La voglia di far bene!
In un campionato, quello nazionale, che da qualche anno ha preso i connotati di un torneo spalmato in più giorni, ecco che ci tocca la gara del così detto Monday night. Non è un lunedì qualunque ma è una giornata che ci farà consolidare, visti tutti gli altri risultati, un secondo posto che sin qui ci calza a pennello. Come il solito, la voglia di far bene è tanta e il gioco a volte va di pari passo, ma tante volte è cosi tanto acerbo da far stizzire tutti i presenti di fede interista per errori davvero grossolani. Si denota che qualcosa si sta muovendo in seno alla squadra, si cercano trame di gioco accettabili, ogni attore in campo recita il proprio ruolo nel migliore dei modi e la cosa che è lampante che si voglia giocare la palla sino all’inverosimile in qualunque zona del campo. Sin qui tutto accettabile, va benissimo che s’intensifichino la conoscenza e si mattano in pratica esercizi provati in allenamento, secondo me si possono evitare di farli anche in difesa, in quella zona i rischi sono tal volta eccessivi, anche a discapito di una sicurezza presunta, ma che tal volta sfoci in qualcosa d’imbarazzante l’esempio tangibile ne sia stato il rigore concesso. Già il rigore assegnato con il Var, una pantomima pazzesca che a mio parere è stato a dir poco generoso, neanche il direttore di gare era così convinto anche perché così facendo avrebbe dovuto ammonire anche Samir, invece mah mistero! Come recitava un tipo asiatico in conclusione di un famosissimo cartone animato di qualche anno fa, tutto è bene ciò che finisce bene, e di questa massima dovremo farne tesoro alla luce di un campionato che è tutto da scrivere, di fatti si è completata solo all’undecima giornata e la strada è ancora lunga. La nostra scaltrezza sarà, visto che le altre partecipanti in vetta sono impegnate in gare, le varie coppe europee, che succhieranno energie sia atletiche sia mentali, noi dovremo essere bravi a farci trovare pronti per approfittarne, dovremo cercare di essere all’altezza eliminando nel frattempo quegli errori che ancora sono marchiani sia in appoggio sia in ripartenza. Le statistiche ci danno conforto con i punti messi in carniere, non sono mai stati così tanti a paragone dei precedenti campionati con i tre punti in palio, questo è motivo di orgoglio e deve essere il giusto monito per andare avanti, consapevoli della nostra forza. A fine campionato se saremo stati bravi, avremo il giusto merito, caso contrario faremo il mea culpa su di un qualcosa che poteva essere invece, non lo è stato, tenendo ben presente che il nostro obiettivo primario rimane pur sempre la partecipazione alla massima competizione europea, quella Champions che tanto ci manca! Mentre le altre pensano a come affilare le armi per il prossimo loro impegno, come detto sarà quello europeo, noi dal canto nostro avremo di fronte un toro, speriamo da “matare”, noi dell’Interclub Giacinto Facchetti di Fano saremo presenti sugli spalti nel lunch-match domenicale, dedicando ai nostri beniamini la nostra solita passione, sventolando i nostri vessilli e urlando il nostro amore a più non posso. Ultima considerazione nelle precedenti uscite siamo stati ripagati con vittorie, speriamo di portar bene così che il sottoscritto possa scrivere altre righe d’empatia e amore verso questi colori! …Amala!
Antonio Dibenedetto
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Il calcio che ora… conta!!!
Finalmente! Forse questa è l’esclamazione che i tifosi dell’Inter hanno proferito stasera al termine di una gara fantastica, ma allo stesso modo tormentata, solo per via degli ultimi dieci minuti finali! I ragazzi questa sera hanno dato un saggio importante di quello che sono in grado di fare in campo, i presupposti si erano già visti già domenica scorsa al San Paolo e hanno proseguito anche seguito questa sera. Come spesso accade la felicità non è mai piena, in contrapposizione alle belle giocate, e sono state tante nel corso di questa gara, ce ne sono state tante sbagliate che hanno indotto, nei presenti sugli spalti come a casa, tanta preoccupazione per un risultato in ghiacciaia sino al minuto sessantotto. Poi come spesso accade dopo aver dato, il massimo è subentrata la superficialità (nell’occasione della rete Doriana), e la mancanza di lucidità in avanti per chiuderla in maniera definitiva, tant’è che ci sono state altre occasioni per chiuderla con il quarto goal. Non si possono concedere queste chance a una squadra, frastornata da un gioco spettacolare che finalmente i ragazzi hanno fatto vedere e poi dopo aver dominato in lungo e largo rinvigorirla con errori marchiani? In non amo addossare le colpe a nessuno ma questa sera Handanovic, che in altre circostanze è stato superlativo (in ultimo contro il Napoli), ha commesso errori che di solito non commette, ma non è stato il solo altro capro espiatorio della débâcle nerazzurra degli ultimi minuti, anche Miranda è stato figlio di questa involuzione incomprensibile. Oltre queste considerazioni, vorrei puntualizzare che la bellezza assoluta non esiste nel calcio, non si possono giocare oltre novanta minuti al massimo livello è fisiologico, in questa fattispecie in primis c’è l’Inter, ma questo non deve suonare come un campanello d’allarme, vorrei vederne altre di queste gare magari con un po’ di attenzione in più. Io di questa serata mi tengo stretto innanzitutto una maiuscola prestazione dei nerazzurri, mi si brillavano gli occhi quando hanno compiuto giocate spettacolari e voglio rimarcare in occasione della terza rete, seconda di Icardi, ci sono stati ben dieci passaggi consecutivi di prima intenzione che hanno raggiunto l’apoteosi con l’appoggio facile in rete del nostro “puntero”. Giocate come queste danno il senso che questa squadra sta imparando a conoscersi anzi a conoscere le direttive dell’allenatore, che non lascia nulla d’intentato anzi e sempre lì che incita, che si arrabbia, che grida, che motiva come farebbe un vero “mental coach”. E bene si, per me Spalletti oltre ad essere un buon allenatore è un grande motivatore e con lui è difficile che si molli la presa. I soliti detrattori della beneamata potranno dire, a ragion veduta viste le immagini, che l’Inter ha avuto fortuna e che la Sampdoria avrebbe potuto pareggiare, io rispondo a queste persone che oltre a segnare tre reti i nerazzurri hanno anche colpito ben tre legni che gridano vendetta e impensierito Puggioni in altre circostanze, io di parate strepitose di Samir non ne ricordo, forse una nel primo tempo per il resto pura accademia. Concludendo a queste persone vorrei rispondere anche di stare attenti che stiamo arrivando e che non succede, ma se succede ne sentiremo delle belle. Questa squadra mi sta piacendo sempre più, se prende coscienza delle proprie potenzialità e se vengono smussate certe sfaccettature allora si che saremo competitivi e ci toglieremo parecchie soddisfazioni! …..Amala
Antonio Dibenedetto
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Un bicchiere mezzo …pieno!
Un sabato sera, non qualunque però, come intonava Sergio Caputo qualche anno fa: un sabato italiano, ci consegna una squadra consapevole, della possibilità di compiere qualcosa di buono in questo campionato. Certo i cultori del calcio hanno sicuramente evidenziato che il migliore in campo è stato Handanovic, sicuramente aggiungo io, ma ho l’obbligo altresì di rimarcare che anche Reina ha avuto il suo da fare e se le occasioni del Napoli sono state mancate per una mera questione di centimetri, anche noi siamo andati vicini alla segnatura più volte e secondo me il risultato a occhiali, come si diceva tanti anni fa, è il risultato più giusto. Un pareggio forse figlio di una gara infrasettimanale dei partenopei, dove hanno tirato fuori risorse inaspettate e consumate molte energie, mentre i nerazzurri dovevano fare la gara della vita per raggiungere un traguardo di prestigio. Chi credo a un risultato deludente io invece credo in bicchiere mezzo pieno, vuoi per il prestigio e il calcio che riescono a mettere in pratica i ragazzi di Sarri, vuoi che comunque sono i primi della classe con merito. Io mi tengo stretto non solo il punticino ma anche la prestazione, dalla quale ripartire dando seguito con la stessa determinazione alle future gare. Abbiamo capito che la strada da intraprendere è quella giusta e solo con il lavoro e la cura dei particolari si possono raggiungere obiettivi importanti, credo che la cura Spalletti possa far accrescere il rispetto e la stima per questa squadra, finalmente il massimo campionato ha scoperto un nuovo pretendente: l’Inter! Allo stato attuale non siamo molto belli come vorremmo, ma solo il tempo ci potrà dare ragione e quel sostegno di cui abbiamo bisogno. Si notano ancora molti svarioni specie nell’impostazione delle azioni e delle ripartenze, non siamo ancora molto veloci nelle riproposizioni, ma per ora va benissimo così, credo che quando saranno limate ancora delle sostanziali sfaccettature allora si che saremo una squadra bella anche da vedere, oltre che alla sostanza ci sarà dell’altro da offrire alla critica. Per ora mi tengo i titoli dei giornali e i complimenti degli addetti ai lavori, per il resto c’è tempo a partite della prossima gara con la Sampdoria e dovremo dare seguito a quanto di buono si è fatto sinora! …Amala!
Antonio Dibenedetto
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Un derby di….sofferenza!!!
Ore 22:31 di una domenica non qualunque, una domenica italiana che ci ha consegnato tanta gioia alla fine, ma anche tanta sofferenza causata più che dai nostri demeriti che da meriti altrui e poi accade l’imponderabile, un fallo inutile del difensore rossonero consegna a Maurito la palla dell’apoteosi. Un rigore giusto quanto scellerato e deprecabile è stato il fallo commesso dal difensore milanista, e come spesso accade in queste circostanze le motivazioni dei singoli, ancor prima della squadra, vanno nettamente in contrapposizione. Si presenta sul dischetto del rigore un Maurito motivatissimo, deciso di portarsi a casa il pallone, consegnando agli annali e agli amanti delle statistiche, una fantastica tripletta. Tiro secco palla da una parte e portiere dall’altra e il popolo nerazzurro può gioire e mi viene da dire, parafrasando uno spot politico in voga alcuni anni fa: “per fortuna che Maurito c’è!”. Fantastiche anche le altre due reti precedenti di Icardi, che avvalorano la tesi che si può anche giocare con una sola punta davanti se ben supportata, lui fa tantissimo movimento spaziando per tutto il fronte d’attacco, ma se servito e messo in condizione di nuocere agli avversari diventa davvero “un’arma letale”. Definita la parte conclusiva di una gara che ci ha visto protagonisti, bisogna ahimè anche considerare, ancora una volta, che si è vista un’Inter a due facce. Un primo tempo giocato tenacemente, con voglia, lasciando poca roba ai cugini peraltro mai realmente pericolosi; e come ci accade sovente in questa stagione, ecco che nella ripresa subentra l’ansia della prestazione, non si capiscono le motivazioni secondo le quali si è smesso di giocare lasciando campo e occasioni agli avversari. Certo che il Milan ha spinto in modo coerente vedendo le praterie concesse da un’Inter che si era sfaldata, l’occasione della rete di Suso forse è l’esempio che più calza, gli hanno lasciato uno spazio incredibile, nessuno ha avuto la lucidità di marcarlo, e lui che possiede un bel tiro da fuori area, non gli è parso vero d’impallinare l’incolpevole Samir. Per fortuna, rispetto ad altre gare, abbiamo sempre avuto la forza di reagire alle rimonte avversarie, avendo anche la fortuna dalla nostra, che ha fatto in modo di cambiare un risultato, il pareggio, che pareva scritto e forse facendo il “mea culpa”, ci poteva stare vista la seconda frazione di gioco! Prendiamoci questi tre punti che ci fanno comodo, ma ancora una volta, almeno il sottoscritto non è assolutamente contento del gioco espresso, a sprazzi si è vista l’Inter che tutti sognano, che domina che scende lungo le fasce con un gioco veloce, fatto di scambi di prima e sovrapposizioni, ma come ho sempre sostenuto, non si possono giocare solo poche decine di minuti una gara, nella quale bisogna giocarne almeno novantacinque, fino a quando ci andrà bene, tutto sarà rose e fiori ma quando tutto questo svanirà allora saranno dolori. La classifica ci arride è bellissimo vederci là in alto, ma spero vivamente che questo non sia alla fine così effimero da farci cadere nella dura realtà, ci vuole coerenza nel credere in quello che si sta costruendo, supportato, però da un grande impegno e tanta velocità di esecuzione, le azioni bisogna crearle e tirare in porta con convinzione e in campo bisogna correre. Lo so il concetto è sempre lo stesso in campo ci sono anche gli avversari, ma un grande tecnico diceva che se il pallone lo abbiamo e lo gestiamo noi gli altri si devono adeguare. Questa è la filosofia giusta da adottare e far propria, gli avversari devono percepire un reale pericolo per l’incolumità della loro porta e che non hanno scampo, da un momento all’altro arriva la giocata giusta che possa schiodare il risultato, un po’ come faceva l’Inter del “triplete” che ancor oggi rimane la squadra da prendere ad esempio. Mi rendo conto che non bisogna vivere di ricordi, è vero, ma sino a quando non ci sarà una squadra che possa rinverdire quei fasti, saremo sempre legati nel cuore e nella testa a quei giocatori e quel tecnico che ci hanno reso gli unici e invincibili!…..Amala
Antonio Dibenedetto
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Sufficienza …irritante!
Come già visto in altre precedenti gare, ecco che si materializza un irritante quanto destabilizzante “dejà vu”, con i tre punti incamerati con un’ennesima sofferenza che secondo il mio modesto parere non doveva neanche essere messa in preventivo, ma visti gli ultimi impegni e pressoché veritiera. Già, si parlava dei tre punti, questa è forse l’unica nota positiva, per il resto lasciamo stare, sono sicuro che la stampa non esiterà un minuto a stritolare, peraltro a ragion veduta, una squadra senza né capo né coda, succube di quella forza intrinseca che al momento non hai mai dimostrato per intero. Anche questa volta abbiamo giochicchiato poche decine di minuti, in sintesi il tempo necessario per andare in vantaggio e poi? Basta in campo si camminava, mentre per l’ennesima volta gli avversari correvano, siamo stati alla mercé di un Benevento, pareva il Bayern e al nostro cospetto, che ha fatto davvero un gran figura, ma la cosa irritante e la totale sufficienza che questi giocatori mettono in campo, nel loro comportamento e nelle loro giocate. Si potrebbe dire che comunque l’Inter è seconda in classifica con ben sei vittorie e un pareggio, certo se si vuole pensare solo ai numeri, è vero, ma se si vuole qualcosa di più concreto questo non basta, anche perché la forza non è stata dimostrata con squadre di alto rango, tutt’altro, anche oggi sarebbe stato facile credere in una vittoria senza affanni, forse si per le altre squadre ma non per l’Inter. Noi siamo bravi a essere autolesionisti. La cosa che più mi spaventa è l’illusione di un qualcosa che ora c’è, (dettato forse solo la posizione in classifica) ma che può facilmente svanire, che si potrebbe sciogliere come neve al sole, quando ci troveremo dinanzi a squadre più attrezzate che fanno del bel gioco il loro punto di forza, nei prossimi impegni ci troveremo al cospetto di un Milan che al momento non dovrebbe farci perdere il sonno ma contro il Napoli si! Il timore, secondo me davvero fondato, è che contro gli azzurri ci sarà da soffrire terribilmente, loro corrono eccome, loro giocano e molto bene, fanno girare palla in maniera veloce con inserimenti verticali di giocatori brevilinei davvero eccezionali su tutti Mertens e Insigne, la mera constatazione che giocano insieme da diversi anni depone sicuramente a loro favore. L’Inter come farà a uscire indenne dal San Paolo? L’unica spiegazione logica forse è data dalla constatazione che non si dovrà certo giocare come le ultime gare, ma deve convincere: giocando sul serio com’è prevedibile che sia, avendo giocatori in rosa che si definiscono “campioni”, ma sappiamo che i campioni si fanno valere in ogni occasione e giocano da tali, contravvenendo alla teoria che “do tutto per dieci minuti e poi basta”… in campo si deve fare e dare il massimo! Ora c’è la sosta per le nazionali e l’Inter ha ben tredici calciatori in giro per il mondo che torneranno a disposizione del mister solo a metà della prossima settimana, mi chiedo ci sarà il tempo per preparare al meglio il derby della “Madunina”? Ai posteri l’ardua sentenza per il momento noi tifosi incrociamo le dita sperando che tutti tornino all’ovile in perfetta forma e magari con un rinnovato entusiasmo che solo il giocare in nazionale può darti …Amala!
Antonio Dibenedetto
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Ancora uno spettacolo….indecoroso!!!
In molti, compreso il sottoscritto, hanno creduto che dopo la brutta partita disputata al Dall’Ara martedì scorso, la sesta di campionato avrebbe potuto dare sollievo a tutti i tifosi con una gara di carattere, invece dopo i primi minuti, dove peraltro c’è stata la bellissima occasione di Perisic di poco alta sulla traversa, il vuoto assoluto, il nulla con il solito gioco lento, anzi lentissimo, farcito di tocchi sempre in orizzontale senza creare di fatti alcuna occasione da rete evidente. Il Genoa ha contenuto alla grande agendo in contropiede, anzi ha preso un coraggio inatteso spingendo in più di un’occasione, con questo non voglio dire che il nostro portiere ha dovuto fare gli straordinari, ma quando è stato chiamato in causa, ha risposto alla grande. Si rivisto qualcosina verso la fine della gara, tant’è che su calcio d’angolo c’è stata la rete di D’Ambrosio. Ora la mia domanda è purtroppo sempre la stessa, se non altro perché la sto formulando da diverso tempo ormai, ma è possibile che l’Inter debba giocare solo al massimo venticinque o trenta minuti con un gioco dicono accettabile e per il resto della gara rimanere in balia dell’avversario? Mi chiedo se soffriamo con le squadre di medio-bassa classifica, come ci comporteremo con squadre di altro lignaggio? Certo con la Roma abbiamo vinto, ma con tantissima sofferenza visti i tre legni colpiti dai giallorossi e se poi mettiamo sul piatto della bilancia quello che abbiamo patito per avere ragione di Fiorentina, Crotone e Spal, vittorie che non sono state proprio così limpide, ma che ci hanno fatto credere a quell’inversione di tendenza che abbiamo avuto negli ultimi periodi, in considerazione del fatto di aver intrapreso una strada, sebbene irta di difficolta, ma pur sempre idonea a risollevare in primis gli animi di noi tifosi e poi di una squadra che manca da fin troppo tempo dai vertici che contano nel calcio italiano. Tutto inutile è sempre la solita squadra che fa della sofferenza altrui una prerogativa di gioco, un gioco che latita che non è mai così fluente, che trova fondamento essenziale sull’azione individuale e che propone sempre gli stessi attori, mi chiedo: ma non è che la preparazione è stata sbagliata? In campo i giocatori sembrano così stanchi, come se avessero già disputato tantissime partite e siamo solo agli inizi, senza coppe nel mezzo, figuriamoci sino alla fine. E’ cervellotico credere che una squadra in campo non faccia il proprio dovere, se non compie quel lavoro per il quale è lautamente pagato e come se un muratore al posto di costruire distruggesse. In campo si va con grinta lottando e senza approssimazione, il bene dell’Inter lo devono ricercare per primi loro che indossano una gloriosa maglia, il contorno siamo noi tifosi che non di certo lesiniamo il nostro amore per questi colori e il nostro appoggio per loro che ci rappresentano, ma tutto ha un limite. Se ben oltre cinquantamila persone hanno deciso di ritagliarsi un piccolo spicchio di una domenica qualsiasi, dedicandosi a quell’hobby che amano di più, vorrà dire pur qualcosa se credono ancora in questa squadra, ma essere ripagati con questi spettacoli indegni credo che non se lo meritino, non c’è lo meritiamo neanche noi che di rado andiamo al Meazza, ma anche da casa posso assicurare che le sofferenze sono le stesse, anzi sono amplificate con un nervosismo che ci rimane per il resto della giornata. L’Inter non può permettere all’avversario di turno di lamentarsi per l’occasione sfumata di un risultato positivo, ha il dovere, per la classe che ha in organico di sovrastare ogni altra disquisizione altrui, non ci devono essere lamentele di sorta se giochi come squadra senza avere, come si diceva nel gergo, il braccino corto e tirando indietro la gamba, accontentandosi del minimo per risolvere la gara, ti può andare bene una volta, due volte o anche molteplici altre volte, ma non avrai mai il carattere di una squadra di vertice che in campo non mostra la sua superiorità. Sono queste le gare, dove naturalmente devi avere la forza di evitare sospetti, mostrando la forza di cui disponi e se poi forze esterne o una grandissima giornata del portiere avversario o se colpisci diversi legni, dicono il contrario, non puoi farci nulla ma almeno ti rendi conto di aver fatto il possibile per centrare la vittoria, ma se hai sputato sangue in campo, come dicono in questi casi, nessuno ti potrà mai dire nulla in contrario, né i propri tifosi e nemmeno quell’opinione pubblica fatta di giornalisti venduti sia della carta stampata sia delle emittenti televisive che non aspettano altro per gettare veleno e sentenze su di noi. Tutto è pilotato, ma se continuiamo con questi spettacoli, prestiamo sempre il fianco a facili e deleterie critiche, pensiamo in grande ma lottiamo in campo prendendo esempio dalle piccole squadre che devono salvarsi, con la consapevolezza che però il bagaglio tecnico è nettamente diverso!…. Amala
Antonio Dibenedetto
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Ritorno al….passato!!!!
Se il buongiorno si vede dal mattino, come recita quel vecchio adagio, nel nostro caso vuol semplicemente dire che per quanto concerne la nostra cara e amata Inter, non è cambiata assolutamente nulla rispetto al passato, stante a quanto visto sinora. Sono state giocate solo cinque giornate di campionato, ma già la pazienza sta volgendo al termine nella considerazione che i migioramenti paventati rispetto allo scorso anno se ne sono visti ben pochi. Gli alibi stanno scemando e non vi sono più aggettivi per inquadrare al meglio la nostra squadra dopo la bruttissima gara di Bologna, dove l’onore è stato salvato dagli undici metri con un rigore secondo me, molto generoso quanto discutibile. L’undici felsineo, al nostro cospetto, ci ha quasi ridicolizzato, correndo il doppio e giocando in modo facile e semplice com’è la sintesi del calcio, senza fronzoli da ricercare, ma con molta sostanza socrificandosi in nome di uno sport che molti seri atleti hanno intrapreso come ragione di vita e come mestiere da cui trarre proventi per vivere. In molti si porranno il quesito: e l’Inter? La risposta è abbastanza semplice non adotta questa politica o per lo meno non tutti mettono in campo il corrispondente (in energia) di quello che guadagnano, e se poi ci mettiamo che ieri, secondo me, fra tutti se ne sono salvati o hanno raggiunto la sufficienza solamente in due su tutti quelli scesi in campo, compreso il tecnico, allora è tutto dire. Ai più è apparso evidente che tra le fila nerazzurre c’è chi tira la carretta da solo garantendo, con la propria classe e togliendo come si suol dire le castagne dal fuoco, quelle reti che sin qui hanno contribuito a sancire quelle vittorie tal volta insperate (vedi ad esempio Roma) che ci hanno fatto ancora una volta illudere. Altri invece, riferendomi a giocatori già in rosa da tempo, sembrano così abulici da dare l’impressione, nonostante tutto, di essere dei corpi estranei in seno ad una squadra che, mai come quest’anno, avrebbe dovuto avviare un’inversione di tendenza rispetto alle stagioni passate, invece continua a usare sempre lo stesso comportamento in campo senza adottare un sostanziale quanto perentorio cambiamento, propinandoci ogni volta spettacoli indegni e continue sofferenze! Non riesco a capire cosa possa passare nella mente dei giocatori nerazzurri, il motivo anzi la non motivazione nel cercare di realizzare in campo un gioco corale e una corsa uniforme di tutti, è davvero cervellotico direi quasi incomprensibile. Purtroppo è una mera costatazione se nelle ultime tre partite di seguito siamo stati in balia dell’avversario di turno e forse con la Spal la sofferenza in casa è stata lenita da un gioco forse a volte approsimativo, ma che almeno ci ha portato a qualcosa di concreto, ma Crotone ha fatto vedere una squadra senza nerbo che ha avuto ragione dei calabresi solo nel finale e poi l’epilogo a Bologna già commentato. Avversari non del tutto trascendentali, ma che ci hanno di fatto mostrato quello che purtroppo insegnano sin dalle scuole calcio, corsa con e senza palla, sovrapposizioni gioco con scambi veloci e in profondità, ma sembra che i nostri giocatori forse non hanno ancora recepito e mi chiedo ma non è che sono stati degli autodidatta? Altra domanda mi fa arrovvellare la mente, se sono bastate squadre di basso lignaggio a metterci in difficoltà, cosa succederà quando saremo al cospetto di squadre che non aspettano altro che farci seriamente del male? Ai posteri l’ardua sentenza, ma credo che sarà sempre la stessa storia: noi soffriremo da casa guardando la partita in televisione e loro in campo cercando di limitare i danni “camminando”. E’ risaputo oramai che ognuno gioca per conto suo e se il gioco corale che interpretano vuol dire una circolazione lentissima di palla e passaggi dalla facile lettura, allora vuol dire che davvero non ci siamo, non vorrei sbagliarmi ma anche quest’anno sarà uguale ai precedenti, altro che paventato ritorno nella coppa che conta, dovremo guardarci le spalle da insidie maggiori, da chi ha speso tanto, ma anche da chi ha orami un gioco consolidato e spettacolare cosa che da noi latita da troppo tempo oramai. Non basta azzecccare la partita ogni tanto, non basta credere che la dea fortuna ci assisti in maniera sistematica, ci vuole coerenza e credere nel proprio gioco e lavorare sodo, cosa che secondo me, mi dispiace tanto doverlo ammettere ma che non fanno al meglio, si nota perfettamente dagli svarioni che commettono in ogni parte del campo con errori di superficialità, poi ne vogliamo parlare del fatto che non si riesce più a mettere un cross decente in area di rigore per l’oramai isolato Icardi? Quelle poche volte che è stato servito, si sono viste delle marcature (con la Fiorentina su tutte). Io avrei preferito fare a meno dal formulare un simile sfogo, cosa che secondo me ogni tifoso interista vorrebbe urlare, ma ho dovuto farlo in questo simbolico foglio di carta, per dovere di cronaca visto che ho questo compito, ma questa non è la squadra di cui sono innamorato. Dov’è finito quello squadrone nerazzurro che ci faceva impettire dinanzi a tutti per il gioco e soprattutto per le vittorie? I tifosi nerazzurro accettano anche la sconfitta se la propria squadra in campo dimostri di sapere giocare a calcio, ci sono altri fattori che possono determinare una vittoria o una sconfitta, c’è l’avversario ma inanzitutto ci deve essere la “squadra”. I tifosi nerazzurri, quelli veri, aspettano in silenzio la nuova rinascita, ma deve essere sancita nel breve e prima che tutto non sia orami perduto. Io rimango ancora fiducioso, nonostante tutto e voi?…….Amala!!!
Antonio Dibenedetto
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Solo… il risultato!
In quest‘anticipo di campionato che ci vede giocare di sabato nell’insolito orario delle ore quindici, si è avuta l’impressione di aver ritrovato la solita e vecchia quanto cara Inter, quella squadra che ci ha fatto tribolare tantissimo lo scorso anno, e che ci ha “regalato”, il più delle volte, tanto sconforto che non ne potevamo più. Della gara di oggi salverei solo il risultato e sugli scudi porrei il solo Handanovic, tutti gli altri meglio non parlarne, anzi stendiamo un velo pietoso. Siamo ricaduti nella solita e vecchia considerazione che, come narciso ci specchiamo in un possesso palla sterile, questo è il modo sbagliato per crescere, non convince nessuno e se poi ci mettiamo anche il fatto di giocare sotto tono, senza ritmo, con una circolazione di palla molto lenta, allora ecco servita la prestazione odierna. Io in altre circostanze avevo lodato il comportamento della squadra in campo ma oggi no. Se si vuole diventare una grande squadra, si deve pensare da grande squadra, si deve pressare e si deve correre in campo, in modo adeguato e non lasciare isolata alla mercé avversaria l’unica punta in campo. Certo che il povero Icardi cosa poteva fare di più? Se non gli arrivano palloni giocabili non può prendersi il pallone da centro-campo e magari scartare tutti e fare pure goal, mi viene in mente il grandissimo Pelé nel film Fuga per la vittoria, già ma quello era un film, la realtà e ben diversa. Giocatori come i nostri non possono e non devono avere delle inversioni di tendenza da una giornata all’altra, sembra che giocano senza mordente a volte appaiono depressi in campo, in molti casi non riescono neanche a saltare l’uomo o a mettere in area un cross decente (Candreva docet). Non è mio intendo addossare le colpe a nessuno, ci mancherebbe altro, ma a volte mi chiedo dove sono finiti quei calciatori che facevano la differenza? Non so spiegarmi come si possono interpretare certe gare e se non si sono lasciati per strada punti preziosi, lo dobbiamo esclusivamente alla buona sorte e al nostro colosso centrale Skriniar e a quell’Ivan Perisic che può sonnecchiare per ottantacinque minuti, ma poi tira fuori dal cilindro la perla a sorpresa risolutiva che mette in ghiaccio il risultato, in ultimo il nostro baluardo difensivo, Handanovic che ha disinnescato le occasioni avversarie. Io credo che non si possa essere alla merce di una squadra, non eccezionale quella calabrese, e credere di poter portare a casa l’intera posta giocando pochi minuti di una gara che doveva dare seguito a questo nostro, brillante, inizio di campionato. Certo lo scorso anno la terra calabra ci ha dato un dispiacere che ha pesato e ridimensionato incredibilmente le nostre ambizioni europee e remore di questo fatto, anche quest’anno si è giocato allo stesso modo, non facendo tesoro degli errori commessi. Dobbiamo credere che forse la fallimentare prestazione è solo dovuta al gioco opprimente degli avversari che hanno, con un pressing opprimente, ridotto al lumicino la possibilità di giocata della nostra fonte essenziale per la ripartenza e cioè Borja Valero, raddoppiandolo con diversi giocatori? Non ci sono attenuanti di sorta se vuoi vincere, devi anche essere convincente e noi oggi non lo siamo stati. Spero vivamente, come d’altronde tutti quei tifosi che tengono a questi colori, di non vedere altri spettacoli del genere. Vincere aiuta a vincere ma c’è modo di arrivare al risultato finale, bisogna avere la consapevolezza di aver fatto davvero una grande gara, anche con le presunte piccole squadre e non contare sempre sul singolo, la squadra è quell’insieme di persone finalizzato allo svolgimento di un compito e al raggiungimento di un obiettivo, quindi non è il singolo. Spero che questa condizione rientri negli schemi mentali dei giocatori……Amala!
Antonio Dibenedetto
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