha dimostrato anche nella prima parte della gara di oggi, ebbene di partite ne perderà davvero pochissime e non parlo da tifoso ma è sotto gli occhi di tutti lo score fin qui ottenuto. La gara di questo pomeriggio ha difatti concluso una settimana “horribilis” iniziata con la gara sciagurata di coppa, dove si è fatto passare il Pordenone, modesta squadra di terza serie, come se fosse il Real Madrid e oggi una buona squadra come l’Udinese come se fosse il Barcellona. Tutto ha una motivazione logica perché l’Inter non ha giocato da Inter o per lo meno non l’ha fatto con continuità, e se rimaniamo con le cosiddette “pive nel sacco” e solo ed esclusivamente per colpa nostra, avendo raccolto una scarna qualificazione ai quarti della coppa nazionale e una mera sconfitta in campionato. Come ho sempre sostenuto noi siamo gli artefici del nostro destino e se non ci crediamo tutti gli sforzi sin qui prodotti, rimangono vani e fini a se stessi. Discernendo e sezionando la gara di questo pomeriggio nessun tifoso e comunque amante di questo sport, avrebbe immaginato un risultato così perentorio sul manto verde di San Siro, specie in un primo tempo, dove i ragazzi hanno espresso davvero belle giocate e se in tante circostanze la dea bendata ci ha agevolato ieri invece, ha guardato altrove. Come accade in queste gare davvero strane, si passa facilmente da una sorta di esaltazione, per le occasioni create che potevano far risultare un punteggio ben diverso, invece la prima frazione di gioco si è chiusa su di uno striminzito 1 a 1, con la rete friulana avvenuta con l’unico tiro in porta, mentre i nerazzurri hanno bersagliato la porta avversaria peccando di scarsa precisione. Certo che se non fai goal gli avversari prendono coraggio e coscienza di potersela giocare, così è stato. L’Udinese è entrata in campo con un piglio maggiore ed è andata avanti nel punteggio con un rigore decretato dalla VAR, giusto per carità, ma si è perso ben oltre cinque minuti, mi chiedo, questo lo dico non per far polemica, perché in azione analoga non si è acquisito l’ausilio informatico nella spinta a Miranda in piena area e in altre circostanze per lo meno dubbie di ieri? Non c’è una risposta plausibile, anche perché il mezzo tecnologico è stato adottato come ausilio al direttore di gara, ma la decisione spetta sempre a lui o a chi in sala di “regia” ne decreta e ne consiglia la visione. Credo comunque che per un’uniformità di trattamento le azioni debbano essere visionate per bene e devono essere passate al così detto “setaccio informatico” per qualunque squadra che si chiami Inter o Crotone. Tutto deve essere chiaro o assolutamente univoco, non voglio creare polemiche ma tanto per citarne una perché non è stata presa in considerazione quella della scorsa domenica a Torino, c’è sempre la discrezionalità dell’arbitrino di turno, ma dovrebbe essere almeno univoca e critica in ogni suo giudizio e non pescare così alla rinfusa e alla cieca. Voglio comunque far passare il concetto, al di là di quelle che potrebbero essere delle misere attenuanti, dobbiamo fare il mea culpa su com’è avvenuta questa sconfitta è assolutamente per nostro demerito, una squadra che vuole crescere non può nella maniera assoluta giocare due gare nella stessa. La coerenza e il raziocinio sono la forza di una squadra, non si può disputare un primo tempo fantastico con gioco e creando occasioni su occasioni, poi come d’incanto dimenticare la grinta negli spogliatoi e giocare un secondo tempo molli e confusionari rimanendo alla mercé degli avversari. Per carità in alcuni tratti si anche rischiato di riaprire la gara (vedi la traversa di Skriniar), ma la confusione ha regnato sovrana, e quest’atteggiamento una grande squadra (o presunta tale) non lo deve nel modo più assoluto rendere palese. Ora non ci resta che leccarci le ferite e rialzare la testa con più forza che mai, non tutto è perduto, dovremo faticare più del previsto per tornare a essere quello che siamo stati fino a qualche ora fa, facendo tesoro degli errori commessi nello scellerato secondo tempo, eliminando al più presto il più esplicito esempio di partita giocata e vista oggi. Concedetemi in conclusione di esternare ogni ringraziamento ai convenuti nella sala della cooperativa Tre Ponti di Fano, in occasione della cena e annessa tombola benefica in favore di Telethon e dell’Opera Padre Pio di San Patrignano a Fano cui sono stati devoluti gran parte dei proventi. Voglio nel contempo ringraziare, vista che la serata era nerazzurra, tutti quei tifosi di altre squadre che ci hanno onorato della loro presenza in considerazione che il fare beneficenza non è sostenuta da nessun colore ben preciso ma è l’amore verso il prossimo che ci rende partecipi all’unisono. Nell’occasione abbiamo festeggiato, con un nutrito gruppo di sostenitori dell’Inter club Giacinto Facchetti di Fano, i nostri primi trent’anni di associazione premiando il primo direttivo fautore di questa iniziativa, ricordando chi non c’è più e ringraziando chi ha portato avanti questa idea che è stata tramandata a noi dai padri fondatori, con l’augurio di ritrovarci ancora tutti insieme festeggiando altre vittorie sotto l’egida di un vessillo, quello nerazzurro, che deve tornare e sventolare in maniera preponderante! …..Amala
Antonio Dibenedetto
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Indietro …tutta!!!
Parafrasando il titolo della mitica e spettacolare trasmissione televisiva, che ottenne anni addietro, un grandioso successo di quel fenomeno e factotum qual è Renzo Arbore, non me ne voglia per l’accostamento, ma di spettacolare ieri sera a Torino non vi è stato davvero nulla! A bocce ferme come si suol dire in questi casi, ho voluto far trascorrere un po’ di tempo prima di dedicarmi a questo ipotetico foglio di carta, cercando le motivazioni per le quali ieri i nostri beniamini nerazzurri non hanno giocato a calcio. Benché mi sforzassi di capire, non sono riuscito a trovare motivazioni idonee. Ecco il perché di questo titolo “Indietro tutta”, visto il non gioco, davvero siamo tornati indietro, comportandoci come una qualsiasi provinciale che si sente inferiore e cerca di limitare i danni e non come la capolista del campionato di serie A. Non capisco davvero e cervellotica l’analisi tecnica, di come le due fasce questa sera non hanno per niente funzionato, vanificando tutto quello che avevano fatto intravedere sinora, pensandoci bene si fa fatica a credere a un Candreva che non riesce a saltare l’uomo e crossare come sa fare solo lui, analoga considerazione per Perisic. Stento a credere che in quella titubanza ci fosse timore per un avversario che non mi è sembrato così invincibile, solo in un’occasione si è andato in profondità e quasi ci scappava una rete, quindi non realizzo cosa possa essere passato nella mente dei nostri ragazzi quando sono scesi in campo, che si fossero accontentati di un pareggio? Certo un punto non si butta via, anche se io invece credevo, viste le ultime gare, che giocando come hanno fatto intravedere che di punti potessero addirittura tre, ridimensionando in questo modo una Juve che si era rinvigorita vincendo al San Paolo, seppure giocando di rimessa e trovando la rete vittoria in contropiede. Noi invece abbiamo solo prestato il fianco alle loro discese e per nostra fortuna il nostro Samir è sempre stato all’altezza della situazione, altrimenti non so cosa sarebbe potuto accadere. Che il derby d’Italia, così è paragonata questa gara, non fosse una gara come le altre si è sempre saputo, ma rinunciare a giocarsela questo è troppo. Io ritengo che anche una sconfitta seppure onorevole e giocando alla pari con l’avversario non deve risuonare come una condanna, anche perché siamo solo alla sedicesima giornata e di tempo e gare ce né fin troppe. Queste però sono le gare che aiutano a crescere che ti danno stimoli sempre nuovi, se vuoi diventare una grande squadra, devi dimostrarlo in queste gare che puoi essere superiore, così invece butti alle ortiche gran parte della credibilità che ti eri sin qui guadagnato. In altre circostanze, vedi la gara del San Paolo, avevo visto il bicchiere mezzo pieno per come si è giocata quella gara, sebbene in sofferenza, ma avevamo creato anche noi le nostre brave occasioni, invece ieri sera no, in quel fatidico bicchiere non ci trovo nulla di positivo, molti interrogativi ai quali non riesco a trovare una risposta logica se non tanti “vorrei ma non posso”. Bisogna archiviare presto questa insulsa gara, pensare alla prossima che di campionato ci vede incontrare ancora il bianconero, questa volta dell’Udinese, sperando di fare una ben più bella figura se non altro per dare una continuità di risultati. Certo mercoledì c’è la gara di coppa Italia contro il Pordenone, ma non credo ci faccia perdere il sonno, bisogna guardare avanti avendo ben chiaro il nostro obiettivo primario, fare più punti possibili e alla fine tirar le somme dobbiamo crederci tutti ma in primis loro che scendono in campo, noi da parte nostra non faremo mai mancare il nostro proverbiale supporto!!! …..Amala
Antonio Dibenedetto
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Una manita di….spettacolo!!!
Il risultato finale parrebbe dirla tutta sull’andamento della gara ma oggi i ragazzi hanno davvero dato il meglio giocando in modo superlativo andando ben oltre i “soli” cinque goal rifilati al malcapitato Chievo. Un pomeriggio unico per circa cinquantacinquemila fortunati tifosi nerazzurri, che nonostante il freddo intenso, sono accorsi a San Siro e si sono scaldati esultando e godendo per uno spettacolo davvero imprevedibile, che al termine è divenuto quasi un’apoteosi. Tuttavia già nel corso delle giornate precedenti si era visto che il gioco migliorava con un notevole possesso palla e con una circolazione sempre più intensa, alla fine tutto è divenuto più semplice in questa esplosione d’inizio dicembre, che rende i ragazzi sempre più consapevoli che possono far del male all’avversario di turno in qualunque momento. Questo pomeriggio le insidie erano dietro l’angolo per la mancanza contemporaneamente dei due interdittori, Gagliardini e Vicino e con il pilastro difensivo Miranda. Spalletti ha sorpreso tutti mettendoci del suo riproponendo Boja Valero davanti alla difesa, dando le chiavi del centrocampo a Brozovic e Joao Mario, ma la cosa clamorosa è l’aver dato fiducia a un Ranocchia, sinora sempre relegato in panchina e ai più oramai un ex calciatore, invece oggi ha disputato una grandissima gara, come d’altronde quel Davidino Santon che sta tornando quel giocatore di cui si era innamorato anche il mitico Jose Mourinho. Assistendo alla gara, seduto comodamente sul divano, non ho mai avuto neanche minimamente il sentore di una sofferenza, che si poteva presagire, invece con il passare dei minuti quella sensazione è divenuta una gioia indescrivibile guardando i ragazzi giocare davvero benissimo, con scambi veloci e con giocatori sugli scudi come Ivan Perisic autore di una fantastica tripletta, con l’arma letale Icardi autore della sedicesima rete in campionato e con un Candreva così possiamo permetterci di tutto. Tutti hanno giocato molto bene, la sola nota stonata è Joao Mario che non riesce ad aggiungere a questa squadra quel valore aggiunto richiesto, ma ancora inespresso, per fortuna che si sta cementando con il passare del tempo in questo gruppo, che vola sulle ali di un sano e vero entusiasmo, quella ricerca insistente della perfezione e man mano la sta raggiungendo. Per il momento gioiamo per la vetta solitaria, in campionato, che mancava dalla Milano Nerazzurra da oltre due anni, per il resto c’è tempo, ma la strada intrapresa è quella giusta. Ora ci sarà da soffrire per rimanere su questi livelli ma credo che la concentrazione non mancherà, anche perché bisogna pensare a una gara per volta, vivere alla giornata e come dice il nostro tecnico, vincerne il più possibile e poi alla fine si faranno i debiti conteggi e saremo stati bravi balzeremo agli onori della cronaca per quello che stiamo facendo, altrimenti non oso immaginare il contrario. Rimaniamo con i piedi ben saldati in terra perché gli impegni saranno sempre più difficili, gli avversari ci guarderanno con occhi diversi cecando di fare lo sgambetto alla capolista. Noi lotteremo come sappiamo a iniziare dalla gara che ci vede impegnati sabato prossimo in quello Juventus Stadium che abbiamo violato già una volta contro ogni più rosea previsione. Speriamo di rinverdire quei ricordi, sarebbe davvero bello tornare vittoriosi da Torino o per lo meno indenni, così facendo cercheremo di rendere la nostra stagione sempre più preziosa. Mi piace pensare di aver davvero ritrovato quella fantastica squadra che ti fa battere il cuore in modo forsennato, oggi più volte mi sono stropicciato gli occhi, la mia non era vera e propria incredulità ma solo una constatazione che se giochiamo come sappiamo davvero fare ne vedremo delle belle, non ci siamo ed io ci credo! ……Amala
Antonio Dibenedetto
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Una vittoria…camaleontica!!!
La conquista dei tre punti in terra Sarda ha il sapore di primato, seppure momentaneo e di questo siamo coerenti, al momento, però godiamoci l’attimo fuggente. Guardando il risultato finale nel largo successo, potrebbe indurre a una partita tutta in discesa, ma non è stato proprio così. L’undici sardo è partito benissimo mettendo alle corde i ragazzi specie nei primi venti minuti della prima frazione di gioco, con un Samir pronto a neutralizzare ogni offensiva, una grandissima su Pavoletti ma, oggi si è visto il carattere cinico che una grande squadra deve avere, e l’Inter stasera lo è stata. Bisogna dare merito al nostro allenatore Spalletti di aver plasmato una squadra che gara dopo gara, riesce a tirare fuori un carattere sempre nuovo, capace di soffrire quando serve, ma è ancor di più sa essere cinica sfruttando al meglio le occasioni che si presentano dinanzi, e poi con un Maurito come questo tutto è lecito. Già dicevo del carattere molte volte camaleontico di questa squadra, a volte sembra essere alla mercé dell’avversario ma quando decide di cambiare l’inerzia della gara, allora tira fuori tutta quella forza d’urto che serve per annientare l’avversario di turno. Ribadisco che non è stato semplice sconfiggere di un avversario come il Cagliari, plasmato nei movimenti dal nuovo tecnico Lopez, ha fatto pressing a tutto campo e dai commenti degli addetti ai lavori, forse ha disputato la migliore partita di questa prima parte del campionato. Forse il loro massimo è stato interpretato nel costringere i ragazzi a ragionare nell’immediato, ma quando hanno avuto campo, non c’è stata storia, era evidente la disparità di qualità in campo, comunque il merito dei ragazzi è crederci comunque e ovunque condizione questa che ha fatto si che si potesse espugnare la Sardegna Arena. Certo come si suol dire non tutte le ciambelle riescono con il buco, tant’è che nella partita interna con il Chievo, nel prossimo turno, dovremo fare a meno di pedine importanti nello scacchiere nerazzurro, certo sostituire gente come Miranda, Gagliardini e forse anche Vecino uscito malconcio dal terreno di gioco, non sarà facile ma credo che il nostro mister riuscirà nella quadratura del cerchio. Poiché i primi due erano diffidati, e avendo la coerenza del tifoso che alla fine doveva accadere, meglio saltare la partita di Milano anziché quella successiva di Torino contro la Juve, sarà l’ennesimo banco di prova e se si vuole essere considerata una squadra leader, bisogna comportarsi sul campo come tale e andare in Piemonte senza remore e con la consapevolezza di trovarsi sulla strada giusta per divenire una grande squadra. Una cosa per volta però, ora archiviata la gara vinta in terra sarda, prepariamoci bene mentalmente e pensiamo alla prossima gara che ci vedrà opposti all’undici clivense, autore di una gara ribaltata al cospetto di una Spal andata per prima in vantaggio. Con il Chievo nel corso degli anni non è mai stata una gara semplice, ci ha fatto spesso soffrire questo è risaputo, per il gioco espresso in campo il più delle volte arroccato in difesa e pronto nelle ripartenze. Spero solo che quest’anno tutto possa essere smentito, come d’altronde c’è già capitato lo scorso anno, la fiducia in questa squadra è al momento incondizionata almeno da parte di noi tifosi, anche se molti giornalisti che nelle note trasmissioni televisive snobbano la nostra squadra, ma io dico meglio così, nel caso accade ciò che noi pensiamo, allora in tanti si ricrederanno e non sarà facile per loro salire sul carro dei vincitori. Intanto la classifica dice che abbiamo dei numeri superiori anche alle più rosee attese con ben quindici punti in più rispetto allo scorso anno e al momento imbattuta con ben undici vittorie e tre pareggi, se il buon giorno si vede dal mattino… io ci credo!!! …..Amala
Antonio Dibenedetto
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Emozioni senza….fine!!!
Inter Atalanta non può essere una partita come le altre, lo scorso anno è stata foriera di uno spettacolo indicibile e noi come interclub eravamo sugli spalti godendo di un roboante sette a uno, ma anche quest’anno direi che le emozioni non sono mancate, anzi per altri aspetti sono state infinite. L’Interclub Giacinto Facchetti di Fano, con la presenza del presidente e del vice (nella foto in alto), è stato premiato per la lungimiranza e l’attaccamento ai colori nerazzurri per trent’anni. Mai come in questo momento siamo orgogliosi dei nostri predecessori che ci hanno dato l’opportunità di manifestare il nostro attaccamento tramandandoci questa passione, creando questo club con sani principi che si sono sempre più rinsaldati nel corso degli anni. Certo le persone passano, se ne sono succedute tante nel tempo e ognuno ha cercato, nel corso degli anni, di portare qualcosa di personale in seno al club, ma a distanza di trent’anni se noi ci siamo ancora questo vuol dire che l’aggregazione di tutti i soci è sempre stata più che mai solidale nell’unico obiettivo per il bene del club e dell’Inter. Il direttivo dell’Interclub G. Facchetti, di cui orgogliosamente faccio parte, da sempre pone il massimo dell’impegno sia nell’organizzazione degli eventi calcistici, sia manifestando la nostra massima solidarietà verso chi lotta contro fardelli imponenti che la vita ti pone davanti, e al fianco di chi lotta per riuscire a fare del bene. Non sto qui ad elencare le varie iniziative che il nostro club ha già portato avanti, quelle si dimenticano, voglio solo ricordarvi la cena solidale del 15 dicembre prossimo che si terrà presso la cooperativa Treponti di Fano in località Chiaruccia, dove l’aspetto principale non è l’essere tifoso di una sola squadra, ma l’essere tifoso della vita e per la ricerca, in quanto tra le iniziative fautrici dell’evento c’è, tra l’altro, il sostegno a Telethon. Quindi noi del direttivo dell’Interclub G. Facchetti di Fano, accoglieremo tutti i tifosi uniti in un simbolico abbraccio e in amicizia e per un fine unico: insieme si può! Dopo questa premessa d’obbligo per le emozioni della bellissima serata, ecco che ha fatto di contorno una gara che i ragazzi hanno ben giocato, con lampi di vera squadra e direi con un risultato che non è mai stato in bilico. Certo a voler trovare il cosi detto pelo nell’uovo, certi errori sono ancora presenti nel nostro essere squadra, ma credo che con il tempo tutto sarà livellato e con uno Spalletti innamorato di tutto l’essere interista percorreremo una strada, sebbene tortuosa sino alla fine, ma che ci farà tornare in quelle posizioni che ci competono. Lui sa come far rendere al massimo anche quei giocatori che parrebbero reclusi a ruoli di perenne riserve, il caso emblematico è stato Santon rispolverato per la bisogna, e autore di una gara diciamo alquanto soddisfacente. Mai come quest’anno il campionato di serie A è bellissimo senza una squadra che prende il largo, ma si è tutto raggruppati in una manciata di punti, questa condizione rende interessante un torneo nazionale forse il più bello degli ultimi anni, e noi continuando di questo passo credo reciteremo un ruolo di rilievo e non certo quei sbiaditi comprimari delle ultime annate. Con un Icardi così tutto può succedere, questo però non deve essere vanificato da un atteggiamento remissivo della squadra, bisogna che tutte le componenti giochino da squadra, questo è essenziale per il prosieguo del campionato. Lo so, sarò pure ripetitivo, ma l’amore per questi colori è indicibile e quando giocano bene e ti danno simili soddisfazioni non c’è alcun limite che ti puoi immaginare, se non quella parola che rimane inespressa e che varrebbe come un sogno al momento, ma nella vita mai dire mai a volte i sogni non rimangono per molto tempo reconditi e quando si rivelano allora….. Ma questa è un’altra storia che varrà la pena raccontarla a momento debito, ora rimaniamo con i piedi ben saldati in terra e viviamo alla giornata anche perché non succede perché magari non succede, ma se poi alla fine succede….. Amala
Antonio Dibenedetto
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Sino alla fine!!!
Nel lunch-match di una domenica tipicamente invernale, San Siro è stato invaso da una marea nerazzurra di oltre settantunomila tifosi festanti, e tra questi noi c’eravamo: l’Interclub Giacinto Facchetti di Fano ha risposto “presente!”. E’ stata una levataccia giacché si è partiti da Fano località Treponti, alle cinque e trenta di una domenica uggiosa, ma la nostra consapevolezza e la voglia di far sentire il nostro incitamento ai ragazzi, portavamo dentro un calore e un entusiasmo tale da sovvertire l’aspetto climatico negativo direi davvero ostile, tipico di un inverno “lumbard”. Fortunatamente la pioggia non ci ha accompagnati nel tragitto per attendere il nostro turno ai tornelli e per raggiungere il nostro posto sugli spalti, ma alla fine ci ha dato quello che ci ha risparmiato inizialmente, ci siamo inzuppati questo sì, ma abbiamo avvertito la consapevolezza di avere una squadra che lotta, che sbaglia, che non molla, e questa condizione ci ha fatto superare tutto questo, certo che dopo tutte queste vicissitudini, sarebbe stato bello tornare a casa con una vittoria ma pazienza va bene così. Il nostro posto aveva un’ottima visione di tutto il campo eravamo nel settore della curva, diciamo ospite, abbiamo vissuto il fremito delle occasioni errate dalla scarsa vena di un Icardi che ha sbagliato due reti che in altre circostanze non avrebbe mai fallito. In contrapposizione però abbiamo potuto vedere la rete granata con un I. Falque che ha fatto tutto e, ahimè per loro, molto bene, siglando una bella rete con la complicità dei nostri difensori non l’hanno saputo arginare, benché superati in tre. Nel corso della gara d’interventi diciamo pericolosi Samir forse ne ha compiuto forse uno mentre Sirigu è stato sempre tenuto sulla corda. L’andamento della gara è stato vissuto con la consapevolezza che qualcosa poteva accadere da un momento all’altro, e se questa volta la dea bendata non ci ha aiutato, non dobbiamo preoccuparci, la buona sorte a volte ti da e altre ti toglie, l’importante è avere la coerenza e la coscienza dei propri mezzi. Quando abbiamo visto Eder scaraventare in rete la bella palla servita dal nostro capitano, credo che l’urlo di liberazione si sia sentito anche a Piazzale Lotto. Un boato misto a emozioni ma senz’altro di liberazione per una gara che si stava mettendo male, ma che abbiamo avuto la forza di raddrizzare. Certo la vittoria sarebbe stato un buon viatico visto i risultati della giornata che iniziava con la nostra gara, saremmo stati in vetta per circa dieci giorni, ma questo c’interessa relativamente, la cosa importante e crescere come gruppo, non dimenticando però che il nostro primario obiettivo rimane la Champions. E’ anche vero che se c’è anche la minima possibilità di un insperato titolo abbiamo il dovere di crederci, ma non giocando in questo modo! Anche ieri si sono viste, e poi dalla nostra posizione sono stati davvero ben evidenti, tantissime sbavature, una macchinosa ricerca del colpo a effetto, che se non riesce rimani in balia di ripartenze degli avversari che possono farti davvero male, abbiamo il dovere di giocare in semplicità e con una certa velocità e quando abbiamo adottato questo sistema, i pericoli per gli avversari sono arrivati in serie. Contro questi avversari davvero ostili non c’è altro metodo bisogna schiacciarli e non farli ripartire, loro erano racchiusi nella propria metà campo adottando un lodevole spirito di sacrificio tale da emulare quegli eroi del passato che porgevano al nemico il petto, quasi s’immolavano su ogni tiro dal limite dell’area dei nostri ragazzi, di fatto parando con il loro corpo prima del portiere. Con questo non voglio per nulla dare un’attenuante per la mancata vittoria alla mala sorte, per il semplice motivo che se l’azione è avviata bene sin dalla nostra difesa, prosegue nello stesso modo, ma se già inizialmente si sbagliano dei semplici appoggi in uscita (in primis Miranda che non sembra più lo stesso giocatore degli anni passati) e poi si mette in difficoltà il compagno (nello specifico Skriniar) della difesa con appoggi del tutto insensati, al posto di spazzare allontanando la palla da una zona pericolosa, vuol dire che ci sono cali di tensione davvero importanti e bisogna lavorare perché questi cali vengano meno in momenti importanti della gara. Non sempre gli appoggi sono sempre stati errati, ma la sensazione che più di un giocatore soffre di questa mania di ritenersi superiori agli avversari con giocate davvero cervellotiche, vero D’Ambrosio? Non voglio addossare tutto la colpa a loro dell’involuzione del gioco interista, ma ieri non tutti hanno mostrato quei progressi che si chiedeva loro, altro giocatore che sta subendo questa sua trasformazione è Gagliardini e dispiace perché ha mezzi naturali ben evidenti ha prestanza e carattere da vendere, ma la sua esuberanza, la sua irruenza non sempre agevola la manovra! Sono queste le gare che ti danno la certezza della maturazione di una squadra, gare come queste lo scorso anno si sarebbero perse tranquillamente, ecco l’inversione di tendenza che si richiedeva da più parti e che spero diventi sempre più evidente, i nostri ragazzi ci stanno mettendo tanta voglia e la loro caparbietà è il motivo per il quale non li lasceremo mai soli. Questo si avverte a inizio gara quando con le sciarpe nerazzurre tutte ben evidenti, ogni spettatore canta a squarcia gola il nostro inno, e per tutta la gara, i nostri cori accompagnano ogni azione dei ragazzi, l’amore rimane invariato per questi colori e sono sicuro che alla ripresa del campionato riprenderemo anche il nostro cammino verso quella gloria che bramiamo da tempo e che sicuramente meritiamo! ……Amala
Antonio Dibenedetto
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