Anche nel sabato di un dicembre freddo e pungente, sul tavolo verde dello stadio Meazza in Milano, è stato servito un fantastico poker. Con dei jolly particolari ci hanno fatto divertire, sciorinando un bel calcio, a tratti davvero spettacolare, che hanno ridimensionato le dicerie di chi non credeva nelle nostre potenzialità, pronti a tutto nel formulare un fantomatico epitaffio. Invece no, cari detrattori purtroppo per voi, ciò non è avvenuto, i ragazzi hanno sfoderato una prova maiuscola, annichilendo le zebrette friulane, di certo non pronte a essere le vittime sacrificali, ma con l’intento di portare a casa forse un punticino, giacché s’erano arroccati tutti nella loro metà campo. Gli oltre settantunomila tifosi assiepati sugli spalti, si sono divertiti vedere giocare una squadra, quella nerazzurra, sempre più consapevole della propria forza, giocando un ottimo calcio, fatto di pressing e ripartenze letali. Voglio citare un’azione emblematica, correva l’ottantacinquesimo, quando il capitano: l’immenso Lautaro Martinez, di professione bomber, recuperava palla nella nostra difesa e ripartiva indisturbato, anzi un giocatore gli soffiava la palla, ma lui con la caparbietà di chi vuole lasciare il segno, recuperava nuovamente il pallone e s’involava verso la porta avversaria, timbrando il cartellino con una rete pregevole che fissava il risultato sul quattro a zero. Che dire si denota che c’è voglia di mettere il proprio sigillo su di una gara maestosa, ma non solo di un Lautaro scatenato, ognuno ha fatto la sua parte e come un meccanismo bel oliato che si muove a meraviglia e in perfetta sintonia. Parlare dei soliti tenori è scontato, dei vari Thuram ancora a segno, di Dimarco spina nel fianco avversario anche lui ancora a segno, e del “Sultano” la sentenza Calhanoglu che dal dischetto non perdona, e che recupera tanti palloni. Ma questa volta vorrei spendere due paroline su un giocatore, per carità ancora acerbo, ma denota tantissimo agonismo e voglia di far bene con la potenza fisica dalla sua, sto parlando del cioccolatino Bisseck, che ultimamente sta rimanendo indigesto a parecchie squadre. Per carità nulla di trascendentale, ma il suo compito lo porta a termine al meglio, e nella gara contro l’Udinese ha giocato bene dando la possibilità al compagno di uno scarico facile: il ragazzo si farà, la cosa importante è credere che può migliorare tantissimo e farlo crescere nel migliore dei modi. Riguardando le statistiche della gara, appare verosimile della netta superiorità, con un possesso palla del 73%, con 6 calcio d’angolo a 1, con ben 8 titi nello specchio e 1 palo e altri 6 tiri finiti fuori, sono numeri impressionanti e determinano le condizioni di una squadra che vuole la vittoria a ogni costo, oltre l’avversario di turno. I gufi bianconerorossi sono stati accontentati, il loro sport primario “il gufaggio” non è andato a buon fine, ce ne vuole, devono impegnarsi di più, come tutti quei giornalai che continuano a dichiarare che l’Inter va avanti con gli aiutini, negando la superiorità che il nerazzurro di Milano prevale su ogni dove, sino a quando ciò si verificherà noi godremo e loro, poracci, non faranno altro che rimanere con le pive nel sacco. Certo il campionato è ancora lungo, questo è fuor di dubbio, ma i ragazzi partita dopo partita stanno erigendo un muro, sul quale gli avversari sinora stanno cozzando, procurandosi ferite e tantissimo mal di testa, ci vuole ben oltre un cachet per farlo passare. Ora sino alla fine dell’anno ci sono ancora tanti impegni ravvicinati, tra campionato, Champions e Coppa Italia, ma noi siamo attrezzati e la nostra rosa è di primissimo lignaggio, non avremo problemi a interpretare il gioco che sappiamo fare anche cambiando talune pedine, fidiamoci dei ragazzi, mai che ora siamo fiduciosi di un avvenire roseo per i nostri colori. Martedì c’è un impegno casalingo che determinerà la testa del girone di Champions, la Real Sociedad è un bell’osso duro da rosicchiare, bisogna però avere la consapevolezza che solo la vittoria ci darà la possibilità di un turno agevole dei sorteggi per gli ottavi di finale, ma a noi le cose semplici non piacciono e i ragazzi ce la metteranno tutta per portare a casa la vittoria. Crediamoci i ragazzi, sono certo, non ci deluderanno! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Diventa davvero difficile trovare una spiegazione logica, una difesa dagli attacchi indiretti dal popolo partenopeo nei nostri confronti, certo gli errori commessi dai direttori di gara sono davvero palesi, non solo chi ha diretto in campo, ma anche chi era in sala Var. Ma gridare allo scandalo, questo mi pare eccessivo, di torti arbitrali tutte le squadre, nel bene e nel male, ne hanno giovato, come li hanno di conseguenza subiti, ma dire esplicitamente che l’Inter ha rubato una gara, in perfetto controllo, è davvero cervellotico. Bisogna però dare a Cesare ciò che di Cesare, a onor del vero i partenopei hanno disputato, per ben quaranta minuti, una signora gara, trovando dinanzi un sontuoso Sommer che ha inibito tutti i loro sforzi per andare in rete. Purtroppo è una situazione sintomatica, il portierone svizzero è a libro paga dell’Inter e quindi fa al meglio il suo dovere, non vi pare? Inizialmente l’approccio dei ragazzi è stato buono, sfiorando la rete, anzi una l’hanno realizzata, annullata dal var per un fuorigioco millimetrico, poi sono stati presi nel giogo azzurro, riuscendo di riffa o di raffa a venirne a capo, ma hanno sempre creduto nella propria forza, nella loro disposizione in campo, tant’è che nella ripresa s’è visto il valore e la coerenza in un gioco che i ragazzi sono capaci di sviluppare alla perfezione e che mettono sul terreno di gioco. Chiuso il primo tempo colpendo gli azzurri nel loro momento migliore, siamo andati meritatamente in vantaggio grazie a una bell’azione corale, conclusa con il bolide di Calhanoglu, un missile terra-aria che ha fatto breccia, spaccando la difesa partenopea, infilandosi inesorabilmente nella porta azzurra. A proposito ennesima volta: grazie Milan di non aver creduto nelle qualità del “Sultano”, non mi stancherò mai di affermarlo! Ripresa senza storia, certo poteva essere messo tutto in discussione se solo fosse stato assegnato il rigore, che secondo me c’era ed era lampante, ma toccava realizzarlo, con i se e i ma non si va da nessuna parte. Forse, ritengo che se non è stato concesso da Massa, avrà avuto i suoi buoni motivi, forse un bruscolino negli occhi gli ha impedito la visuale completa, tant’è che lo status quo del momento era purtroppo quello: Napoli 0 Inter 1, e poi? Tutto il resto è stata una cavalcata trionfale dei nerazzurri, con altre azioni spettacolari che hanno portato alla bellissima rete di un ritrovato Barella, davvero entusiasmante lo slalom in area del Napoli, ha saltato i difensori azzurri, come birilli, anzi come quei paletti che si trovano dinanzi ai campioni della cosiddetta valanga azzurra di sci: spettacolare! Avevamo bisogno di ritrovare il migliore Nicolò, per fortuna è ritornato, avevamo tantissima necessità della sua qualità realizzativa nello scacchiere nerazzurro! E’ anche vero che potevamo implementare ancor di più il punteggio se Lautaro non avesse verosimilmente sbagliato una rete davvero facile per la sua classe. Ma la serata doveva essere trionfale e lo è stata, per fortuna ci ha pensato un giocatore che è sempre nel posto giusto al momento giusto: Marcus Thuram. Un giocatore, il francesino, davvero di alta classe, che si è calato, in modo davvero considerevole, al servizio della squadra e i compagni l’hanno messo in condizione di segnare sinora 5 reti in campionato, alcune davvero di pregevole fattura (i milanisti ne sanno qualcosa), e non solo, perché è anche vero che ha fornito, da parte sua, per la squadra ben 6 assist, che ne fanno una pedina importantissima per la squadra, facendo di fatto scomparire l’ombra scomoda della chimera chiamata Lukaku, sia nel cuore che negli occhi di ogni tifoso nerazzurro. Io terrei Marcus per sempre e comunque, con quella presenza in area avversario è sempre il preludio di qualcosa di positivo per i nostri colori. Con tutta la campagna diffamatoria dei vari giornalai, che non vedono l’ora di banchettare sul nostro cadavere, come avvoltoi, stanno dicendo di tutto e di più, in sintesi peste e corna del nostro ambiente, rimarcando con forza dei debiti societari accumulati sinora, però credo siano lividi di bile nei nostri confronti, perché non considerano lo stato societario degli altri club rinomati al par nostro, manco navigassero nell’oro, la loro cervellotica definizione è che tutto oramai è stato già deciso della nostra vittoria finale. Mi chiedo se queste personcine per bene sono cosi premonitori, allora chiederei alla Figc l’assegnazione dello scudetto per Natale, così siamo tutti contenti e gli avversari si capaciteranno della loro inferiorità e pochezza in campo, ma tutto deve essere deciso a tempo debito, per ora godiamoci il momento, certo verranno tempi meno rosei, ma credo che solo con il lavoro ve verremo fuori. Io credo in questi ragazzi e ritengo che i giochi saranno decisi tra qualche mese alla ripresa delle coppe europee, chi sarà fuori avrà un vantaggio non indifferente dovendo preparare una sola gara alla settimana, mentre chi ancora ha tutto in gioco, sarà impossibilitato a tirare il fiato. Sarà una stagione davvero lunga e tirata, ma noi abbiamo i mezzi per affrontarla al meglio, con il supporto dei tifosi, con la concentrazione e il gioco dei ragazzi, nulla è precluso! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Ieri sera nel posticipo della tredicesima giornata del campionato di serie A, è andato in scena, a Torino, il così definito derby d’Italia con la prerogativa di essere una partita dagli altissimi contenuti calcistici e di spettacolo, del tutto disattesi in verità, dove è primeggiata la massima: per primo non prenderle e poi si vedrà. Quello che non ne ha giovato è stato lo spettacolo davvero scarno di emozioni, a un primo tempo tuttavia dignitoso, s’è contrapposta una ripresa tutt’altro che entusiasmante e non certo per colpa nostra. Forse l’unica menzione sfavorevole ai ragazzi la si può definire, in chiaro note, che contro questa squadra torinese, atta ad una strenua difesa e ripartenze forsennate, si poteva e si doveva fare molto di più. Tutti sanno e si sapeva da tempo, del gioco speculare di Allegri, ma è anche vero che con questo gioco sparagnino s’è portato al secondo posto in classifica, nessuno potrà mai giustificare lo scenario prodotto dai bianconeri, assolutamente inqualificabile, ma tant’è che comunque a ragione veduta sono lì, nessuno potrà mai dir nulla, negli annali si leggerà solo il risultato, lo spettacolo prodotto non sarà descritto, nessuno si ricorderà delle gare disputate con la difesa arcigna e tutti i giocatori arroccati nella propria metà campo, per questo caro mister Inzaghi si doveva e si poteva fare molto di più. La cosa che mi è piaciuta dei ragazzi è stata la reazione alla rete bianconera, tant’è che solo dopo appena sei minuti è stata ristabilita la parità, e poi? Forse il grandissimo possesso palla del 64% a nostro favore, potrà dire qualcosa in più, in quanto ci abbiamo almeno provato mentre dall’altra parte dopo qualche alleggerimento, di conclusione in porta neanche l’ombra, tant’è che potevo starci anche io tra i pali al posto di un Sommer, tutto sommato inoperoso. Certo anche il dirimpettaio non è che ha dovuto fare gli straordinari, questo è vero, ma almeno qualcosina in più i ragazzi hanno fatto, ma l’andamento della partita è scivolata nella considerazione che in primis era non perdere, con la conseguente paura di vincerla questa gara che lascia tutto sommato, inalterata il vertice della classifica, questo è un dato di fatto che a noi va benissimo! Non si può per questo dire che lo spettacolo prodotto ha giustificato il prezzo del biglietto, se non altro per la bellezza dei due goal, che hanno ripagato in parte lo stesso, ma tutto il resto è noia, come avrebbe detto l’indimenticabile Califfo. E’ pur vero che erano i bianconeri che avrebbero dovuto metterci più impegno se volevano sovvertire, a loro favore, la testa della classifica e se non ci sono riusciti è solo perché difronte avevano un’Inter motivata, seppure non totalmente, a lasciarsi rosicchiare terreno, però è anche vero, lo ribadisco ancora una volta, che visti i valori in campo e su com’è andato l’andamento della gara, potevamo osare molto di più, ma alla fine seppur con un bicchiere mezzo vuoto, dobbiamo accettare il punticino che lascia inalterate le distanze. Vorrei rimarcare un mio pensiero verso un giocatore, nella fattispecie Cuadrado. Mai mi sarei sognato di elogiare questo giocatore, ma visto ieri sera, nei venti minuti giocati, l’ho apprezzato se non altro per la bile che hanno versato, parte del pubblico gobbo, alle sue giocate, davvero una spina nel fianco per i bianconeri. Del resto cosa dire nulla di più, va nel dimenticatoio questo scialbo derby d’Italia, prepariamoci ad affrontare altre sfide, incominciando da quella di Champions contro il Benfica, in casa loro mercoledì prossimo, con il passaggio del turno alla fase successiva, dovrebbe essere una pura formalità, considerando dell’impegno successivo di campionato che ci vedrà opposti al Napoli al Maradona. Speriamo solo che non si verifichi il detto: vedi Napoli e poi… il resto lasciamolo scrivere ai ragazzi, sanno fare quello che devono fare, non credo demordano tanto facilmente, ne sottovalutino l’impegno, perché tutti ci considerano la favorita, per la vittoria finale, ma di queste persone non c’importa nulla, la cosa importante che ci crediamo noi, perché l’Inter è storia, giocando come sappiamo e il supporto di noi tifosi, spero solo che tutti insieme possiamo scrivere ancora tante altre pagine importanti! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Il posticipo domenicale ci opponeva a una squadra, il Frosinone, che si è dimostrata davvero una bella realtà, che vale tutti i punti che ha in classifica. Memore di quello che è accaduto in altre circostanze, specie in casa, dove talvolta abbiamo sottovalutato l’avversario di turno, questa volta per fortuna i ragazzi sono scesi in campo che la mentalità giusta, quella vincente, per riappropriarsi immediatamente della vetta della classifica, lasciata per qualche ora alla mercé dei non colorati di Torino. Certo il risultato tondo di 2 a 0 potrebbe sembrare un po’ riduttivo, per i valori mostrati in campo, però talvolta queste considerazioni lasciano il tempo che trovano, in campo questi ragazzotti ciociari, corrono tantissimo e si nota che ci stanno a loro agio, sciorinando a volte anche un buon calcio, che può dar fastidio a chi appare smarrito da tantissimo agonismo. Forse ad altri, ma non a noi che con il tasso tecnico a disposizione, sappiamo far male in qualunque circostanza e a chiunque. Se poi si dispone di una freccia, nella faretra di Inzaghi, del calibro di Dimarco, allora nulla è precluso. Senza precedenti una rete simile, forse pensandoci un attimino, di recobiana memoria, ce ne sono state nel passato, e se a Recoba si è concesso il beneficio del dubbio, perché non concederlo anche al nostro Dimarco? Secondo me, si nota dai fotogrammi, lui prima guarda il portiere avversario, quindi scaglia un dardo infuocato che s’insacca inesorabilmente alle spalle di un attonito Turati: il pubblico assiepato sugli spalti comprendendo il momento, regala una bellissima standing ovation a un ragazzo con il nerazzurro nel sangue, che specie in campo, da sempre tutto: ce ne fossero di giocatori con quella tigna e voglia. Mi hanno fatto sorridere le dichiarazioni di taluni personaggi, giornalisti per modo di dire, di spudorata fede bianconera, che hanno gridato allo scandolo per il rigore concesso su fallo netto su Thuram, a inizio del secondo tempo, ma non hanno per niente accennato a un altro calcio di rigore non concesso ai danni di Mkhitaryan. Mi viene da chiedere ma non è che gli arbitri in queste circostanze, fanno come accade spesso nei supermercati, una sorta di due per uno? Certo che fanno riflettere queste cervellotiche considerazioni, ma noi non dobbiamo prestare il fianco a tutti questi detrattori, si nota a occhio nudo che il livore nei nostri confronti è sempre più che mai presente, ma il loro disappunto è la nostra forza. Ora ci sono le nazionali e noi abbiamo un parco giocatori, sparso per il mondo, del tutto invidiabile, speriamo solo che rientrino, alla base, carichi e pieni di ottimismo, perché la gara che si prospetta il giorno 26 prossimo e di quelle da non sottovalutare, nella maniera più assoluta, non dobbiamo dare adito, ne attenuanti ai non colorati torinesi, di risorgere, abbiamo il dovere per affossarli sempre più, confidando che il loro gioco speculare cessi di essere proficuo, non può sempre andare bene ad Acciughina, lui che si professa il “deus ex machina” pallonaro, ma difatti non ha inventato nulla, il suo gioco è fermo agli anni sessanta. Noi abbiamo dalla nostra una grandissima autostima, giochiamo bene e si vede, abbiamo la migliore difesa e il migliore attacco, ciò a dimostrazione del buon gioco che sviluppiamo e della coralità d’intenti in campo, manca forse la fatidica ciliegina, quella di osare talvolta un po’ di più, nel senso che in area dobbiamo abbandonare i fraseggi, quei ricami talvolta inutili e concludere a rete: ne abbiamo le qualità! Per quattordici giorni dimentichiamoci il campionato, tutti proiettati sugli impegni della nazionale, con la speranza di centrare la qualificazione, senza passare per gli spareggi, per noi sono davvero deleteri. Quindi per il momento riponiamo i nostri vessilli, li tireremo fuori pronti per la gara che, spero, ci dia tantissime soddisfazioni: Torino arriviamo, sarà terra di conquista? Noi ci crediamo e vi sosterremo sempre, perché l’Inter se ti prende nell’animo, non la lasci più: mai sola. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Sotto una pioggia incessante, in quel di Bergamo, i ragazzi portano a casa tre punti fondamentali, una vittoria in cui s’è visto il carattere di una squadra che ha voluto a tutti i costi mantenere il primato. Ritengo che con questa voglia, e con tantissima forza di primeggiare, sarà dura scalzarci da un trono che ci compete, perché abbiamo iniziato un percorso e non credo vorremmo sia interrotto tanto facilmente. Siamo altresì consapevoli che gli artefici del nostro futuro siamo noi stessi, ma giocando e lottando come sabato, potremo dire la nostra in un campionato, ancora lungo e che non ha al momento un padrone assoluto. Per tutti i detrattori, in poche parole i gufi sono stati serviti, e tra questi c’è una “personcina” per bene che non demorde, ogni volta predica la nostra disfatta, viene puntualmente smentito, non oso immaginare quello che scrive sul suo giornale, sicuramente cavolate, se il tenore dei suoi commenti sono così cervellotici e senza senso. Non voglio dargli altro spazio, anzi lo esorto a continuare con i suoi pronostici, forse un giorno indovinerà, ma credo sarà troppo tardi, sino a quando il suo cervello sarà colmo di livore e si resetterà. Altro personaggio che nutre un astio indicibile nei nostri confronti è l’ex CT della Nazionale, colui che asserisce da tempo, che il nostro gioco non è moderno, non è alla stessa stregua delle migliori squadre europee, mentre la squadra per cui stravede invece fa un gioco talmente moderno da vergognarsi. Dopo queste puntualizzazioni dovute per il bene di chi crede nella bontà del proprio lavoro, e nella qualità di una rosa costruita per dare gioia a chi assiste alle nostre gare e ha fame di calcio, mi sono immedesimato nelle vesti del grande Perry Mason della situazione smascherando questi soggetti, difendendo i nostri colori, perché in primis prima di lanciare strali contro di noi, devono guardare in casa propria: alla gogna queste persone di dubbia intelligenza calcistica. Guardando le nostre partite, mai come quest’anno mi diverto e non sono mai stato in apprensione, so che con la qualità che dispone questa squadra, il risultato può cambiare da un momento all’altro. Stiamo facendo il vuoto dietro di noi, con coerenza e forza stiamo annichilendo l’avversario di turno, siamo cinici e con forza vogliamo raggiungere il risultato e poi con un “toro” in queste condizioni, tutto è possibile. Già Lautaro Martinez un giocatore davvero eccezionale, che migliora ogni giorno sempre più, un cobra che sornione, da sembrare quasi assopito, ma che al momento opportuno attacca e colpisce. È un misto, si potrebbe raffigurare un animale mitologico, che possiede la forza irrompente di un toro e l’astuzia di un cobra. I ragazzi sono un insieme di amici che si divertono in campo, che si aiutano e che convogliano i loro sforzi verso un’unica direzione: la vittoria. Ma il fulcro di questa squadra è un centrocampo di primissima qualità, con degli attori davvero sugli scudi. Tra i vari Mkhitaryan, Barella svetta un giocatore che sta diventando sempre più l’asse portante di questa squadra, mi riferisco ad Hakan Calhanoglu, capace di cambiare in corso d’opera l’andamento di una gara con passaggi illuminanti, dotato di un tiro dal limite capace d’illuminare la porta avversaria, alla stessa stregua di un missile terra-aria e poi ultimo particolare, non meno importante, è un rigorista sopraffino sinora ha sempre fatto centro, un castigo per i portieri avversari. Una volta tanto non possiamo che ringraziare i cuginastri per averci dato un giocatore di tale portata, noi ci sfreghiamo le mani, loro rosicano, ma di brutto. In buona sintesi tutto l’organico è di primissima qualità e nelle gare più importanti, questa qualità si evince e tramortisce l’avversario. Archiviata l’undecima giornata di campionato, testa alla Champions con il ritorno contro il Salisburgo, una gara che ci potrebbe consegnare, con due giornate d’anticipo, il pass per il turno successivo, toccherà essere scaltri e cinici, sapendo del match-point che si presenta, per poi vivere di rendita, acquisendo la tranquillità necessaria per un prosieguo di stagione da gestire, impegnando le risorse, fisiche e mentali, nelle altre competizioni che si presentano dinanzi. Forza ragazzi non ascoltate gli strali di persone inopportune, ma godetevi il nostro amore incondizionato, perché come ho sempre sostenuto: l’Inter si ama a prescindere! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Mai una vittoria ha avuto un gusto così dolce, specie quando si ha la forza di avere la meglio nei confronti di una squadra il cui scopo era quello di non prenderle, di portare a casa un risultato positivo. Tutto poteva essere veritiero, se da una parte non si riesce a segnare una rete nonostante, le molteplici occasioni da rete create, ma gli avversari non hanno fatto i conti su di una voglia irrefrenabile dei ragazzi di dare una gioia irrefrenabile ai tanti sostenitori presenti sugli spalti: dal cilindro è sortito un fantastico Marcus Thuram, colui che ha definitivamente cancellato, il suo ignobile predecessore, nel cuore di tutti quelli che amano l’Inter sul serio. Fa specie il commento del Mou in una intervista, con il suo tipico linguaggio ha voluto sminuire la nostra vittoria, valorizzando la prova dei suoi ragazzi, per certi versi ci può anche stare, ma se non fosse stata inventa la tv poteva essere credibile, forse accettabile, ma non in questi termini. Mio caro Mou ti saremo sempre grati per quello che hai realizzato con i nostri colori, per avere reso possibile i nostri sogni, ma talvolta bisogna essere realisti e ammettere la sconfitta senza tirare in ballo presunti torti, un attimo di autocritica, non sarebbe male, e dire che gli avversari sono stati superiori, forse saresti risultato un po’ più simpatico, non è nella tua indole, questo è vero. Queste mie affermazioni derivano dal fatto che sono davanti agli occhi di tutti le molteplici azioni create dai nostri ragazzi, di quello che ha prodotto il nostro gioco, dei due legni colpiti e almeno un paio di interventi di Rui Patrizio, e la Roma? Non pervenuta ha solo difeso, ripartendo molto bassa e con il presupposto di non affondare perché nettamente inferiori all’Inter. I ragazzi non hanno concesso nulla, neanche l’0nore delle armi agli avversari e neanche all’oggetto indefinito con la maglia numero novanta. Di Lukaku meglio stendere un velo pietoso, si sarà reso conto, forse, dell’errore commesso, di quello che poteva essere e che non lo sarà mai, ribadisco il mio concetto a Milano poteva essere un re indiscusso, ora dinanzi agli occhi di tutti è solamente un giullare. Ma diamo i dovuti meriti alla nostra squadra che è tornata in testa al campionato con pieno merito staccando i cuginastri, ma la cosa che è più interessante capace di produrre un gioco, che è una vera gioia per gli occhi. In una settimana attesa da tutti, dove s’è posto in primis il ritorno a San Siro del reprobo Lukaku, sono state spese fiumi di paroloni e tantissime pagine di quotidiani e di format televisivi, fortunatamente la squadra e società hanno fatto quadrato, dimostrando ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, di un altissimo livello caratteriale e forza di gruppo, pensando più all’aspetto tecnico che altre ciance che lasciano il tempo che trovano: sono inutili e senza costrutto, contano i fatti e ieri i ragazzi hanno dato il meglio, dando una dimostrazione di forza tale da aver reso gioioso il ritorno a casa degli oltre settantamila tifosi che hanno cantato e gioito sugli spalti. Si potranno trovare tutte le attenuanti del caso in casa giallorossa, ma creare una sola occasione, magistralmente disinnescata da Sommer per altro, senza tirare un solo calcio d’angolo mentre l’Inter ben otto, con un possesso di palla a nostro favore con un 64%, con 5 occasioni da rete nitide, contro l’unica di testa, con tiri totali 19 a 3 a nostro favore. Non voglio sciorinare altro, ma tutto questo sarà pure sinonimo di una grande partita, a discapito di tutti i saccenti giornalai che, in più di un’occasione, in programmi televisivi, hanno sminuito la nostra vittoria, su tutti l’ignobile peracottaro di Zazzaroni. Un consiglio spassionato, occupati d’altro il calcio non fa per te, oramai è risaputo che sei, da sempre, anti interista per eccellenza, basta poco per essere realisti e più che altro credibili. I ragazzi hanno dato un segno tangibile che quando voglio pigiare l’acceleratore non c’è né per nessuno, sanno che se vogliono, nulla è precluso dipende dalla loro volontà e voglia di rincorrere traguardi prestigiosi, è nelle nostre corde bisogna solo aver la tigna giusta e giocare da squadra, perché noi siamo l’Inter, la migliore squadra, che occupa la vetta della classifica del campionato di serie A, a discapito di tutti le altre che devono chinarsi al nostro volere. …Amala!!!!
Antonio DibenedettoVivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
E con quella di ieri pomeriggio, sono quattro le trasferte stagionali con i tre punti portati a casa, certo un ruolino di marcia invidiabile se non fosse, in contrapposizione, paragonato a quello casalingo, sciagurato in due occasioni, le ultime, che ci hanno lasciato davvero l’amaro in bocca! Come è già accaduto in altre occasioni, in quel di Torino s’è rivista un Inter sonnacchiosa, quasi svogliata, figlia di alcune gare precedenti, capace di fare il minimo compitino senza affondare, anzi lasciando agli avversari lo spazio necessario per farci male, infatti dalla mezz’ora in avanti il Toro ha preso coraggio, giocando con veemenza creando qualche pericolo. Alla ripresa s’è rivista un’altra squadra in campo, credo ci sia stato il consueto faccia a faccia negli spogliatoi, e grazie alla qualità della rosa, sono bastati tre cambi, forse essenziali quanto basilari, per rivoluzionare il modo di giocare di un’Inter trasformata. Hanno giocato come sanno, affondando e creando in diverse occasioni, l’Inter sonnacchiosa del primo tempo, s’è finalmente trasformata in quella squadra che si prende ciò che vuole, con autorità e giocando come sa, nulla è precluso. Una delle migliori rose del campionato, non solo italiano, ha bisogno di ricambi e in panca ce ne sono diversi all’altezza, una rotazione è sintomatica in talune gare, s’è notato che qualcuno ha bisogno di tirare il fiato, com’è giusto che sia: il Barella visto ieri sera non è lo stessa di sempre, per carità le qualità non si discutono, ma l’appannamento talvolta è evidente. Inzaghi deve capire che la squadra dell’Inter ha 22 titolari, e lui come un generale, un degno stratega, deve cercare d’intercambiare le pedine, per raggiungere l’obiettivo e vincere la guerra, le battaglie lasciamole ad altri, a noi non interessano! Anche ieri s’è rivisto quel Marcus Thuram devastante, un misto di Dzeko e del migliore Lukaku, che anche in un primo tempo, giocato sottotono dalla squadra, è stato uno dei pochi a salvare la faccia, forse in compagnia di Calhanoglu e di un Toro evanescente, ma sempre sul pezzo, lui il suo lo fa sempre, il resto della squadra s’è arrabattata al consueto compitino, farcito di tanti errori, di concentrazione. Per carità non voglio per questo gettare la croce sul nostro tecnico, ma le sue considerazioni finali in conferenza stampa non possono essere veritiere, quando dice che anche nel primo tempo i ragazzi hanno giocato un buon calcio, forse a tratti, ma ben poca roba rispetto a quello dimostrato nella ripresa. La forza d’inerzia di questa squadra è stata determinata dai cambi che per fortuna sono avvenuti, quasi allo scoccare della mezz’ora, con l’entrata in campo di forze fresche e ben motivate, s’è sovvertito l’esito di una gara che non pareva di fatto scontata, visto quello accaduto nei primi quarantacinque minuti. Come recita quel detto: tutto è bene ciò che finisce bene, ma talvolta ci vuole il necessario coraggio per sovvertire lo status quo del momento, le armi ci sono e sono tutte di qualità, bisogna oliarle e caricare a mille per ferire mortalmente l’avversario. Ora dinanzi alla tv aspettando l’esito della gara del Meazza, che ci dirà da chi dobbiamo guardarci le spalle, sperando che la fortuna dei cuginastri cessi, prima o poi, ma noi dobbiamo pensare in primis a noi stessi. Dobbiamo essere concentrati alla gara di martedì, contro il Salisburgo, dovremo dare il colpo necessario per andare in testa al girone, incasellando quei punti necessari che ci daranno la possibilità di un primato che è assolutamente nelle nostre corde, pensando con più veemenza al campionato, senza lasciare per strada altri punti importantissimi. Alla ripresa del campionato ci sarà lo scoglio Roma del compianto e sempre amato Muorinho, a cui il popolo nerazzurro ha sempre riservato grande affetto, ricambiato in più di un’occasione dal tecnico portoghese nei nostri riguardi, ma è anche vero che ci sarà la comparsa di colui che ci ha preso in giro per ben due volte, ribadisco il mio concetto nei suoi confronti, non di odio ne di disprezzo, ma con una giusta dose di sarcasmo, poteva essere un re a Milano invece s’è dimostrato un giullare di corte a Roma: poraccio!!! I tifosi nerazzurri gli riserveranno l’accoglienza che si deve a personaggi del genere, anche perché chi è causa del suo mal pianga s’è stesso. Credo comunque che anche i ragazzi in campo non gli riserveranno carezze, saranno concentrati nel non lasciargli spazio ne giocate, perché anche loro sono stati traditi da una persona che ha prima baciato il nostro stemma e poi l’ha tradito, alla stessa stregua di quel Iago di Shakespeariana memoria: ti aspettiamo Lukaku, vedrai cos’è capace di fare il popolo nerazzurro, perché il nerazzurro si ama e non si getta nel fango, come hai fatto tu! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Parafrasando il detto che recita: non tutte le ciambelle riescono con il buco, ebbene con quel pareggio di ieri le ultime nostre ciambelle casalinghe sono tutte venute fuori senza il buco, anzi per meglio dire, di buchi in difesa ce ne sono stati parecchi. In otto gare abbiamo concesso ben 5 punti, in casa nostra, a squadre di un lignaggio non certo eccelso, certo non sempre si può vincere ma annullarsi in questo modo, con errori tanto banali quanto sciocchi, fa davvero male per tutto l’ambiente nerazzurro. Forse agli albori della gara tutto pareva essere già incanalato verso una facile vittoria, che negli ultimi anni contro i felsinei ci ha dato tantissimo piacere, con risultati tennistici. Dopo però l’essere andati in vantaggio di ben due reti, di pregevole fattura, specie la seconda di Lautaro, ecco che subentra quell’insostenibile leggerezza di una concentrazione latitante, perché non si possono commettere errori così banali. Il mio riferimento va certo a Lautaro per il suo intervento in area nei confronti di un giocatore del Bologna, ma principalmente sulla posizione della nostra retroguardia, che in occasione di un banale calcio d’angolo, è riuscita a far arrivare in area un passaggio così banale, senza opporre la dovuta resistenza degli uomini preposti, tant’è che è dovuto intervenire il nostro “puntero” per arginare quell’occasione. Mi chiedo ma dov’erano i centrocampisti e i difensori? Mah tutto da verificare, per non parlare della palla persa a malo modo nell’oltre metà campo felsinea da un nostro giocatore, che ha prodotto il tempestivo e successivo lancio di un difensore rossoblù, verso il proprio centravanti che si è fatto letteralmente beffe di ben tre nostri difensori, con una retroguardia inspiegabilmente sguarnita, che non sono riusciti a chiudere lo spazio per il tiro, facendogli fare tutto quello che ha voluto sino alla conclusione vincente, che è valso il pareggio, manco a dire che fosse stato Maradona o Messi. Una grande squadra non commette simili errori, anzi in circostanze dove si sanno che le forze vengono meno, dove mettere in cassaforte la partita senza lasciare spazio, prestando il fianco a una riapertura di una gara che, con un pizzico di cinismo e concretezza, l’avremmo portata a casa. Vero che il campionato è tutto da divenire, ma sono queste le occasioni che bisogna sfruttare per far capire che siamo i padroni di un campionato che vogliamo far nostro, dopo che per ben due anni abbiamo lasciato spazio ad altri, per merito altrui e in altri casi per nostro vero e puro demerito. Possono esserci tutte le scusanti di questo mondo, di una gara di Champions giocata a mille, di una stanchezza che ti porta in dote questa competizione, di una pacatezza raggiunta con i tre punti europei, ma ribadisco, specie in casa non puoi e non devi, lasciare adito e spazio a squadre che giocano sì a calcio in modo garibaldino e per giunta, capaci della grande prestazione. Se vogliamo essere capaci di prestazioni maiuscole, dobbiamo innanzitutto crescere a livello mentale senza quei blackout che hanno caratterizzato l’Inter delle passate stagioni e che ogni tanto ritornano in auge, in modo sconsiderato e del tutto gratuito, favorendo l’avversario di turno. Non sempre si possono disputare gare contro compagini del nostro stesso livello, dove la concretezza è la base essenziale, tenendo ben presente questa considerazione, lo deve essere anche contro le piccole e medie squadre. Ad onor del vero, i ragazzi non hanno lesinato nella gara di ieri, l’impegno che è stato comunque massimo, ma tutto ciò è apparso vano riguardando la gestione delle risorse che non è stata all’altezza della situazione. Tolti i vari Thuram e Dumfries, magari più abili nel colpo di testa, se non altro per la loro prestanza fisica, s’è continuato con cross a centro area dov’erano piazzati i difensori bolognesi che erano di stazza superiore ai nostri Lautaro e Sanchez. Forse il nostro mister avrebbe dovuto agire diversamente, con scelte meno obbligate considerando che si poteva giostrare con una rosa, come la nostra, che di qualità ne ha da vendere. È altresì vero che non sempre si può operare al meglio e che le idee in campo sono esclusivamente le sue, con il senno del poi, tutto può essere messo in discussione, la nostra speranza che alla fine si arrivi alla famosa quadratura del cerchio, capendo che talune scelte sono si sanguinose, ma tal volta necessarie. Ora stacchiamo la spina per una decina di giorni spazio alle varie nazionali, poi si ritornerà con un altro tour de force, andando in primis a far visita al Torino e poi la gara contro quella Roma del nostro caro compianto Mourinho, nella cui squadra milita un giocatore che poteva essere un re, ma di fatti s’è rivelato un solo buffone di corte, noi siamo l’Inter e questi personaggi non c’interessano nella maniera assoluta! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.