Al peggio non c’è mai fine. Ho ponderato un attimo prima di dedicare i miei pensieri a questo ipotetico foglio di carta, ma nulla è cambiato. Il livore però non è scemato, altroché, anzi è aumentato in considerazione dell’ennesimo scempio dimostrato, avendo depauperato per l’ennesima volta quei punti sostanziali per la rincorsa ad un piazzamento Champions che assume quanto mai di vitale importanza, allo stato attuale, per le casse societarie e per l’importanza della nostra storia calcistica. Talvolta si implora alla cattiva sorte che ci sta mettendo lo zampino, sicuramente ci vorrebbe un’esorcista per scacciare da Appiano tutti quegli strali malefici che stanno attanagliando il nostro ambiente, ma la mia opinione è oramai certa, consolidata dai fatti, che se fosse stato un caso sporadico ci si poteva giustamente ancorare alla mala sorte, ma oramai sta divenendo una consuetudine quell’incapacità di finalizzare le tantissime occasioni da rete. Non è di umana concezione la motivazione, secondo la quale non si riesce a trasformare in rete delle facilissime e significative situazioni favorevoli. Appare inverosimile come, pur disputando delle oneste gare e partorendo un gioco tal volta apprezzabile, non si riescono a realizzare delle reti che in altre circostanze sono nel dna di un vero giocatore di serie A, per carità, nulla di fantasmagorico né tanto meno reti da genio del calcio, alcune da realizzare in prossimità della porta avversaria, con la freddezza necessaria da spingere solamente in rete il pallone. Di conseguenza se non chiudi la gara avviene che poi che gli avversari con l’unica occasione creata, poi ti puniscono, questo purtroppo avviene da diverse gare con la conseguenza di punti persi malamente e che ci relegano in posizioni di classifica davvero pericolose. Nel girone di ritorno abbiamo inanellato una serie di gare che sono il ruolino di marcia di una squadra da centro classifica, di chi si è salvato e non chiede più nulla al campionato, tutto il contrario di chi vuole ritagliarsi quello spazio vitale che denota la propria importanza nel panorama pallonaro, non solo italiano ma internazionale. Basti pensare che nelle ultime 6 gare di campionato, abbiamo portato a casa il misero bottino di soli 4 punti sui 18 disponibili. Numeri che decretano realmente uno sprofondo, che appare più verosimile di: inferno nerazzurro! Credo che ormai le chance di risalita stiano pian piano diminuendo, come le attenuanti per calciatori oramai delineati, che credo, verso una partenza per altri lidi, sono certo che non faranno parte dell’Inter del futuro, di questo Lukaku non sappiamo che farne, complice di aver davvero dilapidato occasioni importantissime, degne del Blisset di meneghina memoria. Sul banco degli imputati tantissimi giocatori che sono top solo nel lauto guadagno che percepiscono, mentre in campo tutto ciò non corrisponde alla loro voglia di giocare e invertire lo status quo. Tanti giocatori entrati in campo non dimostrano l’amore per la maglia che indossano, sono sufficienti nelle loro movenze e nel loro impegno e poi credono di meritare maggiore attenzione da tecnico e società. Su tutti quel Brozovic svogliato, che sta dimostrando, specie nelle ultime gare, di essere un corpo estraneo alla squadra e che il suo amore per questi colori è pressoché svanito, complici forse sirene ammaliatrici che promettono di tutto e di più. Altri giocatori che non sono da Inter, ma che potrebbero fare la fortuna di tantissime altre squadre, sono i vari Dumfries: sempre più anonimo e discontinuo, l’involuzione davvero problematica di un Barella sempre più rissoso verso i compagni, si denota la mancanza di tranquillità che sta attraversando il ragazzo, continuando con un giocatore che è assolutamente inutile per la squadra quel Correa davvero inguardabile. Purtroppo il reparto d’attacco è quello più deficitario, dove regna l’anarchia, di Lukaku s’è già accennato alla sua cervellotica forma, ma di un Lautaro Martinez involuto che spreca in ogni gara tantissime occasioni, l’ultima in quel di Salerno dove in un azione non ha fatto valere la sua “presunta freschezza”, difatti era entrato in campo da soli 5 minuti, quando gli è capitato quella palla in profondità, e lui ha visto bene di fare quel tiro degno del miglior Fantozzi, consegnandola in mano al portiere messicano. Un giocatore della sua presunta importanza e lignaggio tecnico, avrebbe dovuto fare sicuramente meglio. Altra involuzione che preoccupa è lo stato emotivo che sta attraversando un altro pezzo da 90 dell’attacco, quel Dzeko che, da cigno do Sarajevo è diventato un paperotto spelacchiato del Lambro, i suoi 37 anni sono un macigno a cui non può esimersi, tant’è che ne risente in velocità sia di pensiero che di movenza, talvolta il cervello ordina una cosa a cui i muscoli non assecondano. Sono tanti i giocatori messi in discussione e con loro un tecnico al quale bisogna far fare una giusta analisi interpretativa, non bisogna sempre esordire in conferenza stampa, con i se e i ma, non si va da nessuna parte, tanto l’incapacità nel segnare anche le reti più semplici è una costante e non bisogna sempre lanciare l’accusa a fattori esterni, lo si può fare una volta, ma non sempre, potrebbe apparire la dipendente scusa dei perdenti. Mazzari docet. Ultima considerazione: s’è detto da più parti e in particolare dai giornalai saccenti, che aprile doveva essere il mese in cui ci si gioca ogni traguardo possibile da raggiungere, facendo la giusta ammissione di colpa, non l’abbiamo approcciato al meglio, 2 punti in due gare di campionato che hanno delineato un’abissale ritardo verso posizioni di prestigio (considerato che avevamo sempre cullato la possibilità del secondo piazzamento), una semifinale di coppa Italia terminata tra i veleni con i torinesi non colorati con il ritorno a Milano a fine mese che favorirà una finale che a questo punto appare davvero importantissima. E poi la madre di tutte le partite, quella gara di andata, in terra lusitana dei quarti di Champions, da disputare con ben altra “cazzimma” usando un eufemismo tipico e noto più ai partenopei che ai lumbard, ma che è sintomatica di chi deve ricercare quegli stimoli giusti per ottenere un risultato a tutti costi. Di mister Inzaghi non voglio approfondire nessun altro discorso, il mio pensiero lo definirò in conclusione di questo fatidico aprile, anche perché le “idi di marzo” non hanno portato nulla di che, anzi hanno determinato lo sfaldamento di una squadra davvero complicata da poter difendere, per il bene di questi colori, auguriamoci il meglio! …Amala!!!!!!
Sono del tutto terminate sia le parole che le attenuanti che possano accompagnare le prestazioni del tutto ininfluenti e impressionanti, in maniera del tutto negativa, della nostra tanto amata e cara Inter. Ogni incontro di campionato, che sia domenicale o infrasettimanale, purtroppo ci porta sempre la stessa consuetudine di amarezza e inconsistenza, di una squadra che è già da tempo che non gioca più come tale. Sembra un’orchestra stonata dove ognuno gioca per conto suo, con un direttore che non ha più alternative al suo stonato e oramai conosciuto, quanto trito e ritrito 3–5-2, in cui tutte quelle squadre che c’incontrano, con un po’ di accortezza e raziocinio, riescono a trovare contromisure tattiche adeguate. Sono rari i momenti che l’Inter sviluppo un gioco d’insieme e di aiuto reciproco, favorendo il compagno meglio posizionato, per la stoccata finale, e quando accade incomprensibilmente sotto porta si sbaglia in maniera davvero cervellotica. (vero Lukaku?) Anche ieri ci è rimasta indigesta una bella e succosa fiorentina, che potevamo gustarci alla grande se solo gli interpreti non si fossero divorati delle papabili e succulenti occasioni da rete. Per onor del vero anche i viola hanno sciorinato del bel calcio, con altre occasioni in cui potevano farci male, ma loro per lo meno una palla alle spalle di Onana l’hanno messa, noi no, questo purtroppo e il leit motiv che ci accompagna da un po’, si crea tanto ma si concretizza pochissimo, forse niente stando alle risultanze finali. Se poi si analizza che sinora in ventotto gare di campionato ne abbiamo perse ben dieci, possiamo affermare che davvero questo campionato è in assoluto il peggiore di quanto potessimo minimamente credere alla vigilia, le colpe vanno ricercate in molteplici fattori, dalla società che non è riuscita a convincere del suo operato, dallo staff tecnico che non è riuscito a credere e consolidare un gruppo di giocatori idonei al progetto e in ultimo un allenatore che non è capace purtroppo di guardare al di là del proprio naso. Eppure ci sono molteplici moduli che si possono adattare, e cambiare in corso d’opera, invece lui non ne conosce altri, forse non si rende conto che i cosiddetti braccetti di centrocampo, ben noti quinti, non sono altro che difensori adattati alla bisogna come esterni, ma non affondano come tali, senza dare l’opportuno apporto ai compagni di centrocampo e attacco, per intenderci non ci sono più i vari Perisic o Hakimi, quindi forse non sarà il caso di usare altro modulo, caro il mio Inzaghi? Anche ieri la squadra è apparsa squilibrata e spaccata in due, ogni volta che perdeva la palla, gli avversari andavano a nozze com’è accaduto anche ieri con la Fiorentina che ha banchettato sui nostri banali errori. Altra nota dolente non ha fatto altro che fare dei cambi sempre gli stessi, sempre uguali, sempre di ruolo, esce Bastoni entra de Vry, forse la sua convinzione, o esperienza porta a mandare in campo più punte, con la sua farlocca equivalenza più punte = più reti, assolutamente no, in questo modo s’intasa l’area avversaria, dando il là per far chiudere maggiormente negli spazi, senza dimenticarci che sono del tutto rare le iniziative dei centrocampisti, ieri nell’unica idonea c’è stato il palo di Barella. Tranne la lunga corsa coast to coast di Mkhitaryan, che ha ignorato Lukaku, forse meglio posizionato, per una rete che poteva essere segnata. Per carità io non mi ritengo un allenatore di grido, ma sono uno che osserva come la maggior parte degli amanti di questo sport, non abbiamo il prosciutto dinanzi agli occhi per dire che va tutto bene, in questo modo non si va da nessuna parte. Sono ben evidenti le lacune accusate da questa squadra che il più delle volte non riesce a serrare le fila, giocando in modo lineare e coeso. I perbenisti diranno che dopo tutto Inzaghi dovrà disputare le semifinali di coppa Italia e i quarti di Champions, ma tranne gli introiti per la società, superando però questi ostacoli, non portano titoli, anzi destinando risorse fisiche per questi incontri, si rischia seriamente di perdere di vista gli impegni di campionato che si riducono sempre più, con la perdita di quel terreno importante che non potrà più essere recuperato, andando incontro in maniera irreversibile, verso l’estromissione dalle quattro che andranno alla prossima massima competizione europea. Purtroppo sono queste le condizioni da tener presente, che al momento e nel futuro prossimo, sono quelle vitali risorse, fondamentali direi, per una società di già ora sull’orlo del precipizio finanziario. Non oso immaginare se ciò avvenga con il preventivato e quasi sicuramente default, come potremmo presentarci ai nastri di partenza del prossimo campionato, ci saranno dei tagli sostanziali ed in tanti saranno costretti ad essere venduti ed abbandonare la Milano sponda nerazzurra, visto che ci sarà un clima di recessione senza appello, di soldi ce ne saranno ben pochi e si dovrà allestire una squadra con quello che passa il convento, condizione che ci farà cadere in un anonimato per chissà quanto tempo. Quindi mi rivolgo a chi di competenza, se volete realmente i bene di questi storici e gloriosi colori datevi una mossa sostanziale, perché noi di amore ne abbiamo tantissimo, basti pensare che nella gara di ieri gli spettatori erano più di settantamila, questo vorrà dire pur qualcosa. Meritiamo più rispetto, per quella maglia che indossate voi giocatori, dovrà essere rispettata prima di ogni cosa, basta con queste scialbe prestazioni, ci vuole coraggio e coesione, giocando da squadra e in quel modo che, in questo inizio 2023, non abbiamo ancora visto. …Amala!!!!
Premetto che è davvero assurda la situazione che stiamo vivendo, siamo attanagliati dalla sindrome da trasferta, che può anche essere presente in squadre di media classifica, ma non per chi ritiene di potersi accomodare nei piani alti dell’élite del calcio italiano. L’ansia da prestazione potrebbe subentrare, sicuramente, se affronti squadre blasonate, in considerazione allorquando non riesci ad ottenere un risultato soddisfacente, pur giocando bene e perdi, non puoi rimproverarti di nulla, per il semplice motivo che magari gli avversari hanno dimostrato un gioco migliore. Però perdere contro squadre medio-piccole è davvero cervellotico, non è realisticamente corretto parlare di sfortuna, come spesso il nostro tecnico menziona in conferenza stampa. Le statistiche di ieri sera hanno dimostrato che tutto sommato la mole di gioco dei ragazzi è stata soddisfacente, il possesso palla è stato per la maggiore dalla nostra parte, come tutte le altre componenti che delineano l’andamento della gara, alla fine però rimangono fini a sé stessi, quello che conta è il risultato: si è persi l’ennesima partita fuori casa, e non stavi giocando contro il Real Madrid, ma contro lo Spezia. Con questa sono ben otto le sconfitte subite sinora, e in considerazione che mancano ancora dodici gare sino alla fine del campionato, davvero vengono i brividi in considerazione di quello che potrebbe ancora accadere, purtroppo! Trovare il colpevole è sin troppo semplice, l’allenatore è il capro espiatorio di tutti, non scende certo in campo, è innegabile, ma in questo caso è colui che non riesce a gestire al meglio la squadra, e lui che dovrebbe guidarli come si fa alla playstation, avendo il possesso del joystick nelle mani, che talvolta lascia negli spogliatoi, espressione coniata da un telecronista quando in panca c’era Mancini. Il nostro genio ha sempre assunto l’atteggiamento molle e molto amichevole, con i suoi giocatori scaricando su di loro ogni tipo di lamentela, dando la colpa della sconfitta ad un approccio sbagliato dei ragazzi in campo, però sinora nessuno gli ha fatto notare che lui è preposto, aggiungo anche lautamente pagato, ad assurgere a questo compito. Tutto ciò che sinora ha messo in campo è una scarsa mentalità vincente, certo dalla sua c’è la conquista di ben 3 trofei, posti in bella vista in bacheca, ma siamo certi che non si sarebbe potuto pretendere di più? Piccola parentesi si parlava poc’anzi delle occasioni create nel primo tempo e di cui mister Inzaghi faceva riferimento in conferenza stampa, condivido in parte, realisticamente di tiri in porta ce ne sono stati diversi, ma nello specchio io ho contato due belle parete del portiere spezzino, ed una di queste è stato il rigore. Ben poca cosa se poi alla ripresa del gioco, alla prima e unica occasione avversaria, vieni infilato in contropiede, senza opporre una reale ed efficace fase difensiva. Il perfetto gioco di squadra deve essere supportato in ogni fase, da un’opportuna sincronizzazione, non si deve e non si può lasciare nulla al caso oppure all’improvvisazione, potrei essere ripetitivo in quest’analisi, se non si dispone di giocatori del calibro di Pelè o Maradona, che in ogni caso avrebbero fatto la differenza. E’ dura dover considerare lo status quo del momento è davvero deleterio pensare che se continuando in questo modo, con alternanza di prestazioni, il quarto posto potrebbe essere una chimera, se poi ci mettiamo il mancato passaggio del turno ai quarti (mi auguro con tutto il cuore che ciò non avvenga), credo che il default sia dietro l’angolo. Inzaghi ha di certo le sue colpe, in talune scelte ma principalmente sul suo scarso modo d’imporsi, certo parlare con il senno di poi è tutto più semplice, ma voglio rimarcare alcune circostanze che fanno emergere il suo status di “professorone”, di seguito la mia analisi che avrebbe fatto sicuramente pensare a qualcosa di diverso:
Lukaku sinora ha uno score realizzativo sui calci di rigore di 13 realizzazioni, contro 1 solo errore. Ecco che il nostro professorone che fa, lascia tirare Lautaro che invece ne sbaglia 1 su 3;
L’Inter ha la peggiore difesa della serie A, lui per invertire la rotta ecco che cambia il portiere in previsione, dell’importante turno di coppa, con un turn over che non ha senso;
L’unico CC insostituibile al momento è Calhanoglu che lui parcheggia in panca, preservandolo per martedì, come se la gara contro lo Spezia fosse stata una pura formalità, vinta già sulla carta. Senza dimenticare di un ragazzotto di belle speranze isolato e relegato in panchina ad ammuffire, tale Asllani. Per fortuna non ha fatto entrare in campo Gagliardini, mamma mia!
Lo Spezia nel primo tempo con due punte non ha creato alcun pensiero alla nostra retroguardia, ma nella ripresa Semplici inventa uno schema diverso, sintomo di saper leggere le gare, togliendo una punta e inserendo più centrocampisti, invece il nostro professorone, una volta sotto nel risultato continua col fare entrare in campo altre punte, come se più attaccanti in campo più reti, purtroppo questo binomio non esiste: è del tutto sbagliato, mio caro professorone!
Infine ultima nota, i numeri dicono che dopo l’ottava sconfitta su ventisei (1 ogni 3,25 per essere precisi), media perfetta di chi vuole salvarsi o navigare a metà classifica, siamo ancora lì, mi chiedo sino a quando? Nonostante tutto però sento da più parti difendere Inzaghi perché dopo tutto ha vinto tre trofei che fanno curriculum, ma non certo la storia di un club, chi ancora difende il mister dovrebbe rendersi conto e farsene una ragione: non è da Inter, ci vuole ben altro! Spero vivamente che martedì ci sia la preventivata svolta, quella che da troppo tempo stiamo aspettando, è vitale il passaggio del turno, altrimenti non so cosa potrebbe accadere! …Amala!!!!
Sembra assurdo, ma questa squadra ha bisogno di cadute perentorie e ben fragorose per risollevarsi. Come volevasi dimostrare, dopo una settimana di assoluta passione, causata dalla sconfitta del tutto merita, in terra felsinea, in conseguenza di ciò hanno, sparato sul nostro vessillo degli improperi davvero ferali e dove sulla carcassa nerazzurra (l’ho definita in questo modo, per far intendere che oramai ci danno da più parti per bolliti e senza nerbo) hanno banchettato detrattori e giornalai vari, non s’è fatto attendere un commento sicuro ed energico quanto autorevole all’interno della società, con toni sicuramente esacerbanti, non privi di provvedimenti futuri nei confronti di chi non reagisce con tenacia, dando tutto per la maglia che s’indossa, lasciando da parte le amnesie e lacune che talvolta si verificano durante certe gare. Era opportuno cambiare registro e di fatti ciò è avvenuto, sarà tardi? Io sicuramente dico che siamo ancora in tempo per salvare la stagione, non certo per il titolo, onestamente oramai è compromesso, ma ci sono altri obiettivi che non si devono assolutamente perdere di vista: diciamo che sono basilari! Tutto questo è necessario se realmente si prende in considerazione che ogni gara deve essere giocata con la condizione mentale giusta, interpretandola al meglio e non solo contro squadre di un certo lignaggio, ma contro qualunque avversario. Certo i giocatori che scendono in campo non sono degli automi, sono persone che vivono di emozioni, e questo dev’essere motivo d’orgoglio massimo, nel cercare di non portare nocumento a chi ama questi colori, perché l’Inter viene prima di tutto e si ama a prescindere. Tutti devono fare la propria parte in questo contesto, dai giocatori in campo, da chi li segue da vicino: organo tecnico, quindi chi dirige ogni cosa dalla stanza dei bottoni, solo in questo modo a fine campionato, quando ogni cosa sarà un ricordo e pressoché conclusa, potremo dire di aver dato tutto e tirato le somme di quello che s’è costruito. Ma dev’essere solo un ricordo delle ultime gare che ci hanno fatto davvero male e aver perso, per colpa nostra e di qualcun altro, punti che ora potevano ancora darci un valore aggiunto per il finale di stagione. Non vado molto indietro, tralasciano le sconfitte ferali di inizio stagione, ma aver perso punti contro Monza, Empoli, Sampdoria e Bologna, sicuramente gare alla nostra portata, nelle quali abbiamo raggranellato 2 punticini scarsi al posto di 12 ipotetici, ebbene quei 10 punti al momento fanno la differenza. Nessuno è imbattibile, questo lo sa anche il Napoli, che merita sicuramente il posto che occupa in classifica, comunque io ritengo che con i se e i ma, non si va da nessuna parte, lo status quo del momento è questo, bisogna farsene una ragione, cercando di metabolizzare gli errori compiuti cercando di non ripeterli. La gara della domenica pomeriggio ci opponeva al cospetto di un Lecce bello e sfrontato, che gioca bene con la sfrontatezza di chi sa che può dar fastidio a chiunque, ne sa qualcosa l’Atalanta. I salentini sono arrivati a Milano con l’intento di giocarsela, non certo di essere remissivi, solo che per i nostri ragazzi è sopraggiunta quell’insanabile voglia di rivalsa, alla quale i ragazzi di Baroni non hanno trovato la possibilità di arginare le continue folate nerazzurre. Ho notato che in campo, ora più che mai, c’è un leader, pronto al sacrificio e che gioca a tutto campo, ma non per questo riesce anche a timbrare il così detto cartellino, con il 14esimo centro in campionato, “El toro” Lautaro Martinez anima di questa squadra, emblema assoluto di un giocatore completo che sente la responsabilità della fascia che indossa, un capitano a tutto tondo. In contrapposizione vi è l’unica nota negativa avvertita ieri sera, è stata l’espressione di un Brozovic che sente di non avere più la leadership in squadra, ho visto che sia in panchina, in occasione della rete di Mhikitarian non ha fatto un gran cenno di giubilo limitandosi ad uno scarno applauso, anche quand’è entrato in campo sembrava con la testa da tutt’altra parte, quando Inzaghi gli impartiva le ultime direttive, l’ha perfettamente ignorato, vorrei sbagliarmi, ma credo che il suo tempo all’Inter stia per concludersi. Sicuramente mi dispiace conoscendo il valore del giocatore, ma ognuno deve fare la propria strada, se a volte diventano divergenti. Tutti i calciatori sono importanti in una squadra, ma nessuno è indispensabile, eccezion fatta se ti chiami Maradona oppure Ronaldo il fenomeno, questo è sicuro, ma attualmente in giro non ve ne sono. Prima di ogni cosa viene l’Inter questo è certo, non svanirà mai, i calciatori sono di passaggio, come gli allenatori, i presidenti e tante altre figure, ma l’Inter 1908 è unica, al momento la sola di cui si può essere orgogliosi della sua storia, perché: “Essere nerazzurri è un traguardo, un segno di eccellenza “, altro non c’è! …Amala!!!!
La delusione è tantissima, addirittura cocente, se si analizza che questa squadra non riesce a fare due gare con la stessa intensità, dopo una gara giocata bene ne segue una completamente sballata, al di sotto delle proprie aspettative. La storia di questa stagione, davvero strana, insegna che mentalmente non ci siamo, che basta una defezione nei titolarissimi ed ecco che si sprofonda in un marasma confusionario nel quale la barca va alla deriva. Ritengo che in conferenza stampa sarebbe stato più giusto che non si fosse presentato nessuno, oppure come ha fatto Lautaro chiedere umilmente scusa a tutti gli amanti dei colori nerazzurri, invece di accampare scuse inutili, anche perché non ci sono scuse che tengano per giustificare la prestazione odierna, davvero sotto tono e senza un gioco e quelle idee che diano la possibilità di attuarlo! Il primo tempo davvero assurdo siamo stati alla mercé dei felsinei che hanno fatto di tutto per passare in vantaggio, giocando da squadra quello che non siamo stati capaci di fare noi. Proponiamo ancora di giocare con un calciatore che secondo me è davvero un corpo estraneo per questa squadra, Dumfries il quinto che passa sempre il pallone indietro, che non riesce a colpire manco se il dirimpettaio sta fermo, non affonda. Io non voglio necessariamente prendermela con l’olandese, ma quando la squadra non gira la colpa è anche dei quinti, devo dire con tutta sincerità invece che il dirimpettaio Gosens oggi mi è piaciuto di più del solito, certo con Dimarco è tutt’altra cosa, ma bisogna pur accontentarsi. Credevo che ad inizio ripresa il mister avrebbe apportato quelle sostituzioni necessarie, cercando magari maggiore fluidità nella manovra. Per alcuni minuti c’è stata, anche se il Bologna nelle ripartenze sembrava essere letale, in effetti in un paio ha quasi sfiorato il vantaggio. Il nostro caro mister, da genio consumato, cosa fa? Toglie l’olandese per mettere D’Ambrosio che non gioca una gara da chissà quanto tempo, certo sposta Darmian come quinto, ma s’è visto che se non copre lui la fascia è scoperta, in effetti ci siamo fatti infilare con una ripartenza da centro campo, dove i rossoblù hanno riconquistato palla e Orsolini, complice la mancata copertura di D’Ambrosio, s’è infilato nello spazio vuoto e dal limite ha tirato impallinando l’incolpevole Onana. Se si vuol dare continuità ad un certo lavoro, si deve crescere e non si può sempre incontrare il Milan, il Barcellona o altra squadra più blasonata che in caso di vittoria ti dà autostima, sono le altre che fanno aumentare il proprio predominio in classifica. Facendo un po’ di statistica in questo nuovo anno, dopo la bellissima vittoria contro il Napoli, abbiamo toppato, perdendo, con Empoli e oggi con il Bologna e pareggiato contro Monza e Sampdoria, squadre non proprio irresistibili, però sono queste le gare che alla fine fanno la differenza, noi proprio non siamo riusciti a farla. Non credo che il popolo nerazzurro sia contento di questi altalenanti risultati, la speranza è sempre dietro l’angolo, ma non sempre bisogna affidarsi alla speranza se si vuol dare un segnale positivo ad una propria stagione, ci vuole la coerenza di credere nei propri mezzi tecnici per valorizzare il proprio lavoro. Sicuramente in campo ci vanno i giocatori, questo è innegabile, ma il lavoro fatto durante la settimana sui campi d’allenamento deve essere finalizzato a quello che la domenica deve essere espresso al meglio sul campo, se poi capitano giornate come queste, vuol dire esclusivamente che il lavoro non è stato fatto a dovere, additando come unico artefice l’allenatore. Non ha colpe esclusive, certo, ma vanno condivise con tutti, certo è vero, ma lui non può andare in conferenza stampa accampando scuse e lamentandosi della scarso concentrazione ed approccio sbagliato alla gara. Mi chiedo ma chi deve inculcare la giusta motivazione e caricare la squadra, se non il tecnico? Inzaghi non è capace. Mi prendo le mie giuste responsabilità affermando che purtroppo lui, pur essendo un buon allenatore, ma non può essere da Inter, sicuramente gli saremo sempre grati per i trofei conquistati, ma da lui ci si aspetta tanto altro, ad esempio quella seconda stella tanto agognata che anche quest’anno è svanita. Potremo accontentarci di entrare nei primi quattro posti in classifica, cercando di vincere una salutare Coppa Italia, magari andare più avanti possibile in Champions, può darci lustro tutto ciò? Ritengo di si per una stagione come la nostra, quella che stiamo vivendo ora, potrebbe essere plausibile, ma credo che dall’Inter noi tifosi pretendiamo molto di più che mollare lo scudetto al giro di boa di un campionato da subito compromesso. Sarà la volta di un ennesimo giro di pagina della nostra storia, che anche se dev’essere ancora scritta, ma con queste premesse non ci pare bellissima!!! …Amala!!!!
Il sabato sera di campionato ci ha proposto due gare nel corso della stessa. Ad un primo tempo davvero deprimente si è contrapposta una ripresa caratterizzata da un piglio diverso, con tanto gioco e occasioni in raffica. Cos’è cambiato? Difficile capirne il significato, forse ipotizzando che i ragazzi si siano guardati negli occhi, razionalizzando che peggio non avrebbero potuto giocare, in considerazione della pesantissima e gloriosa maglia che stavano indossando a cui non stavano dando il giusto risalto e lustro. Per lo spettacolo che stavano producendo in campo, sembrava il seguito della cervellotica gara di Marassi, dove la presunta grande squadra, la nostra, che difatti allo stato dei fatti non s’era dimostrata tale, perché non riusciva ad avere ragione di una modesta squadra, quella doriana. Purtroppo lo status quo era questo, un misero tiro in porta degno di questo nome, senza rimarcare che stai giocando in casa, dinanzi ad oltre sessantamila spettatori, tifosi che t’inneggiano a squarcia gola, secondo la massima espressione di felicità, nel dimostrare quello che vali. Per carità non è che i friulani abbiano fatto tantissimo, gara di contenimento con improvvisi rovesciamenti di fronte ed in uno dei quali, trovando la nostra retroguardia piazzata male, hanno siglato il pari. Non si poteva certo essere soddisfatti di un primo tempo del genere, la ripresa fortunatamente è stata tutt’altra cosa, però non v’è nessuna giustificazione nel prendere dei contropiedi dall’Udinese, in più occasioni, forse due/tre, specie quando sei in vantaggio, avendo tra l’altro la palla ben oltre la metà campo, senza creare nulla d’importante, per cui non può assolutamente reggere la scusante dello sbilanciamento offensivo. Si è evidenziato invece un disordine tattico incredibile, visto quello che poi è accaduto nel prosieguo della gara, con i friulani protesi in contropiede alla ricerca del pareggio mentre i nostri hanno più volte mancato la segnatura della terza rete. Questa squadra ha evidenziato ancora una volta quel calo di tensione nervosa che è indubbiamente un male al quale si deve fare a meno, se vogliamo consolidare un posto al sole in classifica. Ieri sera ancora una volta si è visto che Dumfries non è per niente un giocatore da Inter, non spinge quant’è nelle sue corde, anzi dal momento che ha il possesso della palla non ha alcuna capacità mentale di saltare l’uomo, oppure fare un passaggio in profondità per il compagno, tende quasi sempre ad effettuare il retropassaggio indietro. Caro mister Inzaghi anche ieri sera ne hai commesso un’altra delle tue, dando dimostrazione che non riesci a leggere le gare come vorresti far intendere. In una serata dove il sempre utile Dzeko non era in partita, tu cosa hai fatto? Hai cambiato nella ripresa un Lukaku che non ha fatto niente male, si nota che pur non essendo il Romelu che abbiamo imparato a conoscere, cerca di rendersi utile per la squadra, essendo pian piano sulla via del recupero, tenendo in campo il cigno di Sarajevo che sembrava un corpo estraneo, mancando tra l’altro una rete che in altre circostanze non avrebbe fallito. È anche vero che pure Lautaro, per un egoismo eccessivo, non ha segnato una facile rete se solo avesse passato la palla a Calhanoglu, meglio posizionato e a porta libera. Tal volta la ragione di stato viene prima di quella personale, per fortuna si è poi riscattato, dopo pochi minuti, mettendo il suo sigillo e chiudendo di fatti una gara che agli albori non è che poi s’era messa così bene. Purtroppo allo stato attuale siamo questi, abbiamo un autonomia di 45/50 minuti, dobbiamo avere ben precisa la considerazione che l’Inter del primo tempo deve essere cancellata, non è proponibile giocare senza voglia e costrutto. Lasciatemi porre l’accento su di un giocatore, anche lui nel primo tempo risucchiato nel marasma generale, ma che poi nella ripresa è riuscito, con le sue giocate a dare una sferzata positiva alla sua gara e a quella della squadra, realizzando una rete fantastica, di prima con un piattone indirizzato laddove il portiere avversario non ci sarebbe mai arrivato. Con un Mkhitaryan così, possiamo essere certi che il colpo del campione è sempre dietro l’angolo e con lui quel Calhanoglu che ci fa lustrare gli occhi ad ogni giocata, non sempre prevedibile, ma sostanziale. Sono questi i giocatori che fanno bene al nostro gioco, ma è anche opportuno considerare che tutti sono importanti, ma non indispensabili, perché l’Inter rimane sempre e comunque prima di ogni evento e giocatore. Tenendo fede ai dettami dell’insegnamento del mitico Giacinto Facchetti a cui il nostro club è intitolato, mi piace sempre rimarcarlo, recita: “Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore. Essere nerazzurri è un traguardo, un segno di eccellenza. “…Amala!!!!
Nel monday-night si registra la brusca frenata di un’Inter arruffona che ad inizio gara, nei primi minuti, ha dato segni di una mobilità costruttiva con i primi due tiri nello specchi, e poi? Il buio non proprio fitto però, tant’è che nel corso della stessa, hanno tirato verso la porta doriana per ben 25 volte e con un possesso palla che è andato oltre il 65 per cento, sono dati sterili, se si considera che in fondo non s’è fatto nemmeno un goal. Dove ricercare la colpa? Le varianti sono diverse. In primis il nostro tecnico, capitolo esplicativo e delle sue scelte, non sempre azzeccate, non ha uno schema che talvolta riesce ad essere camaleontico, orami non si discosta dal consueto 3 – 5 – 2, per lui consolidato, ma il gap si evidenzia quando gli avversari si mettono a specchio e il più delle volte si rintanano nella loro area, con ripartenze in contropiede. In questo modo riescono a bloccare le nostre fonti di gioco, che quando, come ieri sera sono un po’ appannate, risulta tutto davvero dannatamente complicato. Forse sarà anche colpa di una frenesia da risultato, magari per un agonismo espresso male e talvolta senza costrutto, ma ciò nonostante, a fine serata le cifre delle statistiche hanno sancito una superiorità netta, ma che ha portato ad un misero punticino, allungando in maniera esponenziale il divario tra la copolista e le altre. La gara di ieri sera altro non è che lo specchio di questo nostro cervellotico campionato, nel quale le gare disputate si diversificano nella qualità del gioco espresso. Ci sono gare dove la squadra gioca davvero bene, macinando e costruendo occasioni in serie ma che alla fine riesce a venir fuori con una vittoria meritata, in altre arranca in maniera davvero sufficiente, tale da sembrare supponente come se dovesse giocare per forza, costretta da un calendario, e non per voglia. Manca quella giusta mentalità che deve essere inculcata alla squadra, quella voglia di continuità, innanzitutto nella ricerca di un risultato che ci dovrebbe premiare, non per la formazione di quei nomi altisonanti che vengono segnati sulla distinta, ma per come gioca e come si pone in campo, nell’aiuto costante e la ricerca della finalizzazione prima di tutto, senza cercare di andare in meta da soli. Quella mentalità che non può essere acquistata al supermercato sotto casa, ma deve essere apportata da chi è preposto a tale compito: l’allenatore e con tutta franchezza, Simone Inzaghi non ha queste caratteristiche, lui si sbraccia in campo, perde anche la voce ma non ha quella “cazzimma” dovuta e necessaria in questi casi. Altro capitolo che ieri sera si è verificato in campo e che non m’è affatto piaciuto, come credo a tutto il popolo nerazzurro, è stato il battibecco con il conseguente nervosismo, di un Barella che si è scagliato contro Lukaku, aggiungerei non solo con lui, per errori di posizionamento e di mancato ausilio ai compagni. Caro Nicolino, in campo, specie quando si è dinanzi agli occhi di milioni di persone, evitiamo quelle scene isteriche, non fanno altro che fomentare un nervosismo che non aiuto nessuno. È palese che Lukaku sta pian piano ritrovando la forma, non può essere al massimo, non per questo non deve essere redarguito quando è fuori posizione oppure non aiuta, ma francamente nel primo tempo qualcosina l’ha fatta. Speriamo che ogni cosa venga dipanata nello spogliatoio, in un faccia a faccia, mai come in questo caso, chiarificatore. Inutile ritornare sempre sul solito e scanzonato copione, non ci siamo e solo nelle giornate in cui si sarebbe dovuto fare di un solo boccone di squadre del calibro di: Monza, Empoli e Sampdoria, ebbene si è portato a casa la misera posta di due punti, sugli ipotetici nove, la differenza sta proprio in quello con chi guida la classifica, e prevedo che quel gap sarà davvero notevole e sostanzioso sino alla conclusione del campionato, se non si riesce a capire che possiamo e dobbiamo fare meglio, se vogliamo consolidare un posto Champions, dove tantissime squadre sono invitate ad un banchetto che ne prevederà solo quattro. In conclusione il refrain è sempre il solito: “l’Inter getta al vento altri due punti sanguinosi, con poca cattiveria in una serie infinita di potenziali occasioni. La gara di Marassi ha sancito un risultato finale che è uno sbadito zero a zero. La recriminazione è tutta del popolo nerazzurro, conscio di per aver perso l’ennesima occasione per blindare un posto in Champions, dove la bagarre è sempre più che mai agguerrita”, questo se fossi stato un giornalista il mio pezzo avrebbe avuto questo inizio, ma io sono solo un appassionato e innamorato di questi colori, vorrei esultare sempre per delle belle vittorie, ma lo status quo del momento è questo e dobbiamo comunque accontentarci, in considerazione, visto quello che è il nostro potenziale, che possiamo e dobbiamo fare molto meglio, ritenendo che sono sempre più che mai alla nostra portata! …Amala!!!!
In una serata fantastica, iniziata con una cornice di pubblico davvero eccezionale, s’è conclusa nella maniera più bella per i nostri colori, annichilendo i cuginastri non facendogli capire il motivo perché erano arrivati a San Siro e cosa stavano facendo. Le statistiche parlano chiaro c’è stato un predominio in ogni casella davvero disarmante dei nostri ragazzi, dinanzi ai rossoneri che erano davvero spaesati e fuori da ogni umana e logica comprensione. Nei novanta minuti, e oltre, giocati non hanno fatto un tiro che sia stato impegnativo per il nostro portiere, viceversa il tanto bistrattato Tatarusanu ha compiuto diverse parate degno di nota, questo avvalorando la gran gara fatta dai ragazzi. Questo è un mio pensiero personale, come credo possa essere sottoscritto da ognuno che ha visto la gara, il portiere rossonero ha evitato una debacle, che anche ieri sera poteva finire in goleada. La nostra atavica fame non è ancora sazia, e credo rispettando le aspettative, i ragazzi in campo hanno dato l’anima, mordendo il freno a più riprese, giocando in modo da creare le premesso per una vittoria strameritata, ma si poteva gestire meglio azzannando con un po’ più di lucidità e con quell’essere cinico che ci ha contraddistinto in altre occasioni, si poteva uccidere la gara ancor prima, senza lasciare alcuna speranza al popolo rossonero, che in campo erano davvero spaesati. Vedendo giocare i ragazzi, subentra davvero il rammarico di quello che si è lasciato per strada, potevamo essere ancorati maggiormente ai partenopei, che per inciso, stanno facendo un campionato davvero straordinario, non sbagliano un colpo ma con tale vantaggio, possono perderlo solo loro questo scudetto e non credo che Spalletti sia così sprovveduto e dissipare tutte le possibilità accumulate sinora, non certo come abbiamo fatto noi lo scorso anno, ferita ancora aperta che sanguina ancora! Tutto sommato abbiamo l’obbligo di continuare su questo passo, dobbiamo mettere in campo tutto quello che abbiamo e consolidare sempre più il nostro posto in classifica, e poi c’è una semifinale di Coppa Italia e un ottavo di Champions da onorare. Le note positive evidenziate nella gara di ieri sera sono state molteplici, mi piace rimarcare che il gioco di squadra, a tratti è apparso brillante, tanti giocatori hanno dato tutto quello che avevano in corpo e anche di più. Non mi piace molto parlare dei singoli, per il semplice motivo che a me piace la coralità, ieri s’è vista con un Barella fulcro insieme a Calhanoglu e Miki che hanno tenuto benissimo il centrocampo, forse nel secondo tempo erano a corte di risorse vuoi anche dovute alla gara dispendiosa di coppa Italia contro l’Atalanta, ma tutto sommato hanno tenuto alla grande. Ma un plauso lo farei a due giocatori in particolare, anzi ad un giocatore e un reparto, quello difensivo con Acerbi su tutti e con lo slovacco che è sempre stato in partita, peccato davvero che abbia deciso di andar via, ma come accade in questi casi i giocatori vanno e vengono, l’Inter rimane! Permettetemi fare un plauso particolare per Lautaro Martinez, un campione in assoluto capace di lottare e sgomitare in ogni zona del campo, presenza perenne e incubo degli avversari, anche ieri ha incorniciato la sua maiuscola prestazione con una rete bellissima ed altre occasioni sventate dal portiere avversario. Tornato il “toro” che volevamo chapeau. Ieri s’è rivisto in campo anche Brozovic che potrebbe essere la nostra arma migliore, per un centrocampo che non può permettersi ancora una sua assenza, è tornato e spero in pianta stabile. Tutto è apparso verosimile con l’entrata anche dell’armadio di ebano, con quella sua voglia di spaccare il mondo, credo che in lui sia subentrata la voglia di un riscatto tanto voluto, quanto ricercato, nelle sue movenze, a tratti s’è rivisto il Lukaku dell’era Conte, spero non ci deluda e non disattenda tutti i buoni auspici che auspichiamo nei suoi confronti. Siamo solo alla seconda del girone di ritorno, il cammino è ancora lungo, ma solo credendo in sé stessi si può e si deve far sempre meglio, certo è utopistico pensare al tricolore, ma sino a che la matematica non ci dica il contrario, abbiamo il dovere e l’obbligo di crederci: sarebbe fantastico!!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter