





Sino alla… fine!
Ennesima giornata di campionato che presta il fianco alle alterazioni giornalistiche di ciarlatani giornalai, che non attendono altro che screditarci, rimanendo sempre lì proni, al varco, per metterci contro l’opinione pubblica. Stavolta gridano allo scandalo, alla sconfitta mirata e voluta dai piani alti, a detta del direttore sportivo scaligero, che ha inveito contro il sistema e in primis contro di noi. Una sola domanda mi viene da porre a questo personaggio davvero insulso, ma perché non s’è lamentato allo stesso modo contro i non colorati torinesi per l’incontro di wrestling posto in essere dal macellaio Gatti contro i suoi giocatori? Certo è più semplice lamentarsi contro l’Inter, non ha mezzi d’informazione che posso dire il contrario di tutto, per ciò che viene definito scandaloso, noi dobbiamo difenderci da soli, gli altri possono passare impuniti con azioni davvero da codice penale, noi il minimo contrasto contro viene ingigantito, mentre a favore viene lasciato al caso, per questo caro direttori si guardi l’azione che ha portato al vostro pareggio, viziata da un intervento nei confronti di Arnautovic, non sanzionato: era tutto regolare? Poi ultima analisi, se come dice lei, il palazzo aveva definito, prima di giocarla, la vittoria nerazzurra, non richiamava l’arbitro al Var per sanzionare un rigore che è andato oltre il centesimo minuto di una gara, tutto sommato tranquilla. Se poi quest’occasione, che avete avuto, ma l’avete maledettamente sbagliata non è certo colpa dell’Inter. Quindi prima di mandare jatture e strali contro chi s’è meritato i tre punti, bisogna fare un po’ di autocritica, evidenziando che il Verona non ha fatto nulla durante la gara per meritarsi un pareggio che sarebbe divenuto davvero una beffa, per le molteplici azioni create e non concretizzate dai nostri ragazzi. Dopo aver posto in essere quelle che sono le mie personali considerazioni, ritengo però che siano avvallate dalla maggior parte di chi vuol bene a questi colori, veniamo alla gara giocata. L’epifania ci stava portando del carbone, certo in campo potevamo e dovevamo fare meglio, in considerazione delle molteplici occasioni che sono state create. Fortunatamente è tornato in campo un Lautaro carico a mille che ha concretizzato una bellissima occasione corale, con il suo suggello fantastico. Sono state tante altre le occasioni in cui si sarebbe potuto raddoppiare, ma chi è causa del suo mal pianga sè stesso, prestando il fianco, come accaduto difatti, a l’unica occasione scaligera che ha infilato il nostro portiere. E’ davvero avvilente considerare Arnautovic l’alter ego di un stupendo Thuram, difatti quando è entrato l’austriaco ha solo creato nocumento alla squadra, sbagliando due reti incredibili facendoci soffrire sino alla fine. Mi chiedo, va bene fare una sorta di cambi programmati, ma caro mister Inzaghi, che senso ha avuto fare entrare l’austriaco e togliere il francese, sempre più parte integrante di questa squadra? Un ragazzo di ventisette anni, nel pieno della sua maturità di giocatore, che sta bene fisicamente e s’è visto dalle sgroppate che ha effettuato in tutto l’arco della gara sino a che è stato in campo, risulta cervellotico fare entrare un giocatore che gioca oramai da fermo e il più delle volte fa fallo sull’avversario, cercando di avere la meglio ma nel frattempo non cava il cosiddetto ragno dal buco? Ha senso tenere in rosa dei giocatori simili? Per non parlare di colui che risulta sempre più un corpo estraneo, si vede lontano un miglio che oramai scalda solo la panchina, supportato dall’avidità di denaro che è intrinseca nel suo essere: Sanchez è stato giusto riprenderlo per quello che ha causato lo scorso anno? Io ritengo che sarebbe stato più utile alla causa meneghina, tenere in squadra dei giocatori che avrebbero sputato sangue per quei minuti che gli sarebbero stati concessi, tanto per citare un nome quell’Oristanio lasciato al Cagliari, oppure uno dei tanti ragazzotti della primavera, lasciati in giro a farsi le “ossa”, secondo me progettualmente più utili alla squadra di quei due dinosauri a cui è stata data la nostra gloriosa maglia. La certezza che non sarebbe potuto accadere sta nel fatto che Inzaghi ha in mente un solo modo di giocare, non conosce cosa vuole dire inserire forze nuove, si denota che con non ha alcuna fiducia in quei giovani che sono la linfa della rosa, i cambi bisogna farli con coerenza e non sempre gli stessi, giusto per farli, ci vuole raziocinio non sempre si toglie un attaccante che sta facendo bene, per inserire in campo un altro che stenta a restare in piedi, tutto ciò vorrebbe dire che non si ha il polso della situazione, ma si agisce solo in modo scriteriato e senza costrutto. Abbiamo le spalle larghe per sopportare tutte le critiche che ci piovano da tutti colori che si professano saccenti di questo sport, ma se poi ci mettiamo anche del nostro, allora vuol dire che siamo proni all’essere vessati in maniera continua, perché se si fosse concretizzato almeno in parte quello creato, ora parlavamo d’altro. Caro mister Inzaghi, non ci sono più appelli, devi dimostrare di essere un allenatore da Inter, quest’anno è decisivo per conquistare ciò che ci appartiene, devi dimostrare di valere altro che le coppette nazionali, certo che implementano la nostra bacheca, ma di certo non s’entra nella storia di un club e noi di storia ne abbiamo tanta, ma ne vogliamo ancora di più! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoAnche l’Inter è… umana!
La gara di ieri sera ha sancito una condizione secondo la quale possiamo, con certezza assoluta, asserire che anche l’Inter è una squadra umana, fatta di pregi e difetti, che hanno evidenziato un carattere alquanto labile, quando gli avversari pongono, sul campo una battaglia senza pari, fatta di scontri al limite del consentito, o forse qualcosa in più, concesso a taluni gladiatori dal dna che non può essere in nessun modo messo in discussione, neanche dall’arbitro di turno. E’ innegabile che sull’azione della rete di Arnautovic ci fosse uno spintone a mani tese di Bisseck nei confronti di Strootman, tutti i giornalai si sono sfogati vomitando ancor di più i peggiori epiteti nei nostri confronti, ma è altresì vero che nessuno, di questi saccenti conoscitori del verbo pallonaro, come se fossero gli unici depositari del gioco del calcio, ha posto in evidenza il comportamento, del tutto fuori luogo in contrasto con quelli che sono i principi di lealtà calcistica e di sportività, del metalmeccanico Dragusin, un picchiatore dal dna gobbo, forgiato in un altopiano piemontese, dove formano taluni personaggi (Chiellini docet) che non si fermano dinanzi a nulla e nessuno, ne sa qualcosa il nostro portiere Sommer reo di aver parato e ricevuto un calcione in capo. Non finisce qui, per il semplice motivo che anche il buon Frattesi ha dovuto scontrarsi con il gomito alto di questo energumeno, senza che nessuno, tra il direttore di gara e var, ponesse alcuna eccezione di quest’intervento davvero rude. Comunque in questi casi tocca vedere il bicchiere mezzo pieno, siamo stati fatti oggetto di una caccia all’uomo senza pari, da una squadra che usa la mazza e non il fioretto, la rudezza al bel gioco, forse non ha altro schema di gioco se non quello, poteva andar peggio. Non ci rimane che prendere in pieno la constatazione che il pareggio, anche se a malincuore, ci sta stretto se non altro per quello che tutto sommato è stato creato in campo. Ritengo che è stato salutare questo stop, parziale per carità, che ci ridimensiona forse agli occhi di chi già ci vedeva con il vento in poppa verso il fatidico tricolore, ma non agli occhi di noi tifosi che crediamo nel valore della nostra squadra e sappiamo di come e quando attendere il momento per esultare, tutto a tempo debito. Non tutto è stato rimesso in gioco, sinora abbiamo cinque punti sulla seconda in classifica, anche se è vero che deve ancora giocare la gara contro la Roma, quindi non tutto è ben definito e mai dire mai in casi come questi, magari la laurea, effimera, di campione d’inverno potrebbe arrivare anche stasera! Ora testa alla chiusura del girone di andata, pensando che la nostra fortuna è dietro l’angolo, dobbiamo essere bravi a impossessarcene, come dico sempre dobbiamo essere solo noi gli artefici del nostro futuro, lasciando gli altri con le pive nel sacco e con la bile a mille per le loro sconfitte a leccarsi le ferite. L’ultima gara del girone d’andata contro il Verona, sancirà la chiusura di una prima parte di campionato che ci ha visto, nonostante quello che dicono sempre i soliti saccenti giornalai, sempre protagonisti con uno score del tutto invidiabile, mettendo tutte le altre squadre nel ruolo che compete loro: da comprimari. In conclusione rinnovo i miei migliori auguri di un buon anno a tutti i fratelli nerazzurri e soci dell’Inter Club Giacinto Facchetti di Fano, di un 2024 che veda splendere nell’azzurro cielo il nostro vessillo che c’inorgoglisce sempre più e di cui siamo profondamente innamorati! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoUn bel Natale!
L’antivigilia del Santo Natale ci regala la possibilità di trascorrere le feste al meglio, con il primato sempre più consolidato e tantissima autostima di poter fare sempre meglio, in considerazione delle tante defezioni in squadra, le ultime in ordine di tempo, quelle di Lautaro e Dimarco. La giusta risposta a chi ci tacciava per essere una squadra fortunata, che non ha subito alcun infortunio, considerando questa condizione essenziale come merito primario per la nostra posizione in classifica, ritengo invece che la nostra squadra sopperisce a queste defezioni, con gare di grinta e giocate con criterio, certo se manca il nostro ariete, anzi il nostro “toro” Lautaro diviene tutto più difficile e complicato, fortunatamente le reti non sono mancate, con altri protagonisti certo, ma nel momento del bisogno, la squadra reagisce con l’unione e la coesione da grande squadra. E’ innegabile che non è stata una delle migliori partite, ma i ragazzi hanno disputato una gara gagliarda portando in auge un giocatore che ha atteso pazientemente il suo turno e poi, in maniera prepotente s’è fatto vedere, mi riferisco a Bisseck, oltre alla rete molto bella di nuca, ci aveva provato in precedenza con un maestoso colpo di tacco, centrando la traversa. Si sta integrando sempre più nello scacchiere nerazzurro, e si vede dalla tranquillità delle sue giocate, ma a maggior ragione, vista la sua giovane età, sarà un’arma in più per il futuro dell’Inter. In contrapposizione, vi è un giocatore che cerca in tutti i modi di essere utile alla squadra, dispiace per Arnautovic che ieri pomeriggio s’è divorato letteralmente un paio di reti, purtroppo capita anche questo, ma dico in tutta verità, che s’è parzialmente riscattato con quel colpo di tacco magistrale e smarcante, come un cioccolatino solo da scartare, Barella s’è trovato solo soletto dinanzi a Falcone che non ha potuto far nulla per evitare una rete farcita di tantissima classe: chapeau per tutti! Questa squadra ha tutte le carte in regola per diventare un team fantastico, con un gioco a tratti davvero spettacolare e si sta avviando, ancora due gare per effettuare il giro di boa, laureandosi campione d’inverno, certo un titolo effimero, però da concretezza alle proprie ambizioni, perché questa società vuole la seconda stella, ma non solo, tutti noi tifosi cerchiamo la supremazia meneghina, che potrebbe darci sempre più lustro al nostro al cospetto dei cuginastri, ai quali già abbiamo fatto un regalo due stagioni fa, non credo sarà il caso di fare altri regali a qualsivoglia squadra, dobbiamo essere cinici e pensare esclusivamente a noi stessi. In conclusione, vi porgo i miei migliori auguri di buone feste, per il Santo Natale alle vostre rispettive famiglie di prosperità e pace, con l’augurio primario di poter gioire e festeggiare tutti insieme…Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoLa partita perfetta!
Con la gara di ieri sera all’Olimpico, s’è resettata una condizione di soggezione particolare, che negli ultimi anni ci vedeva sofferenti e sconfitti al cospetto dei biancazzurri, tuttavia pur disputando delle belle gare con gioco e occasioni, venivamo puniti oltremodo, stavolta però, con coerenza è stato sfatato questo tabù con una prova maiuscola, direi davvero una gara perfetta dei ragazzi! Ci sono state delle giocate davvero belle, agli occhi di noi tifosi, e senza il timore d’essere smentito, come direbbe il mitico Josè Altafini, sono da manuale del gioco del calcio, dalla pagina 15 a seguire. Non abbiamo lasciato nulla ai laziali, davvero le briciole, in tutto l’arco della gara forse una sola unica occasione, dove avrebbero potuto anche pareggiare, con Rovella che ha sradicato la palla a un molle Calhanoglu, involandosi verso la porta di Sommer che con attenzione ha neutralizzato il paventato pericolo, il resto: nulla. Tanto gioco ristagnato a centrocampo con le nostre ripartenze davvero letali, considerando che, i così definiti braccetti non hanno fatto gli straordinari, in compenso tutti i ragazzi in campo hanno avuto un atteggiamento davvero propositivo, volevano la vittoria e l’hanno ottenuta, giocando una gara davvero bella! Il possesso palla dei ragazzi è stato ben oltre il cinquanta per cento, con conclusioni ben dodici e otto nella porta, tant’è che Provedel ha compiuto due veri miracoli nel finale della gara su due belle conclusioni di Mkhitaryan, in sintesi i ragazzi hanno meritato in lungo e largo una vittoria in cui c’hanno creduto sin dagli albori, e portato a casa. Mai come stavolta s’è notata la voglia di vittoria, quella capacità di esercitare la potenza tecnica che appartiene ai nostri ragazzi, nell’aria v’era come un alone di superiorità che poteva assolutamente stabilire un cambiamento nel regime tattico e di marcia in qualunque momento, andando in rete con azioni mirate e ben orchestrate. Con la gara di ieri sera, s’è avvertito, ancora una volta di più che mister Inzaghi ha tra le mani un bolide, una Ferrari da competizione, alla quale non si può chiedere di marciare a ritmi ridotti, deve poter scalare tutte le marce che ha a disposizione, in un motore che oramai ha fatto il dovuto rodaggio, e spingendo sull’acceleratore si avvia facilmente verso risultati di un certo spessore. Archiviato con un certo affanno e apprensione, ma con due giornate d’anticipo, il passaggio agli ottavi di Champions, certo come secondi nel girone, purtroppo situazione figlia della scellerata gara di Benfica, il fato ci ha reso giustizia, destinandoci dall’urna di Nyon, una squadra alla nostra portata, quell’Atletico Madrid del Cholo Simeone, vecchia conoscenza con cui ci confronteremo in febbraio, sperando di avere la testa libera e pronta a quell’impegno di vitale importanza, perché poi seguiranno impegni sempre più delicati, a partire dallo scontro diretto con i non colorati torinesi. Per questo, a maggior ragione, abbiamo l’obbligo di giocare tutte le partite sino a quel momento, al meglio delle nostre possibilità cercando di mettere, come si dice in gergo, più fieno in cascina, per il semplice motivo che potrebbero arrivare, facendo ovviamente tutti i debiti scongiuri del caso, momenti di appannamento e poco felici, bisogna in tal caso farsi trovare pronti a ogni evenienza. Giustamente alla domanda dei giornalai che ritenevano la nostra una fuga solitaria, Inzaghi ha risposto, sapientemente che è prematuro, mancano tantissime giornate alla conclusione del campionato, perché non è nulla di definito, non è neanche concluso il girone di andata, quindi una tale domanda potevano pure risparmiarla, tanto si sa questi soggetti devono aver pur materiale per scrivere i loro pezzi farciti di min… ops pardon di castronerie. Abbiamo l’obbligo di essere sereni e pensare solamente al campo, allenandoci per bene e sperando che l’icona dalla Santissima Madonna preservi quei due lì davanti, dobbiamo pregare che non subiscano acciacchi, perdendoli sarebbe davvero deleterio per i nostri sogni e ambizioni. Con un Lautaro e Thuram in queste condizioni, si parte sempre con un gradino superiore agli altri, in ogni competizione. Ora ci tocca un appuntamento, mercoledì di coppa Italia, con quel Bologna che sta giocando davvero bene, conoscendo Inzaghi farà un ampio turn-over, facendo tirare il fiato ai titolarissimi, giustamente, però bisogna sempre tenere presente l’obiettivo che può essere il trofeo nazionale, che negli ultimi anni ha visto sempre un solo e unico padrone: l’Inter. Quindi testa alta e continuiamo a divertirci, con un gioco che ci entusiasma sempre più, nessun impegno deve essere preso sottogamba, per soddisfare la nostra fame atavica che non è ancora sazia, in considerazione che vincere aiuta a vincere! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter
Leggi TuttoSuperiorità nerazzurra…!
Anche nel sabato di un dicembre freddo e pungente, sul tavolo verde dello stadio Meazza in Milano, è stato servito un fantastico poker. Con dei jolly particolari ci hanno fatto divertire, sciorinando un bel calcio, a tratti davvero spettacolare, che hanno ridimensionato le dicerie di chi non credeva nelle nostre potenzialità, pronti a tutto nel formulare un fantomatico epitaffio. Invece no, cari detrattori purtroppo per voi, ciò non è avvenuto, i ragazzi hanno sfoderato una prova maiuscola, annichilendo le zebrette friulane, di certo non pronte a essere le vittime sacrificali, ma con l’intento di portare a casa forse un punticino, giacché s’erano arroccati tutti nella loro metà campo. Gli oltre settantunomila tifosi assiepati sugli spalti, si sono divertiti vedere giocare una squadra, quella nerazzurra, sempre più consapevole della propria forza, giocando un ottimo calcio, fatto di pressing e ripartenze letali. Voglio citare un’azione emblematica, correva l’ottantacinquesimo, quando il capitano: l’immenso Lautaro Martinez, di professione bomber, recuperava palla nella nostra difesa e ripartiva indisturbato, anzi un giocatore gli soffiava la palla, ma lui con la caparbietà di chi vuole lasciare il segno, recuperava nuovamente il pallone e s’involava verso la porta avversaria, timbrando il cartellino con una rete pregevole che fissava il risultato sul quattro a zero. Che dire si denota che c’è voglia di mettere il proprio sigillo su di una gara maestosa, ma non solo di un Lautaro scatenato, ognuno ha fatto la sua parte e come un meccanismo bel oliato che si muove a meraviglia e in perfetta sintonia. Parlare dei soliti tenori è scontato, dei vari Thuram ancora a segno, di Dimarco spina nel fianco avversario anche lui ancora a segno, e del “Sultano” la sentenza Calhanoglu che dal dischetto non perdona, e che recupera tanti palloni. Ma questa volta vorrei spendere due paroline su un giocatore, per carità ancora acerbo, ma denota tantissimo agonismo e voglia di far bene con la potenza fisica dalla sua, sto parlando del cioccolatino Bisseck, che ultimamente sta rimanendo indigesto a parecchie squadre. Per carità nulla di trascendentale, ma il suo compito lo porta a termine al meglio, e nella gara contro l’Udinese ha giocato bene dando la possibilità al compagno di uno scarico facile: il ragazzo si farà, la cosa importante è credere che può migliorare tantissimo e farlo crescere nel migliore dei modi. Riguardando le statistiche della gara, appare verosimile della netta superiorità, con un possesso palla del 73%, con 6 calcio d’angolo a 1, con ben 8 titi nello specchio e 1 palo e altri 6 tiri finiti fuori, sono numeri impressionanti e determinano le condizioni di una squadra che vuole la vittoria a ogni costo, oltre l’avversario di turno. I gufi bianconerorossi sono stati accontentati, il loro sport primario “il gufaggio” non è andato a buon fine, ce ne vuole, devono impegnarsi di più, come tutti quei giornalai che continuano a dichiarare che l’Inter va avanti con gli aiutini, negando la superiorità che il nerazzurro di Milano prevale su ogni dove, sino a quando ciò si verificherà noi godremo e loro, poracci, non faranno altro che rimanere con le pive nel sacco. Certo il campionato è ancora lungo, questo è fuor di dubbio, ma i ragazzi partita dopo partita stanno erigendo un muro, sul quale gli avversari sinora stanno cozzando, procurandosi ferite e tantissimo mal di testa, ci vuole ben oltre un cachet per farlo passare. Ora sino alla fine dell’anno ci sono ancora tanti impegni ravvicinati, tra campionato, Champions e Coppa Italia, ma noi siamo attrezzati e la nostra rosa è di primissimo lignaggio, non avremo problemi a interpretare il gioco che sappiamo fare anche cambiando talune pedine, fidiamoci dei ragazzi, mai che ora siamo fiduciosi di un avvenire roseo per i nostri colori. Martedì c’è un impegno casalingo che determinerà la testa del girone di Champions, la Real Sociedad è un bell’osso duro da rosicchiare, bisogna però avere la consapevolezza che solo la vittoria ci darà la possibilità di un turno agevole dei sorteggi per gli ottavi di finale, ma a noi le cose semplici non piacciono e i ragazzi ce la metteranno tutta per portare a casa la vittoria. Crediamoci i ragazzi, sono certo, non ci deluderanno! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoVedi Napoli e poi… vinci!
Diventa davvero difficile trovare una spiegazione logica, una difesa dagli attacchi indiretti dal popolo partenopeo nei nostri confronti, certo gli errori commessi dai direttori di gara sono davvero palesi, non solo chi ha diretto in campo, ma anche chi era in sala Var. Ma gridare allo scandalo, questo mi pare eccessivo, di torti arbitrali tutte le squadre, nel bene e nel male, ne hanno giovato, come li hanno di conseguenza subiti, ma dire esplicitamente che l’Inter ha rubato una gara, in perfetto controllo, è davvero cervellotico. Bisogna però dare a Cesare ciò che di Cesare, a onor del vero i partenopei hanno disputato, per ben quaranta minuti, una signora gara, trovando dinanzi un sontuoso Sommer che ha inibito tutti i loro sforzi per andare in rete. Purtroppo è una situazione sintomatica, il portierone svizzero è a libro paga dell’Inter e quindi fa al meglio il suo dovere, non vi pare? Inizialmente l’approccio dei ragazzi è stato buono, sfiorando la rete, anzi una l’hanno realizzata, annullata dal var per un fuorigioco millimetrico, poi sono stati presi nel giogo azzurro, riuscendo di riffa o di raffa a venirne a capo, ma hanno sempre creduto nella propria forza, nella loro disposizione in campo, tant’è che nella ripresa s’è visto il valore e la coerenza in un gioco che i ragazzi sono capaci di sviluppare alla perfezione e che mettono sul terreno di gioco. Chiuso il primo tempo colpendo gli azzurri nel loro momento migliore, siamo andati meritatamente in vantaggio grazie a una bell’azione corale, conclusa con il bolide di Calhanoglu, un missile terra-aria che ha fatto breccia, spaccando la difesa partenopea, infilandosi inesorabilmente nella porta azzurra. A proposito ennesima volta: grazie Milan di non aver creduto nelle qualità del “Sultano”, non mi stancherò mai di affermarlo! Ripresa senza storia, certo poteva essere messo tutto in discussione se solo fosse stato assegnato il rigore, che secondo me c’era ed era lampante, ma toccava realizzarlo, con i se e i ma non si va da nessuna parte. Forse, ritengo che se non è stato concesso da Massa, avrà avuto i suoi buoni motivi, forse un bruscolino negli occhi gli ha impedito la visuale completa, tant’è che lo status quo del momento era purtroppo quello: Napoli 0 Inter 1, e poi? Tutto il resto è stata una cavalcata trionfale dei nerazzurri, con altre azioni spettacolari che hanno portato alla bellissima rete di un ritrovato Barella, davvero entusiasmante lo slalom in area del Napoli, ha saltato i difensori azzurri, come birilli, anzi come quei paletti che si trovano dinanzi ai campioni della cosiddetta valanga azzurra di sci: spettacolare! Avevamo bisogno di ritrovare il migliore Nicolò, per fortuna è ritornato, avevamo tantissima necessità della sua qualità realizzativa nello scacchiere nerazzurro! E’ anche vero che potevamo implementare ancor di più il punteggio se Lautaro non avesse verosimilmente sbagliato una rete davvero facile per la sua classe. Ma la serata doveva essere trionfale e lo è stata, per fortuna ci ha pensato un giocatore che è sempre nel posto giusto al momento giusto: Marcus Thuram. Un giocatore, il francesino, davvero di alta classe, che si è calato, in modo davvero considerevole, al servizio della squadra e i compagni l’hanno messo in condizione di segnare sinora 5 reti in campionato, alcune davvero di pregevole fattura (i milanisti ne sanno qualcosa), e non solo, perché è anche vero che ha fornito, da parte sua, per la squadra ben 6 assist, che ne fanno una pedina importantissima per la squadra, facendo di fatto scomparire l’ombra scomoda della chimera chiamata Lukaku, sia nel cuore che negli occhi di ogni tifoso nerazzurro. Io terrei Marcus per sempre e comunque, con quella presenza in area avversario è sempre il preludio di qualcosa di positivo per i nostri colori. Con tutta la campagna diffamatoria dei vari giornalai, che non vedono l’ora di banchettare sul nostro cadavere, come avvoltoi, stanno dicendo di tutto e di più, in sintesi peste e corna del nostro ambiente, rimarcando con forza dei debiti societari accumulati sinora, però credo siano lividi di bile nei nostri confronti, perché non considerano lo stato societario degli altri club rinomati al par nostro, manco navigassero nell’oro, la loro cervellotica definizione è che tutto oramai è stato già deciso della nostra vittoria finale. Mi chiedo se queste personcine per bene sono cosi premonitori, allora chiederei alla Figc l’assegnazione dello scudetto per Natale, così siamo tutti contenti e gli avversari si capaciteranno della loro inferiorità e pochezza in campo, ma tutto deve essere deciso a tempo debito, per ora godiamoci il momento, certo verranno tempi meno rosei, ma credo che solo con il lavoro ve verremo fuori. Io credo in questi ragazzi e ritengo che i giochi saranno decisi tra qualche mese alla ripresa delle coppe europee, chi sarà fuori avrà un vantaggio non indifferente dovendo preparare una sola gara alla settimana, mentre chi ancora ha tutto in gioco, sarà impossibilitato a tirare il fiato. Sarà una stagione davvero lunga e tirata, ma noi abbiamo i mezzi per affrontarla al meglio, con il supporto dei tifosi, con la concentrazione e il gioco dei ragazzi, nulla è precluso! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoLa paura di… vincere!
Ieri sera nel posticipo della tredicesima giornata del campionato di serie A, è andato in scena, a Torino, il così definito derby d’Italia con la prerogativa di essere una partita dagli altissimi contenuti calcistici e di spettacolo, del tutto disattesi in verità, dove è primeggiata la massima: per primo non prenderle e poi si vedrà. Quello che non ne ha giovato è stato lo spettacolo davvero scarno di emozioni, a un primo tempo tuttavia dignitoso, s’è contrapposta una ripresa tutt’altro che entusiasmante e non certo per colpa nostra. Forse l’unica menzione sfavorevole ai ragazzi la si può definire, in chiaro note, che contro questa squadra torinese, atta ad una strenua difesa e ripartenze forsennate, si poteva e si doveva fare molto di più. Tutti sanno e si sapeva da tempo, del gioco speculare di Allegri, ma è anche vero che con questo gioco sparagnino s’è portato al secondo posto in classifica, nessuno potrà mai giustificare lo scenario prodotto dai bianconeri, assolutamente inqualificabile, ma tant’è che comunque a ragione veduta sono lì, nessuno potrà mai dir nulla, negli annali si leggerà solo il risultato, lo spettacolo prodotto non sarà descritto, nessuno si ricorderà delle gare disputate con la difesa arcigna e tutti i giocatori arroccati nella propria metà campo, per questo caro mister Inzaghi si doveva e si poteva fare molto di più. La cosa che mi è piaciuta dei ragazzi è stata la reazione alla rete bianconera, tant’è che solo dopo appena sei minuti è stata ristabilita la parità, e poi? Forse il grandissimo possesso palla del 64% a nostro favore, potrà dire qualcosa in più, in quanto ci abbiamo almeno provato mentre dall’altra parte dopo qualche alleggerimento, di conclusione in porta neanche l’ombra, tant’è che potevo starci anche io tra i pali al posto di un Sommer, tutto sommato inoperoso. Certo anche il dirimpettaio non è che ha dovuto fare gli straordinari, questo è vero, ma almeno qualcosina in più i ragazzi hanno fatto, ma l’andamento della partita è scivolata nella considerazione che in primis era non perdere, con la conseguente paura di vincerla questa gara che lascia tutto sommato, inalterata il vertice della classifica, questo è un dato di fatto che a noi va benissimo! Non si può per questo dire che lo spettacolo prodotto ha giustificato il prezzo del biglietto, se non altro per la bellezza dei due goal, che hanno ripagato in parte lo stesso, ma tutto il resto è noia, come avrebbe detto l’indimenticabile Califfo. E’ pur vero che erano i bianconeri che avrebbero dovuto metterci più impegno se volevano sovvertire, a loro favore, la testa della classifica e se non ci sono riusciti è solo perché difronte avevano un’Inter motivata, seppure non totalmente, a lasciarsi rosicchiare terreno, però è anche vero, lo ribadisco ancora una volta, che visti i valori in campo e su com’è andato l’andamento della gara, potevamo osare molto di più, ma alla fine seppur con un bicchiere mezzo vuoto, dobbiamo accettare il punticino che lascia inalterate le distanze. Vorrei rimarcare un mio pensiero verso un giocatore, nella fattispecie Cuadrado. Mai mi sarei sognato di elogiare questo giocatore, ma visto ieri sera, nei venti minuti giocati, l’ho apprezzato se non altro per la bile che hanno versato, parte del pubblico gobbo, alle sue giocate, davvero una spina nel fianco per i bianconeri. Del resto cosa dire nulla di più, va nel dimenticatoio questo scialbo derby d’Italia, prepariamoci ad affrontare altre sfide, incominciando da quella di Champions contro il Benfica, in casa loro mercoledì prossimo, con il passaggio del turno alla fase successiva, dovrebbe essere una pura formalità, considerando dell’impegno successivo di campionato che ci vedrà opposti al Napoli al Maradona. Speriamo solo che non si verifichi il detto: vedi Napoli e poi… il resto lasciamolo scrivere ai ragazzi, sanno fare quello che devono fare, non credo demordano tanto facilmente, ne sottovalutino l’impegno, perché tutti ci considerano la favorita, per la vittoria finale, ma di queste persone non c’importa nulla, la cosa importante che ci crediamo noi, perché l’Inter è storia, giocando come sappiamo e il supporto di noi tifosi, spero solo che tutti insieme possiamo scrivere ancora tante altre pagine importanti! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoUna mentalità vincente!
Il posticipo domenicale ci opponeva a una squadra, il Frosinone, che si è dimostrata davvero una bella realtà, che vale tutti i punti che ha in classifica. Memore di quello che è accaduto in altre circostanze, specie in casa, dove talvolta abbiamo sottovalutato l’avversario di turno, questa volta per fortuna i ragazzi sono scesi in campo che la mentalità giusta, quella vincente, per riappropriarsi immediatamente della vetta della classifica, lasciata per qualche ora alla mercé dei non colorati di Torino. Certo il risultato tondo di 2 a 0 potrebbe sembrare un po’ riduttivo, per i valori mostrati in campo, però talvolta queste considerazioni lasciano il tempo che trovano, in campo questi ragazzotti ciociari, corrono tantissimo e si nota che ci stanno a loro agio, sciorinando a volte anche un buon calcio, che può dar fastidio a chi appare smarrito da tantissimo agonismo. Forse ad altri, ma non a noi che con il tasso tecnico a disposizione, sappiamo far male in qualunque circostanza e a chiunque. Se poi si dispone di una freccia, nella faretra di Inzaghi, del calibro di Dimarco, allora nulla è precluso. Senza precedenti una rete simile, forse pensandoci un attimino, di recobiana memoria, ce ne sono state nel passato, e se a Recoba si è concesso il beneficio del dubbio, perché non concederlo anche al nostro Dimarco? Secondo me, si nota dai fotogrammi, lui prima guarda il portiere avversario, quindi scaglia un dardo infuocato che s’insacca inesorabilmente alle spalle di un attonito Turati: il pubblico assiepato sugli spalti comprendendo il momento, regala una bellissima standing ovation a un ragazzo con il nerazzurro nel sangue, che specie in campo, da sempre tutto: ce ne fossero di giocatori con quella tigna e voglia. Mi hanno fatto sorridere le dichiarazioni di taluni personaggi, giornalisti per modo di dire, di spudorata fede bianconera, che hanno gridato allo scandolo per il rigore concesso su fallo netto su Thuram, a inizio del secondo tempo, ma non hanno per niente accennato a un altro calcio di rigore non concesso ai danni di Mkhitaryan. Mi viene da chiedere ma non è che gli arbitri in queste circostanze, fanno come accade spesso nei supermercati, una sorta di due per uno? Certo che fanno riflettere queste cervellotiche considerazioni, ma noi non dobbiamo prestare il fianco a tutti questi detrattori, si nota a occhio nudo che il livore nei nostri confronti è sempre più che mai presente, ma il loro disappunto è la nostra forza. Ora ci sono le nazionali e noi abbiamo un parco giocatori, sparso per il mondo, del tutto invidiabile, speriamo solo che rientrino, alla base, carichi e pieni di ottimismo, perché la gara che si prospetta il giorno 26 prossimo e di quelle da non sottovalutare, nella maniera più assoluta, non dobbiamo dare adito, ne attenuanti ai non colorati torinesi, di risorgere, abbiamo il dovere per affossarli sempre più, confidando che il loro gioco speculare cessi di essere proficuo, non può sempre andare bene ad Acciughina, lui che si professa il “deus ex machina” pallonaro, ma difatti non ha inventato nulla, il suo gioco è fermo agli anni sessanta. Noi abbiamo dalla nostra una grandissima autostima, giochiamo bene e si vede, abbiamo la migliore difesa e il migliore attacco, ciò a dimostrazione del buon gioco che sviluppiamo e della coralità d’intenti in campo, manca forse la fatidica ciliegina, quella di osare talvolta un po’ di più, nel senso che in area dobbiamo abbandonare i fraseggi, quei ricami talvolta inutili e concludere a rete: ne abbiamo le qualità! Per quattordici giorni dimentichiamoci il campionato, tutti proiettati sugli impegni della nazionale, con la speranza di centrare la qualificazione, senza passare per gli spareggi, per noi sono davvero deleteri. Quindi per il momento riponiamo i nostri vessilli, li tireremo fuori pronti per la gara che, spero, ci dia tantissime soddisfazioni: Torino arriviamo, sarà terra di conquista? Noi ci crediamo e vi sosterremo sempre, perché l’Inter se ti prende nell’animo, non la lasci più: mai sola. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
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