Veni, vidi, vici: parafrasando la storica frase di Giulio Cesare della vittoria contro l’esercito di Farnace II, i ragazzi ieri sera hanno conquistato dei fantastici tre punti nella campagna di Roma, giocando una gara dai molteplici aspetti, che hanno determinato la caparbietà della ricerca del risultato da grande squadra. Le premesse non sono state positive, in un primo tempo a lunghi tratti dominato dai giallorossi, anche se era l’Inter a passare in vantaggio, per poi farsi sorprende con il ribaltamento del risultato a fine dei primi quarantacinque minuti. Certo abbiamo subito due reti con errori madornali che non commettevamo da tantissimo tempo, ma ci sta tutto, vuoi per l’agonismo romano, vuoi per la nostra voglia di recuperare quanto prima l’errore di aver lasciato libero Mancini in occasione del pareggio, ecco che poi si lasciano certi spazi che non sono certo da noi. E poi la rete dell’italo-egiziano-romano, ne vogliamo parlare? Ha percorso indisturbato una prateria a disposizione, e poi concludere a rete con un tiro che è stato oggetto di una palese condivisione, della dea bendata, che l’ha certamente l’ha aiutato: eccome! Mi fa piacere la dichiarazione a fine gare dei ragazzi su tutti, quelle di Bastoni, che ha rimarcato il loro primo tempo che è stato interpretato al di sotto delle loro possibilità, è anche vero che però era raggiante per la sua rete del definitivo “the end”, di una gara sovvertita da un secondo tempo magistrale. Sicuramente negli spogliatoi, si saranno guardato negli occhi, e con coesione hanno ben inquadrato la possibilità di riuscire a portare a casa la vittoria. Tant’è che è bastata anche una chiamata di Inzaghi squalificato, che sicuramente avrà acceso in loro la fiducia, nella possibilità di condurre in porto la gara, nonostante le avversità climatiche che in un certo senso aiutano chi gioca di rimessa, essendo in vantaggio. Fortunatamente così non è stato, i ragazzi sono entrati in campo con il piglio giusto, quello della grande squadra che vuole sovvertire lo status quo, così dopo una mangiata di minuti è arrivata la rete di uno straordinario Marcus Thuram, sempre più parte integrante di questa squadra. Quando il toro è leggermente appannato, ecco che il francesino ci pensa lui, con quella classe che è insita nel suo essere: davvero un bel giocatore! La gara nella gara ha mostrato, se ancora qualcuno non l’avesse rimarcato, la straordinaria capacità di far gioco, di far girare la palla, con quella voglia di ottenere un risultato attraverso l’unico sistema conosciuto: il gioco! E’ assurdo quando s’impegnino le meningi dei detrattori dell’Inter per trovare un minimo appiglio per contestare una palese vittoria, apparsa evidente a tutti, in special modo rappresentanti della sponda giallorossa, su tutti il tecnico De Rossi e il giocatore Mancini che, nell’intervista post gara, hanno definito assolutamente legittima la vittoria nerazzurra, ma in talune persone ciò non è apparsa tanto limpida, si cerca il sotterfugio, il presunto aiutino. Il massimo l’ho ascoltato al riguardo del presunto fuorigioco di Thuram che, essendo in posizione errata che seppur non influente, avendo toccato Rui Patricio quindi, secondo la legislatura pallonara, la rete di Acerbi andava annullata. Mi chiedo ma questi ci sono oppure ci fanno? Non basta giocar bene e dimostrare sul campo il proprio valore, tocca sempre combattere con queste persone la cui bile ha pervaso tutti i neuroni del loro inutile cervello, capace di partorire e discernere motivazione che non stanno né in cielo che in terra. Il loro rosicamento è la nostra forza, quella di lottare sempre soli e contro tutti, ma grazie al supporto dei tifosi anche ieri encomiabili, si possono raggiungere traguardi indicibili. Noi non ci facciamo mancare nulla, le nostre emozioni vanno a mille, e proseguiremo per la nostra strada, come recitava un vecchio adagio: più nemici più onore. Combatteremo sempre con le nostre armi: la lealtà, la forza e la consapevolezza di essere davvero una grande squadra, e poi siamo l’Inter cosa aggiungere altro, nulla!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Ebbene sì, un’altra vittoria a “corto muso”, ma voglio sottolineare che in nostro non è come quello “dell’acciughina livornese”, abbiamo dominato una gara che da più parti definivano come la madre di tutte le gare, molto importante ai fini del raggiungimento del tricolore, secondo me non è così, anzi, siamo ancora lontani dal definire la vittoria di ieri come essenziale ai fini della conquista del campionato, importantissima questo è vero, ma non definitiva. I ragazzi hanno disputato una gara sontuosa al cospetto di una squadra, i non colorati torinesi, che si sono dimostrati quelli che sinora hanno fatto vedere: un non gioco, tutto concentrato sulla ripartenza, e se vogliamo definire che, nei novantacinque minuti e passa di ieri, una squadra ridimensionata al nostro cospetto, questo sì! Il risultato è davvero bugiardo e mi viene da sorridere, nelle varie trasmissioni televisive private, presunti giornalai juventini affermare che si è vinto grazie a un’autorete, allora queste persone hanno davvero il cervello in panne, affermare una cosa del genere vuol dire avere davvero il para-occhi. Devono ringraziare l’abilità del loro portiere se non è finita con un risultato più sontuoso, un palo di Calhanoglu che grida ancora vendetta. Poi ne vogliamo parlare dell’ennesimo errore sotto porta di Arnautovic? Certo Szczesny ha fatto una grandissima parata sul tiro dell’austriaco, ma un’attaccante del suo lignaggio, non può fallire un’occasione simile. Per non parlare della bellissima risposta su tiro a colpo sicura di Barella, su assist di Dimarco, non facile ma bellissima la coordinazione del nostro Nicolò. Voglio rendere merito a tutti i ragazzi per la prova offerta ieri sera, in ogni reparto sia ben chiaro, ma devo dare il giusto merito a due giocatori in particolare: Hakan Calhanoglu grandissimo giocatore che si sta integrando sempre più nel tessuto nerazzurro con la dimostrazione, sempre più convincente, che è parte integrante di questa squadra, capace di lanci illuminanti e di un’intelligenza tattica fuori dal comune, per questo il mio ringraziamento ai cugini rossoneri, sarà sempre profondo, per avere lasciato partire un simile giocatore. Discorso particolare per un giocatore che invece sta cercando di essere determinante, al suo primo anno, capace di fare le due fasi in modo eccellente, ma di questo non avevamo dubbi, le sue doti le aveva già espresse al Bayern di Monaco, un “usato sicuro”, che anche ieri sera ha disputato una sontuosa gara, annichilendo gli avanti non colorati e proponendosi, come in occasione della rete nerazzurra, in modo convincente: sto parlando di Pavard. Anche se il direttore del Corriere dello Sport, il tuttologo saccente giornalaio, tale Zazzaroni, l’ha definito un buon giocatore e nulla più, tra l’altro pagato profumatamente, ma che non valeva i soldi spesi. Caro il mio “Zazzeroni” farlocco, prima di emettere sentenze e parlare dei giocatori nerazzurri, dovresti prima di tutto documentarti e attendere il compimento della stagione, per ora noi ci teniamo stretto il francesino, e poi se questi sono i presupposti, a fine stagione ne riparleremo. In buona sostanza, certo parlare di solo due calciatori appare oltremodo riduttivo, per il semplice motivo che tutti i ragazzi hanno giocato ben oltre la sufficienza, c’è chi in pagella ha dato un 5,5 a Lautaro, sicuramente non è stato brillante come al solito, ma il “toro” il suo lo fa sempre, è costantemente una spina nel fianco delle difese avversarie. A noi sta bene così, dopo tutto è il capocannoniere principe del campionato e se poi tira il fiato un pochino, va bene uguale. La rivincita di Inzaghi, capace di dare a questa squadra un gioco a tratti fantastico, se vogliamo trovare il cosiddetto pelo nell’uovo, la sua pecca principale è non avere in panchina degli attaccanti all’altezza dei titolari, avrebbe dovuto imporsi maggiormente in società cercando delle alternative valide. Arnautovic non può giocare nell’Inter, forse da giovane era tutt’altra cosa, ma ora gioca prevalentemente da fermo e rallenta la squadra e poi se continua a mangiarsi goal simili, mette in sofferenza tutti dai giocatori a noi tifosi, per l’Inter ci vuole ben altro! Ora testa al recupero delle ingenti energie profuse ieri sera e pensare, lavorando bene, al prossimo incontro, a Roma contro i giallorossi, ci attende una gara fondamentale per il prosieguo del nostro campionato, in considerazione che il mese di febbraio sarà davvero infernale, nel quale ci saranno tante gare e dove si deve, gioco-forza, attingere dalle risorse di tutti i giocatori in rosa. Nulla è scontato ogni gara una battaglia, noi siamo fieri dei nostri guerrieri, perché allo stato attuale non si fanno prigionieri, noi siamo l’Inter e la nostra fame è atavica, pronti a tutto per l’unico scopo: la vittoria!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Usando una terminologia cara a quel chiacchierone, tale mr. Burns, fantomatico allenatore dei non colorati, ho voluto dare il titolo a queste mie considerazioni, però devo fare un distinguo, che è basilare. Il corto muso del succitato allenatore era dovuto alla costatazione che, sino a poco tempo fa, la sua squadra vinceva, accontentandosi del golletto rimediato, di riffa e di raffa, fornendo sul terreno di gioco, un non gioco fine a sé stesso, continuando in questo modo, sino a quando ha trovato e inseguito un filotto che gli ha fatto crescere tantissima autostima. Diversamente il nostro corto muso è stato delineato, da molteplici e diversi aspetti molto importanti, nell’economia della gara, spiego meglio. Se siamo la squadra che è meno battuta e ha realizzato il maggior numero di reti nel campionato di massima seria, vorrà pur dir qualcosa, di conseguenza i ragazzi ieri sera hanno fatto una gara “tignosa”, mettendo sul campo tantissima determinazione, giocando la proverbiale gara da “provinciale”, ribattendo colpo su colpo, ma creando in varie occasioni i presupposti per poter fare più reti, non concretizzando per questo le tante occasioni create, mentre in talune gare i non colorati hanno difeso strenuamente l’unica rete realizzata. Altro aspetto fondamentale credo, con quello accaduto ieri sera, sia stato una volta per tutto cancellato il dubbio del complotto ai danni di tutte le squadre a favore dei nostri colori, perché un rigore simile, quello sanzionato per quell’uscita imprudente di Sommer, è stata fischiato con troppa facilità, non considerando, come si denota dal frame posto da cappello a quest’articolo, che Sommer prende prima il pallone e poi conseguentemente il volto di Nzola. Sicuramente non poteva fare altrimenti visto che era proteso in quell’uscita, non poteva certo tirarsi indietro, né tanto meno scomparire. Mi preme altresì sottolineare, come i giudizi degli addetti ai lavori non sono mai uguali, talvolta discostano gli uni dagli altri, si grida allo scandolo per questo intervento, ma nessuno ha detto che in Cagliari Milan di due anni fa, l’uscita ancor più sconsiderata di Maignan, che non prende assolutamente il pallone anzi colpisce il giocatore del Cagliari, non fu fischiato il calcio di rigore definendo quello un normale scontro di gioco. Questa disamina fu dettata dall’esporto di Dazn, l’ex arbitro Marelli, che definì normale quell’uscita assassina, mentre ieri è stato da più parti concordato come rigore sacrosanto.
Io dico a queste persone una volta tante fate la pace con il cervello, essere razionali e realisti non guasta: anzi! Alla fine però quello che mi è piaciuto ieri sera, è stata la voglia di vincere dei ragazzi, pronti al sacrificio totale, consci che due terzi del centrocampo titolare era assente, come anche il braccetto di sinistra. Però è altresì vero che bisogna ammettere, comunque, che i sostituti sono stati all’altezza, in considerazione che hanno reso possibile il risultato come tutti i compagni, ribattendo colpo su colpo, degli avversari viola, in ogni parte del campo. Secondo me la gara di ieri al Franchi, ha posto un tassello importante verso un traguardo alla nostra portata, se comunque riusciamo a essere una squadra giocando come sappiamo, nulla ci è precluso. Intanto siamo riusciti a riprenderci il posto che ci compete, la vetta del campionato, affrontando la squadra torinese con la possibilità di incrementare il vantaggio nei loro confronti, ma anche di lasciarlo invariato, considerando che avremo anche una gara da recuperare contro l’Atalanta a fine febbraio. Tutti questi presupposti ci potranno dare la certezza che dovremo si, lottare in tutte le gare che disputeremo in febbraio, ma è altresì vero che terminato questo tour-de-force, sapremo dare un senso alla nostra stagione in una prospettiva futura davvero rosea, ma dovremo essere quell’Inter perfetta macchina da guerra vista sinora, senza sbavature ne errori palesi di leggerezza, che talvolta vengono compiuti con superficialità. Intanto abbiamo implementato la nostra bacheca con la conquista dell’ennesimo trofeo, che appare verosimilmente cucito addosso al nostro mister Inzaghi, che attualmente è il tecnico più vincente in Italia di questo trofeo. Consapevoli che febbraio tra l’altro, sarà anche il mese della ripresa della Champions in cui ci dovremo affrontare con gli spagnoli dell’Atletico di Madrid, in uno scontro che ci potrà portare in paradiso oppure sprofondare, in caso di risultato negativo, nel più profondo degli inferi, tutto però a tempo debito, ora bisogna lavorare in questa settimana con la consapevolezza che battere i non colorati torinesi, sarà la prerogativa principe della nostra stagione, se realmente vogliamo creare e ambire a qualcosa d’importante. Domenica 4 febbraio alle 20.45, scoccherà l’ora della verità e sino alle 22.30 o giù di lì, nessuno potrà essere tranquillo di un risultato che vogliamo ottenere con tutte le nostre forze, i ragazzi in campo, saranno supportati da un tifo senza limiti in uno stadio colmo sino all’inverosimile: forza ragazzi noi ci siamo e siamo sicuri che lotterete per noi, infondendo nei nostri cuori tantissimo orgoglio: noi siamo l’Inter e non c’è altro! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Piccola considerazione prima di rendere onore alla bellissima gara di ieri sera, mi preme sottolineare che dopo una settimana dove ci hanno tacciati per i predatori del campionato, di essere aiutati in lungo e largo come se fossero stati gli arbitri a fare lo score che abbiamo ottenuto durante le 19 giornate di campionato. Di errori arbitrali e del var ne hanno usufruito un po’ tutti e non solo l’Inter, ragione per cui ognuno deve guardare in casa propria senza gridare allo scandalo per un qualcosa che si verifica e che viene guardato con l’occhio del becero tifoso e non da sportivo. I nostri detrattori e non solo i giornalai al servizio dei club più in vista, devono verificare il reale stato delle cose, considerando che talvolta il lupo si traveste da agnello, quando non riesce a ottenere quello che vuole, a buon intenditor. Credo che nei ragazzi sia subentrato una sorta di chiusura da tutto ciò che preveniva dall’esterno e che si siano concentrati nella gara del Brianteo, e per come s’è conclusa, dico in maniera più che positiva. Veniamo a ciò che è accaduto ieri sera, forse i ragazzi ricordando ciò che è accaduto lo scorso campionato, nel quale i brianzoli ci sottrassero ben quattro punti su sei, questa volta però i ragazzi sono partiti a spron battuto annichilendo gli avversari, se solo dopo un quarto d’ora avevamo posto le basi per un successo del tutto meritato: 2 a 0 e partita in discesa! Non riesco, a mente fredda, nel riconoscere un solo giocatore nerazzurro sotto la sufficienza, anzi tutti ben oltre. Sugli scudi metterei come di consueto ben tre giocatori, nell’ordine un Hakan Calhanoglu infallibile dal dischetto, davvero una sentenza, ma anche stoccatore quando si presenta l’occasione. Quindi il capocannoniere della serie A, il nostro Lautaro Martinez con ben diciotto centri, giocatore a tutto campo capace d’impostare ma letale nel momento di finalizzare, ma del suo partner d’attacco ne vogliamo parlare? Quel Marcus Thuram davvero eccezionale, mai egoista che favorisce il compagno meglio piazzato, regalando dei cioccolati solo da scartare, vero Calhanoglu; ma poi mettendosi in proprio realizza una rete fantastica, rendendo più che plausibile quella manita che gratifica una sontuosa gara di tutti, di fatti esorcizzando lo spauracchio Monza che tutti credevano ci fermasse, specie quei gufi che si logorano il fegato vedendoci vittoriosi, ecco che sono stati serviti: ci vuol ben altro! Godiamoci questo più cinque sui non colorati torinesi, sperando che lo “Scansuolo” non si comporti come al solito da modesto sparring partner, ma dimostri il proprio valore con un Berardi motivato e motivatore per i suoi compagni. La gara perfetta direi non esiste, ma ieri sera i ragazzi hanno disputato una gara che davvero rasenta la perfezione, peccato solo per l’ammonizione di Hakan che dovrà saltare la prossima gara in casa della viola, mentre sarà presente nel neonato torneo di Supercoppa contro la Lazio. Per noi tifosi sarebbe stato più consono la squalifica contro la squadra capitolina e ritrovarlo magari in finale di Supercoppa e quindi in formazione a Firenze, come accade in questi casi purtroppo, bisogna fare di necessità virtù. Il potere economico nel calcio prevarica sempre più quelle che sono le condizioni essenziali nel calcio, mi chiedo ma era così necessario imporre alle squadre il tour de force in Arabia Saudita? Perché cambiare la formula di conquista di questo trofeo? Che senso ha gratificare chi è arrivato secondo in campionato e la perdente della finale di Coppa Italia? Sono delle domande che avrebbero sicuramente meritato delle risposte consone, da chi ha organizzato tutto ciò, certo esportare il nostro miglior prodotto, il calcio, in quella terra che ha fame di pallone, avrà sicuramente fruttato tantissimi milioni da destinare a pioggia sulle squadre partecipanti, con il benestare del consueto agio della Federazione, a cui importa incamerare soldi freschi, infischiandosene delle tante gare da mettere nelle gambe di giocatori che avranno comunque ancora tantissime gare da disputare sino alla conclusione dei vari tornei. Credo che tutto sia stato accettato con il placet delle società anch’essa affamate di nuovi introiti. Il calcio è spettacolo e tutto ciò è conseguenziale, ma è anche vero che ci sono degli obiettivi stagionali da centrare, non si possono vanificare tutti gli sforzi compiuti sinora, solo con la certezza di centrare qualche obiettivo scegliendolo a discapito di un altro. Il gioco del calcio non è una scienza esatta, oppure come direbbero chi ne sa di più: il pallone è rotondo e non si può prevederne la corsa finale. In casi come questi bisogna avere un elevato grado di giudizio e raziocinio, cercando la soluzione migliore per non aggravare di acido lattico, per le tantissime gare da disputare, i calciatori che potrebbero avere delle ripercussioni muscolari. Tutti noi facciamo i consueti debiti scongiuri, affinché i nostri giocatori possano ritornare in Italia integri, con la testa libera per affrontare gli impegni successivi, che sono davvero importanti per noi come il campionato e la Champions. Io credo che di questo ennesimo trofeo da esporre in bacheca non porterà tanta fama al nostro club come potrebbe essere la vittoria del campionato oppure un buon piazzamento finale in Champions, sono questi i trofei che ti rendono giustizia, la supercoppa lasciamola a chi necessità di questa gratifica: noi non sappiamo cosa farne! Ovviamente queste sono considerazioni da tifoso, da chi ama questi colori, è altresì vero che sia Inzaghi che la società vorranno centrare questo ennesimo trofeo, contrariamente da tutto ciò che ho espresso in precedenza, chi va in campo e gestisce ogni cosa sono coloro che sono demandati a questi compiti, noi dobbiamo solo accettarli e non lesinare il nostro apporto di tifo incondizionato, perché torno a ripetermi: l’Inter si ama a prescindere da ogni altra considerazione! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Ennesima giornata di campionato che presta il fianco alle alterazioni giornalistiche di ciarlatani giornalai, che non attendono altro che screditarci, rimanendo sempre lì proni, al varco, per metterci contro l’opinione pubblica. Stavolta gridano allo scandalo, alla sconfitta mirata e voluta dai piani alti, a detta del direttore sportivo scaligero, che ha inveito contro il sistema e in primis contro di noi. Una sola domanda mi viene da porre a questo personaggio davvero insulso, ma perché non s’è lamentato allo stesso modo contro i non colorati torinesi per l’incontro di wrestling posto in essere dal macellaio Gatti contro i suoi giocatori? Certo è più semplice lamentarsi contro l’Inter, non ha mezzi d’informazione che posso dire il contrario di tutto, per ciò che viene definito scandaloso, noi dobbiamo difenderci da soli, gli altri possono passare impuniti con azioni davvero da codice penale, noi il minimo contrasto contro viene ingigantito, mentre a favore viene lasciato al caso, per questo caro direttori si guardi l’azione che ha portato al vostro pareggio, viziata da un intervento nei confronti di Arnautovic, non sanzionato: era tutto regolare? Poi ultima analisi, se come dice lei, il palazzo aveva definito, prima di giocarla, la vittoria nerazzurra, non richiamava l’arbitro al Var per sanzionare un rigore che è andato oltre il centesimo minuto di una gara, tutto sommato tranquilla. Se poi quest’occasione, che avete avuto, ma l’avete maledettamente sbagliata non è certo colpa dell’Inter. Quindi prima di mandare jatture e strali contro chi s’è meritato i tre punti, bisogna fare un po’ di autocritica, evidenziando che il Verona non ha fatto nulla durante la gara per meritarsi un pareggio che sarebbe divenuto davvero una beffa, per le molteplici azioni create e non concretizzate dai nostri ragazzi. Dopo aver posto in essere quelle che sono le mie personali considerazioni, ritengo però che siano avvallate dalla maggior parte di chi vuol bene a questi colori, veniamo alla gara giocata. L’epifania ci stava portando del carbone, certo in campo potevamo e dovevamo fare meglio, in considerazione delle molteplici occasioni che sono state create. Fortunatamente è tornato in campo un Lautaro carico a mille che ha concretizzato una bellissima occasione corale, con il suo suggello fantastico. Sono state tante altre le occasioni in cui si sarebbe potuto raddoppiare, ma chi è causa del suo mal pianga sè stesso, prestando il fianco, come accaduto difatti, a l’unica occasione scaligera che ha infilato il nostro portiere. E’ davvero avvilente considerare Arnautovic l’alter ego di un stupendo Thuram, difatti quando è entrato l’austriaco ha solo creato nocumento alla squadra, sbagliando due reti incredibili facendoci soffrire sino alla fine. Mi chiedo, va bene fare una sorta di cambi programmati, ma caro mister Inzaghi, che senso ha avuto fare entrare l’austriaco e togliere il francese, sempre più parte integrante di questa squadra? Un ragazzo di ventisette anni, nel pieno della sua maturità di giocatore, che sta bene fisicamente e s’è visto dalle sgroppate che ha effettuato in tutto l’arco della gara sino a che è stato in campo, risulta cervellotico fare entrare un giocatore che gioca oramai da fermo e il più delle volte fa fallo sull’avversario, cercando di avere la meglio ma nel frattempo non cava il cosiddetto ragno dal buco? Ha senso tenere in rosa dei giocatori simili? Per non parlare di colui che risulta sempre più un corpo estraneo, si vede lontano un miglio che oramai scalda solo la panchina, supportato dall’avidità di denaro che è intrinseca nel suo essere: Sanchez è stato giusto riprenderlo per quello che ha causato lo scorso anno? Io ritengo che sarebbe stato più utile alla causa meneghina, tenere in squadra dei giocatori che avrebbero sputato sangue per quei minuti che gli sarebbero stati concessi, tanto per citare un nome quell’Oristanio lasciato al Cagliari, oppure uno dei tanti ragazzotti della primavera, lasciati in giro a farsi le “ossa”, secondo me progettualmente più utili alla squadra di quei due dinosauri a cui è stata data la nostra gloriosa maglia. La certezza che non sarebbe potuto accadere sta nel fatto che Inzaghi ha in mente un solo modo di giocare, non conosce cosa vuole dire inserire forze nuove, si denota che con non ha alcuna fiducia in quei giovani che sono la linfa della rosa, i cambi bisogna farli con coerenza e non sempre gli stessi, giusto per farli, ci vuole raziocinio non sempre si toglie un attaccante che sta facendo bene, per inserire in campo un altro che stenta a restare in piedi, tutto ciò vorrebbe dire che non si ha il polso della situazione, ma si agisce solo in modo scriteriato e senza costrutto. Abbiamo le spalle larghe per sopportare tutte le critiche che ci piovano da tutti colori che si professano saccenti di questo sport, ma se poi ci mettiamo anche del nostro, allora vuol dire che siamo proni all’essere vessati in maniera continua, perché se si fosse concretizzato almeno in parte quello creato, ora parlavamo d’altro. Caro mister Inzaghi, non ci sono più appelli, devi dimostrare di essere un allenatore da Inter, quest’anno è decisivo per conquistare ciò che ci appartiene, devi dimostrare di valere altro che le coppette nazionali, certo che implementano la nostra bacheca, ma di certo non s’entra nella storia di un club e noi di storia ne abbiamo tanta, ma ne vogliamo ancora di più! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
La gara di ieri sera ha sancito una condizione secondo la quale possiamo, con certezza assoluta, asserire che anche l’Inter è una squadra umana, fatta di pregi e difetti, che hanno evidenziato un carattere alquanto labile, quando gli avversari pongono, sul campo una battaglia senza pari, fatta di scontri al limite del consentito, o forse qualcosa in più, concesso a taluni gladiatori dal dna che non può essere in nessun modo messo in discussione, neanche dall’arbitro di turno. E’ innegabile che sull’azione della rete di Arnautovic ci fosse uno spintone a mani tese di Bisseck nei confronti di Strootman, tutti i giornalai si sono sfogati vomitando ancor di più i peggiori epiteti nei nostri confronti, ma è altresì vero che nessuno, di questi saccenti conoscitori del verbo pallonaro, come se fossero gli unici depositari del gioco del calcio, ha posto in evidenza il comportamento, del tutto fuori luogo in contrasto con quelli che sono i principi di lealtà calcistica e di sportività, del metalmeccanico Dragusin, un picchiatore dal dna gobbo, forgiato in un altopiano piemontese, dove formano taluni personaggi (Chiellini docet) che non si fermano dinanzi a nulla e nessuno, ne sa qualcosa il nostro portiere Sommer reo di aver parato e ricevuto un calcione in capo. Non finisce qui, per il semplice motivo che anche il buon Frattesi ha dovuto scontrarsi con il gomito alto di questo energumeno, senza che nessuno, tra il direttore di gara e var, ponesse alcuna eccezione di quest’intervento davvero rude. Comunque in questi casi tocca vedere il bicchiere mezzo pieno, siamo stati fatti oggetto di una caccia all’uomo senza pari, da una squadra che usa la mazza e non il fioretto, la rudezza al bel gioco, forse non ha altro schema di gioco se non quello, poteva andar peggio. Non ci rimane che prendere in pieno la constatazione che il pareggio, anche se a malincuore, ci sta stretto se non altro per quello che tutto sommato è stato creato in campo. Ritengo che è stato salutare questo stop, parziale per carità, che ci ridimensiona forse agli occhi di chi già ci vedeva con il vento in poppa verso il fatidico tricolore, ma non agli occhi di noi tifosi che crediamo nel valore della nostra squadra e sappiamo di come e quando attendere il momento per esultare, tutto a tempo debito. Non tutto è stato rimesso in gioco, sinora abbiamo cinque punti sulla seconda in classifica, anche se è vero che deve ancora giocare la gara contro la Roma, quindi non tutto è ben definito e mai dire mai in casi come questi, magari la laurea, effimera, di campione d’inverno potrebbe arrivare anche stasera! Ora testa alla chiusura del girone di andata, pensando che la nostra fortuna è dietro l’angolo, dobbiamo essere bravi a impossessarcene, come dico sempre dobbiamo essere solo noi gli artefici del nostro futuro, lasciando gli altri con le pive nel sacco e con la bile a mille per le loro sconfitte a leccarsi le ferite. L’ultima gara del girone d’andata contro il Verona, sancirà la chiusura di una prima parte di campionato che ci ha visto, nonostante quello che dicono sempre i soliti saccenti giornalai, sempre protagonisti con uno score del tutto invidiabile, mettendo tutte le altre squadre nel ruolo che compete loro: da comprimari. In conclusione rinnovo i miei migliori auguri di un buon anno a tutti i fratelli nerazzurri e soci dell’Inter Club Giacinto Facchetti di Fano, di un 2024 che veda splendere nell’azzurro cielo il nostro vessillo che c’inorgoglisce sempre più e di cui siamo profondamente innamorati! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
L’antivigilia del Santo Natale ci regala la possibilità di trascorrere le feste al meglio, con il primato sempre più consolidato e tantissima autostima di poter fare sempre meglio, in considerazione delle tante defezioni in squadra, le ultime in ordine di tempo, quelle di Lautaro e Dimarco. La giusta risposta a chi ci tacciava per essere una squadra fortunata, che non ha subito alcun infortunio, considerando questa condizione essenziale come merito primario per la nostra posizione in classifica, ritengo invece che la nostra squadra sopperisce a queste defezioni, con gare di grinta e giocate con criterio, certo se manca il nostro ariete, anzi il nostro “toro” Lautaro diviene tutto più difficile e complicato, fortunatamente le reti non sono mancate, con altri protagonisti certo, ma nel momento del bisogno, la squadra reagisce con l’unione e la coesione da grande squadra. E’ innegabile che non è stata una delle migliori partite, ma i ragazzi hanno disputato una gara gagliarda portando in auge un giocatore che ha atteso pazientemente il suo turno e poi, in maniera prepotente s’è fatto vedere, mi riferisco a Bisseck, oltre alla rete molto bella di nuca, ci aveva provato in precedenza con un maestoso colpo di tacco, centrando la traversa. Si sta integrando sempre più nello scacchiere nerazzurro, e si vede dalla tranquillità delle sue giocate, ma a maggior ragione, vista la sua giovane età, sarà un’arma in più per il futuro dell’Inter. In contrapposizione, vi è un giocatore che cerca in tutti i modi di essere utile alla squadra, dispiace per Arnautovic che ieri pomeriggio s’è divorato letteralmente un paio di reti, purtroppo capita anche questo, ma dico in tutta verità, che s’è parzialmente riscattato con quel colpo di tacco magistrale e smarcante, come un cioccolatino solo da scartare, Barella s’è trovato solo soletto dinanzi a Falcone che non ha potuto far nulla per evitare una rete farcita di tantissima classe: chapeau per tutti! Questa squadra ha tutte le carte in regola per diventare un team fantastico, con un gioco a tratti davvero spettacolare e si sta avviando, ancora due gare per effettuare il giro di boa, laureandosi campione d’inverno, certo un titolo effimero, però da concretezza alle proprie ambizioni, perché questa società vuole la seconda stella, ma non solo, tutti noi tifosi cerchiamo la supremazia meneghina, che potrebbe darci sempre più lustro al nostro al cospetto dei cuginastri, ai quali già abbiamo fatto un regalo due stagioni fa, non credo sarà il caso di fare altri regali a qualsivoglia squadra, dobbiamo essere cinici e pensare esclusivamente a noi stessi. In conclusione, vi porgo i miei migliori auguri di buone feste, per il Santo Natale alle vostre rispettive famiglie di prosperità e pace, con l’augurio primario di poter gioire e festeggiare tutti insieme…Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Con la gara di ieri sera all’Olimpico, s’è resettata una condizione di soggezione particolare, che negli ultimi anni ci vedeva sofferenti e sconfitti al cospetto dei biancazzurri, tuttavia pur disputando delle belle gare con gioco e occasioni, venivamo puniti oltremodo, stavolta però, con coerenza è stato sfatato questo tabù con una prova maiuscola, direi davvero una gara perfetta dei ragazzi! Ci sono state delle giocate davvero belle, agli occhi di noi tifosi, e senza il timore d’essere smentito, come direbbe il mitico Josè Altafini, sono da manuale del gioco del calcio, dalla pagina 15 a seguire. Non abbiamo lasciato nulla ai laziali, davvero le briciole, in tutto l’arco della gara forse una sola unica occasione, dove avrebbero potuto anche pareggiare, con Rovella che ha sradicato la palla a un molle Calhanoglu, involandosi verso la porta di Sommer che con attenzione ha neutralizzato il paventato pericolo, il resto: nulla. Tanto gioco ristagnato a centrocampo con le nostre ripartenze davvero letali, considerando che, i così definiti braccetti non hanno fatto gli straordinari, in compenso tutti i ragazzi in campo hanno avuto un atteggiamento davvero propositivo, volevano la vittoria e l’hanno ottenuta, giocando una gara davvero bella! Il possesso palla dei ragazzi è stato ben oltre il cinquanta per cento, con conclusioni ben dodici e otto nella porta, tant’è che Provedel ha compiuto due veri miracoli nel finale della gara su due belle conclusioni di Mkhitaryan, in sintesi i ragazzi hanno meritato in lungo e largo una vittoria in cui c’hanno creduto sin dagli albori, e portato a casa. Mai come stavolta s’è notata la voglia di vittoria, quella capacità di esercitare la potenza tecnica che appartiene ai nostri ragazzi, nell’aria v’era come un alone di superiorità che poteva assolutamente stabilire un cambiamento nel regime tattico e di marcia in qualunque momento, andando in rete con azioni mirate e ben orchestrate. Con la gara di ieri sera, s’è avvertito, ancora una volta di più che mister Inzaghi ha tra le mani un bolide, una Ferrari da competizione, alla quale non si può chiedere di marciare a ritmi ridotti, deve poter scalare tutte le marce che ha a disposizione, in un motore che oramai ha fatto il dovuto rodaggio, e spingendo sull’acceleratore si avvia facilmente verso risultati di un certo spessore. Archiviato con un certo affanno e apprensione, ma con due giornate d’anticipo, il passaggio agli ottavi di Champions, certo come secondi nel girone, purtroppo situazione figlia della scellerata gara di Benfica, il fato ci ha reso giustizia, destinandoci dall’urna di Nyon, una squadra alla nostra portata, quell’Atletico Madrid del Cholo Simeone, vecchia conoscenza con cui ci confronteremo in febbraio, sperando di avere la testa libera e pronta a quell’impegno di vitale importanza, perché poi seguiranno impegni sempre più delicati, a partire dallo scontro diretto con i non colorati torinesi. Per questo, a maggior ragione, abbiamo l’obbligo di giocare tutte le partite sino a quel momento, al meglio delle nostre possibilità cercando di mettere, come si dice in gergo, più fieno in cascina, per il semplice motivo che potrebbero arrivare, facendo ovviamente tutti i debiti scongiuri del caso, momenti di appannamento e poco felici, bisogna in tal caso farsi trovare pronti a ogni evenienza. Giustamente alla domanda dei giornalai che ritenevano la nostra una fuga solitaria, Inzaghi ha risposto, sapientemente che è prematuro, mancano tantissime giornate alla conclusione del campionato, perché non è nulla di definito, non è neanche concluso il girone di andata, quindi una tale domanda potevano pure risparmiarla, tanto si sa questi soggetti devono aver pur materiale per scrivere i loro pezzi farciti di min… ops pardon di castronerie. Abbiamo l’obbligo di essere sereni e pensare solamente al campo, allenandoci per bene e sperando che l’icona dalla Santissima Madonna preservi quei due lì davanti, dobbiamo pregare che non subiscano acciacchi, perdendoli sarebbe davvero deleterio per i nostri sogni e ambizioni. Con un Lautaro e Thuram in queste condizioni, si parte sempre con un gradino superiore agli altri, in ogni competizione. Ora ci tocca un appuntamento, mercoledì di coppa Italia, con quel Bologna che sta giocando davvero bene, conoscendo Inzaghi farà un ampio turn-over, facendo tirare il fiato ai titolarissimi, giustamente, però bisogna sempre tenere presente l’obiettivo che può essere il trofeo nazionale, che negli ultimi anni ha visto sempre un solo e unico padrone: l’Inter. Quindi testa alta e continuiamo a divertirci, con un gioco che ci entusiasma sempre più, nessun impegno deve essere preso sottogamba, per soddisfare la nostra fame atavica che non è ancora sazia, in considerazione che vincere aiuta a vincere! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter