Il girone di ritorno di questo strano campionato della massima serie, ci proponeva una gara in terra lombarda, al cospetto di una squadra, quella grigiorossa, capace di estromettere la capolista dalla coppa Italia, ma che si è rinvigorita dall’arrivo sulla panca di un tecnico capace e serio qual è Ballardini. Certo è sempre ultima della classe, sinora non ha mai vinto questo è anche vero, ma è capace di sfoderare prestazioni degne di nota, e una certa apprensione sicuramente la portava in dote, se non altro per il bellissimo punto conquistato in terra felsinea. Da parte nostra invece venivamo dalla rocambolesca sconfitta interna contro l’Empoli, che ha sancito, secondo il mio modesto punto di vista, il punto più basso del nostro campionato. Certo che solo chi cade in maniera fragorosa più risollevarsi, è pur vero ma ci sono condizioni delle quali non si può prescindere. Non è bello pensare al passato, ma talvolta bisogna guardarci con occhio prono, per vivere un presente ottimale, facendo tesoro degli errori commessi, se ce ne sono stati, e noi purtroppo ne abbiamo commessi e diversi! Della gara mi piace solo sottolineare la prova d’orgoglio dei ragazzi che ci hanno, alla fine, lasciato un piccolissimo sorriso di soddisfazione, specie quando siamo andati sotto per un euro goal in cui, il nostro fantasioso portiere non ha potuto far nulla, una prodezza, non so fino a che punto voluta, va comunque rimarcata, per intero, la sua bellezza. Per il resto normale amministrazione, tanti errori e dei giocatori che non sono in condizione di giocare con la maglia nerazzurra indosso, per fortuna la fascia di capitano ha rinvigorito il “Toro” che ha riacciuffato la gara con due reti. Poi quando mancava ancora diversi minuti alla conclusione, è subentrata la paura della prestazione lasciando il campo agli avversari, con la solita e consueta girandola di sostituzioni che hanno dimostrato, ancora una volta se ce ne fosse bisogno, che in panca è giusto che siedano i vari Lukaku, Correa, Gosens e compagnia bella. Non danno l’apporto che potrebbero e che tutti ci aspettiamo, accompagnato da un Gagliardini, che il Signore ce ne liberi al più presto, davvero improponibile e scelto dal mister, il più delle volte, al posto di un ragazzotto dalle belle speranze coma Asllani, patrimonio che spero non rimanga inespresso, per colpa di chi non lo vede. Ma ritengo che tutto sommato la vittoria e stata del tutto meritata per le molteplici occasioni create, ma soprattutto, non è mai stata messa in discussione, tante le parate del portiere cremonese, mentre per il nostro Onana, normale amministrazione, va bene così ci voleva una scossa e diciamo che c’è stata. Piccola appendice sulla serenità di un ambiente che davvero non solo è sotto la lente dei giornalai saccenti e pallonari, ma ogni giorno sfornano notizie destabilizzanti, e la cosa che fa più specie l’immobilismo e la mancanza di chiarezza della società: assurdo!!! Riprendo con il capitolo errori commessi da una società che, al momento, non riesce a comprendere che ci sono delle priorità imprescindibili e la chiarezza è d’obbligo. In campo ci vanno giocatori, questo è vero, ma devono avere dalla loro la tranquillità giusta per dare il massimo. Si può discernere nella considerazione del tipo, loro guadagnano tantissimi soldi, fanno un lavoro che gli piace, sono coccolati e adorati dai tifosi, perfetto tutto quello che vogliamo, ma sono sempre degli uomini, per questo è giusto che facciano degli sbagli, ma non diventi però alibi per la loro incapacità. In primis questo riferimento va al mister, che per tutto il bene di questo mondo, si sta rivelando un tecnico di squadra medio alta in classifica, certo ha portato in bacheca ben tre trofei, ma quello che ci interessa maggiormente, lo scudetto che era nelle nostre corde, specie nel primo anno del suo insediamento, è svanito per un’incapacità interpretativa di fondo, in partite importantissime ai fini di classifica. Certo nei primi mesi ci ha ammaliato per un gioco di squadra diverso da quello di Conte, più bello arioso e fatti di tantissimi goal e di una difesa impenetrabile, che sul più bello ha perso le sue certezze. Già quella stessa difesa che è divenuta, ad inizio di questo campionato, la: banda del buco! Saremo sempre grati a Simone Inzaghi per come è riuscito a rinverdire la nostra bacheca, ma credo che per l’Inter ci vuole ben altro. Degli errori di mercato e dei soldi buttati al vento, mi dispiace ma ne voglio parlare marginalmente, è sotto gli occhi di tutto quello che è accaduto: su tutti gli errori di fondo chiamati Lukaku e Correa. A mio modesto parere dei giocatori che hanno avuto una tale involuzione, tale che tal volta si stenta a riconoscere. Sul caso Skriniar ho già espresso il mio parere in altri articoli che ho scritto, ma leggere il paradosso che dobbiamo accontentarci e magari ringraziarlo se viene ceduto per una manciata di milioni, appare davvero sconcertante anche perché oltre al danno sopraggiunge la beffa di quei soldi che noi poveracci dovremmo accettare, ma che in caso contrario, lui non vuole anticipare la cessione perché percepirebbe alla firma del contratto, un corposo benefit dai parigini. Sui social tutti che scrivono di mandarlo via nell’immediato, magari non farlo giocare più e lasciarlo a “marcire” sino alla scadenza del contratto in tribuna, io sono di tutt’altra opinione. Nel breve gli toglierei la fascia di capitano, perché quel ruolo è da sempre l’emblema di chi supporta in ogni dove la squadra, poi lo farei giocare dando la possibilità che in caso di partita giocata male, di farlo martirizzare dalla gogna mediatica di giornalai saccenti e tifosi che non aspettano altro. Lui l’unica colpa è stata, come tutti i mortali, l’abbaglio dei soldi facili (non è che all’Inter prendesse un tozzo di pane) la povertà è tutt’altra cosa. Concludo questo mio pensiero citando la differenza sostanziale da chi diviene capitano e da chi lo è sempre stato, anche senza fascia, mio caro, non cito il tuo nome, perché un po’ di ribrezzo, al momento lo provo solamente a pronunciarlo, ma l’esempio tangibile è nella nostra società con un ricordo indelebile di quando calcava i campi di calcio; i soldi sono pur sempre una componente importante nella vita, ma talvolta non è in assoluto una priorità, c’è ben altro, come ad esempio l’amore di una società che ti ha sempre trattato come un figlio, per dei colori che ti hanno fatto grande, non credo sia la contropartita neanche per tutto l’oro del mondo, girare le spalle come se non fosse accaduto nulla, l’esempio tangibile è vicino a te, più di quanto credi, Xavier Zanetti unico capitano dell’era moderna ad avere sempre l’Inter nel cuore e di averla anteposta sempre ad ogni altra squadra, diventando poi l’emblema di questa società. Vorrei ricordarti che ad esempio il Real Madrid avrebbe fatto ponti d’oro pur di averlo, ma lui non ha mai accettato a quelle lusinghe, avrebbe voluto vincere con l’Inter che in assoluto è divenuta la cosa più bella, verificatosi nell’anno 2010, con il triplete che ha sancito in maniera indissolubile l’unione con i colori nerazzurri, tant’è che ancor oggi s’inneggia a lui con il coro: “un capitano, c’è solo un capitano…” lui lo sarà sempre, tu invece? Uno dei tanti milionari parigini che passerà inosservato senza lascare il segno, perché in un pollaio dove ci sono tanti galli e difficile che arrivino giorno prima del previsto! Mio caro Skriniar pensaci. …Amala!!!!
Cari amici nerazzurri, questa volta faccio davvero fatica ad essere razionale, è arduo scrivere qualcosa a riguardo della scialba prestazione di ieri sera, che però purtroppo è lo specchio dell’andamento di questo strano campionato. Riassumendo concludiamo il girone di andata con numeri che appartenevano al passato, ma che sono ahimè ritornati presenti, in maniera preponderante, nel nostro score attuale: abbiamo ottenuto sinora ben 6 sconfitte, delle quali ben due in casa, contro squadre non certo irresistibili, e ben quattro fuori casa ed un solo pareggio, le reti realizzate sono state 38 e ben 25 quelle subite, non sono numeri che possono portare ad essere sereni in ottica posizioni Champions, né tanto meno per uno scudetto che oramai appare pura utopia. Già c’è rimasta la sola qualificazione in quell’Europa che conta, che ci potrebbe dare ancora qualche barlume di speranza in più, per non definire fallimentare questa stagione. I più saccenti potrebbero affermare che c’è ancora la Coppa Italia da giocare e poi alla ripresa gli ottavi contro il Porto, verissimo, ma lo status quo del momento dice che siamo lontani anni luce dal proporre in maniera continua quel gioco apprezzabile che era stata, negli anni, una nostra prerogativa, continuando in questo modo, tutto viene messo in discussione. Abbiamo messo in bacheca un’ennesima Supercoppa, conquistandola con tanto bel gioco annichilendo i cuginastri con tanta voglia, asfaltandoli, questo è sotto gli occhi di tutti, ma la cosa che fa più specie è l’alternanza di ottime prestazioni ad altre molto scialbe e sotto lo standard abituale. Mi si potrebbe tacciare di disfattismo con queste mie dichiarazioni, ma tutto ciò è sintomatico quando si ama una squadra, la si osanna a prescindere, ma è anche giusto non avere gli occhi foderati di prosciutto e non negare l’evidenza, la nostra cara Inter allo stato attuale non è la squadra che siamo stati abituati a vedere e osannare da qualche anno, ci sono evidenti lacune che devono essere al più presto ridimensionate, nell’interesse di tutti quelli che tengo a questi colori, in special modo chi si sobbarca centinaio di chilometri, e poi assistere ad uno spettacolo davvero indecoroso. Ci sono giocatori in rosa che non meritano di scendere in campo, ma è anche vero che essendo sul libro paga societario devono, gioco-forza, essere messi in discussione. L’errore principe è l’aver tenuto giocatori il cui standard è sotto la norma e che non sono certo attori principali, ma allo stato attuale per quello che forniscono, quando chiamati in causa, appaiono giocatori davvero mediocri. Non mi piace fare nomi, ma ieri s’è visto l’apporto scarso di un Correa sempre corpo estraneo di questa squadra e di un de Vry, sbiadita controfigura di quello che abbiamo conosciuto anni addietro. Certo non sempre possono giocare i titolarissimi, ma non avendo ricambi all’altezza e con un parco giocatori simile, si deve pur rischiare qualcosina. Questo campionato lo ricorderemo, per questa prima parte, spero vivamente di sbagliarmi, per i tantissimi errori di valutazione commessi dagli organi tecnici e societari. Io non mi ergo a chi ne sa di più, ma è da sempre risaputo che le minestre riscaldate non fanno certe bene, se non si ha un carisma eccezionale e il nostro Lukaku non lo ha sicuramente. Altra considerazione che spero sia errata, spero che in società abbiano considerato ogni possibile sfaccettatura, non si può tenere in squadra chi è messo sul mercato e pretendere che poi rinnovi quando non sei riuscito a prendere un degno sostituto. Il caso Skriniar è l’emblema delle contraddizioni societarie e secondo me fa bene il ragazzo, che si è sempre professato interista dentro, se non rinnova e va da chi lo vuole fortemente e non solo per i tanti soldi che gli rimpingueranno in conto in banca, si sente tradito da chi ha sempre professato di amare. Purtroppo si è visto anche nella gara di ieri, il nervosismo che l’ha accompagnato durante l’incontro. Non voglio parlare di arbitri, ma anche ieri sera c’è stato a San Siro, un arbitro del tutto inadeguato, comminando due gialli in serie al ceco, il primo del tutto inventato, però è anche vero che un professionista, che pensa di valer più di 9 milioni netti all’anno per 5 anni con relativi bonus, se ne fa un baffo e gestisce la situazione al meglio e non incorre in un secondo giallo, giustamente sancito per un brutto, quanto sciocco, fallo rendendosi poi protagonista di una crisi isterica che certamente non aiuta i compagni, già frastornati e scompaginati da un inizio di partita davvero alla mercè di un bell’Empoli. Ha usato due pesi e due misure e questa volta non ha tutelato la squadra, sulla carta più forte e blasonata, com’è giusta che sia, ma in questo modo è del tutto paradossale. Vorrei anche capire l’entrata in campo di Bellanova che sulla fascia non ha fatto nulla, anzi ha giocato con i toscani, passando sempre palla indietro, con palesi errori di valutazione che potevano davvero costare caro, si parlava di riconferma di questo giocatore, ma possibile che non ci sono ragazzi in primavera o altrove che siano meglio? Per completare la frittata serale c’è stato anche l’errore di Onana che si è fatto sorprendere ed infilare da un tiro non proprio irresistibile, purtroppo quando sbaglia il portiere è sempre goal! Ripeto cari amici nerazzurri faccia davvero fatica a scrivere e raccontare tutto ciò che ho nell’animo, ma è ancor di più cervellotico e credere a quello che si assistito ieri sera, sarei davvero stanco di commentare la “pazza” Inter, perché serate come queste si possono e si devono evitare, con un po’ di cervello e migliore disamina, mettendo in campo chi realmente soffre a stare in panca, ricordandosi, magari, che prima che “pazza” noi siamo l’Inter, questo è quanto e deve essere impresso nei nostri cuori oltre che nella mente, un ottimo viatico per non sbagliare ancora!!!! …Amala!!!!
Ancora una gara non certo entusiasmante per i ragazzi, quella disputata in un sabato sera, che di certo non ha registrato la consueta febbre di emozioni, anzi! Forse complice la gara tirata sino ai supplementari di Coppa Italia, forse la mancanza di brillantezza che ci sta accompagnando in quest’ultimo periodo, tutto ciò non ha fatto altro che partorire il cosiddetto topolino, una gara contenuta che avrebbe potuto dire molto di più, in considerazione che è stata sbloccata dopo solo tre minuti dall’avvio. Tutto faceva presagire ad una gara facile e senza patemi d’animo, con un preludio trionfale e un sacco di reti, invece. C’è comunque da registrare che non si è sofferto particolarmente, ma tirare una gara senza chiuderla dà adito agli avversari di crederci sino alla fine, come purtroppo è accaduto a Monza, dove si è regalati due punti. Purtroppo questa stagione è costellata di tantissime occasioni sprecate, che hanno determinato il gap che tutt’ora sussiste con la prima della classe, tante volte si è avuta l’impressione del “vorrei ma non posso”, vuoi per erronee decisioni arbitrali, vuoi per errate sostituzioni dalla panchina e vuoi per un ambiente che non viene stimolato a dovere. Lo spettatore, anzi il tifoso, sovente si chiede come mai taluni giocatori entrano in campo senza avere il proverbiale sangue agli occhi, senza dimostrare per intero il proprio valore, perché in loro subentra quella non curanza di sentire la necessità di dare, a chi è assiepato sugli spalti, una piccolissima parte di quello che ricevono, in un sostegno e incitamento che non viene mai meno, sinora in nessuna gara? È difficile dare una risposta a questa domanda, ritengo che forse non vi è quell’attaccamento ai colori di una società che lautamente corrisponde i loro stipendi, forse perché sono insensibili a quell’amore che gli viene riversato. Credo cha al momento la situazione è questa, non siamo brillanti nella manovra e in un gioco che non decolla come dovrebbe, non tutti sono nella condizione giusta per far volare questa squadra, ecco perché tal volta si ha il braccino corto, ci si accontenta del risultato. Questo può essere, se giochi contro squadre di primissimo rango, ma lasciare il pallino del gioco dapprima al Parma, quindi al Verona secondo me è deprimente, ripartendo poi in contropiede specie quando giochi in casa, dinanzi ai tuoi tifosi, secondo me non è affatto tollerabile. Quindi poi arriva la suggestiva testimonianza, che è ancora dinanzi agli occhi di tutti, della bellissima gara disputata al cospetto del Napoli capolista, annichilita dalla veemenza dei ragazzi, capaci di disputare una bellissima e sontuosa gara, dove il risultato finale, striminzito, ci stava davvero stretto. Queste sono le condizioni di specie che avvalorano il detto che “allora sanno giocare a calcio, quando vogliono!” Certo non tutte le gare si presentano allo stesso modo, non sempre si affrontano con il piglio giusto, non tutte hanno la stessa importanza, ma io ritengo che una grande squadra deve saper discernere e valutare le proprie emozioni, centellinando le proprie energie in virtù di un risultato tutto da ottenere. Ulteriore annotazione, mi rivolgo a chi di dovere ma è possibile continuare con questa pantomima del rinnovo di Skriniar, la società deve essere chiara se il ragazzo non vuole continuare, secondo me loro sanno tutto, quindi in questo caso, ha senso lasciargli la fascia di capitano? Ora c’è anche chi come Gagliardini punta i piedi per aver più spazio, io gli rispondo che deve ringraziare in tutto è per tutto se gioca ancora, è lento come un bradipo, non è un giocatore da Inter e se vuol andar via che lo faccia subito, di lui non avremo certamente nostalgia. Ce ne sono di giocatori in rosa che stanno fallendo, su tutti quel Lukaku gemello di quello che abbiamo ammirato due anni fa, improponibile in una gara seria e secca, ne andrebbe della sua già latente autostima, visto che non è più capace di fare uno stop e coprire la palla a dovere. Leggo che si devono fare ancora dei sacrifici a livello economico, dei tagli sostanziali di giocatori che farebbero gola a molti, i vari Barella, Brozovic. Sarebbe forse il caso di cedere Dumfries e Correa, per fare cassa e sarebbero i primi da accompagnare in altri lidi. Se operazioni si devono fare, ma che si facciamo con un criterio utile alla squadra, aumentandone il tasso tecnico e non smantellandola. Ora ci attende una gara importantissima, in un mercoledì saudita, dove viene messo in palio il primo trofeo stagionale, contro i cugini che non certo stanno meglio di noi, ritengo che nessuno delle due squadre parta con il beneficio di essere favorito, forse è meglio così: chi sbaglierà di meno avrà la possibilità di portare a casa un trofeo da esibire in bacheca. Noi ci saremo con il giusto calore sperando di rivedere, quella squadra ammirata non tantissimo tempo fa, circa dodici giorni or sono. Noi ci crediamo, ma la cosa principale è che dovreste crederci voi che scendete in campo, perché in queste gare si vede il valore degli uomini, oltre che dei giocatori!!! …Amala!!!!
Appare davvero deleterio, dover commentare una partita come quella disputata ieri sera, dalla nostra cara e amata Inter. Dopo la gara disputata in maniera fantastica e aggiungerei da grande squadra, non meno di tre giorni fa, ecco che si ritorna sulla terra, in terra monzese si è andati molli in campo, forse consapevoli che si poteva fare di un sol boccone dell’undici biancorosso. Certo sulla carta sicuramente, visto le formazioni in campo e il tasso tecnico nettamente a nostro vantaggio, ma ciò alla fine non s’è verificato. Ora ricercare le cause principali di questa inversione di tendenza, nell’arco di pochi giorni, sono principalmente alla cattiva gestione delle proprie risorse, fisiche e mentali, quando mancavano una manciata di minuti alla conclusione che, di riffa o di raffa, stavamo portando a casa, un’onesta vittoria, appare davvero cervellotico. La considerazione che più fa specie è stata prendere una rete, anzi causare la propria autorete da un Dumfries, mai in condizione, appare però verosimile che con l’altezza che ha, doveva solo accompagnare e spizzare, magari in angolo, quel pallone lento, mai insidioso, lanciato nella nostra area accompagnato dalla preghiera di chi aveva calciato quella sfera, senza un perché di fondo, sapendo che come in questi casi: “io la metto dentro l’area e poi quel che sarà, sarà!!” Certo questa volta quel “sarà” finale è stato centrato, trovando un pareggio insperato ma che per i brianzoli fa classifica, ma visto l’atteggiamento in tribuna pare che sia stato determinante per la conquista della Champions: vero Galliani? A momenti ti veniva un infarto, devi calmarti vista l’età e non sei più a capo del tuo Bilan, devi lottare per restare in serie A, sono cambiati gli obiettivi. Ma lasciamo perdere gli altri, non c’importa nulla, al momento dobbiamo solo guardare in casa nostra, analizzando un pareggio che è figlio di una condotta in campo non sempre consona a quelle che erano le premesse instaurate con la vittoria di qualche giorno fa, con la possibilità che si poteva ancora lottare per un piazzamento onorevole, in un campionato che ci sta sfuggendo come sabbia tra le dita, certo dobbiamo anche essere, altresì, consapevoli che tutto dipende da noi, siamo sempre sotto la lente inquisitrice, agli altri che hanno giornali e tv complici, basta fare un golletto e anche se giocano da schifo, va tutto bene, noi se toppiamo un quarto di gara siamo sempre sulla graticola. Ma va benissimo così, abbiamo le spalle grandi e forti, per sopportare ogni cosa, vorrei solo rimarcare che, se un errore simile come quello di ieri sera, sarebbe capitato ai non colorati, ora si sarebbe parlato di una congiura del palazzo contro chi si è sempre ritenuto onesti e lindo, invece se il nostro allenatore si lamenta di un palese errore arbitrale, allora giù le critiche: della nostra scarsa propensione alla mancata accettazione delle decisioni arbitrali. Quando sono giuste vanno si accettate, ma in questo modo no, oltre al danno si aggiunge la beffa delle dichiarazioni di pseudo giornalai a cui non par vero di attaccare il pianeta Inter. Il signor Sacchi ha disatteso quelli che erano i dettami imposti dal designatore, di lasciare concludere l’azione, e nel caso di fallo palese, sarebbe intervenuto il Var, ma siccome nella fattispecie non poteva intervenire perché il direttore di gara aveva fermato il gioco, prematuramente e senza una logica. L’errore è stato confermato dall’ammissione dello stesso direttore di gara, che comunque ritengo ben al di sotto della sufficienza, per una gara diciamo “casalinga”, in conseguenza della quale gli verrà comminata una squalifica di un po’ di mesi, certo che di quest’errore se ne ricorderà per un pezzo. Comunque i due punti sottratti non ce li ridarà nessuno, io con questa mia affermazione, non voglio dare alcun alibi alla squadra, ma andare sul 3 a 1, quando mancava poco alla fine, tranne un’ecatombe nerazzurra, la vittoria sarebbe stata certa. Altra circostanza che mi fa pensare che, anche quest’anno dobbiamo ammainare la bandiera della possibilità di uno scudetto irraggiungibile, appare davvero velleitario credere di poter raggiungere la prima piazza, vista la distanza siderale, che credo sarà rimpinguata questa sera. La domanda che ognuno si pone è la forma fisica dei nostri ragazzi, com’è possibile questo calo nella ripresa dopo una sosta di oltre 50 giorni? E poi perché in società non si pongono la domanda di cercare giocatori utili in un centrocampo, ricordando che se dovessero mancare giocatori del calibro di Barella, Calhanoglu, Brozovic non c’è più nessuno, e non è quantomeno accettabile continuare a puntare, come scelta idonea in Gagliardini, allora siamo davvero alla frutta. Siamo davvero messi male in ogni reparto se consideriamo che abbiamo la difesa che viene puntualmente perforata, per lo meno fuori casa, con costanza e poi dei problemi di Lukaku ne vogliamo parlare? Meglio di no perché con il suo ingresso in campo, assieme a Gagliardini, si è giocati 13 contro 9, ed è tutto dire. La gara di ieri purtroppo ha detto che la squadra ha fatto un deciso passo indietro (e non il primo in questo campionato altalenante) e che sostanzialmente siamo da 3 o 4 posto, un onorevole piazzamento Champions che farebbe cambiare di netto ogni altro giudizio su tutta la rosa, sul tecnico e sulla società. Questo è purtroppo lo status quo e dobbiamo accettarlo, sperando che tutti si rendano conto che giocare in questo modo, proponendo giocatori non in condizione è assurdo, ne va dell’autostima di tutti, anche perché se vai in campo e non riesci neanche a stoppare la palla, fai figuracce non solo tu, ma tutta l’Inter, che merita ben altro, non vi pare? …Amala!!!!
Cari amici nerazzurri rieccomi a raccontare le gesta della nostra cara e amata Inter. Ho voluto prendere lo spunto dello striscione apparso sulla curva nerazzurra, per intitolare questo mio articolo, che attesta un radicale cambiamento, di quel tifo organizzato, che si è coeso più che mai in un’unica direzione, il supporto incondizionato verso i nostri colori. Credo comunque che anche i ragazzi in campo hanno preso e fatto loro quest’esternazione, tant’è che hanno disputato una grandissima gara, al cospetto della capolista, caduta per la prima volta in questo campionato, e questa considerazione dobbiamo tenerla ben presente per il futuro, perché ogni gara deve essere giocata al meglio, certo non avremo difronte sempre gli azzurri, ma abbassando la guardia, troveremo insidie ben peggiori dietro l’angolo, a questo punto non possiamo e non dobbiamo permettercelo. Il nuovo anno è iniziato com’è finito lo scorso, con una bella e robusta vittoria, non fine a sé stessa se si considera la mole di gioco prodotto, ma il clean sheet ottenuto, dimostra che questa squadra riesce ad assumere una mentalità di coesione determinante quando vuole, e devo rimarcare che si è rivisto anche quella voglia di aiuto reciproco e di gioco di squadra che quando viene esercitato in campo, pone l’asticella più alta e decisamente a proprio vantaggio. Certo ci sono giocatori ai quali non si può chiedere tanto, visto la data di nascita, ma io un Dzeko in queste condizioni, lo farei giocare decisamente in talune partite determinanti, preservandolo da partite più semplici. Anche Lukaku è apparso sulla via del recupero, ma ancora ben lontano dall’essere quel giocatore che abbiamo ammirato con Conte nell’anno dello scudetto, ma giocando con costanza, troverà sicuramente la condizione ottimale per ritornare a essere quell’armadio di ebano che abbiamo conosciuto e apprezzato. Questa volta bisogna fare un compiaciuto complimento ad Inzaghi per la formazione che ha proposto inizialmente alcuni cambi, tra questi ha optato nel lasciare fuori Dumfries a favore di un Darmian, che ha limitato di riffa o di raffa, come si dice in questi casi, il pericoloso Kvaratskhelia, ma che si è proposto in maniera propositiva anche in attacco, in maniera pericolosa, avvicinandosi più volte ad una rete che avrebbe arricchito la sua prestazione, che rimane comunque del tutto positiva. Penso che i cultori della materia pallonara si siano divertiti nell’assistere ad una bellissima gara, come d’altronde gli oltre settantacinquemila spettatori presenti a San Siro, in un mercoledì prefestivo e posso affermare, in tutta sincerità, che la “Befana” ci ha portato, anzi ci ha riportato, quella squadra che ha lunghi tratti ci ha fatto innamorare, sia lo scorso anno che talvolta anche in questo campionato. Fa specie comunque ed appare davvero disarmante, ascoltare certe dichiarazioni dagli addetti ai lavori, o presunti tali, che hanno affermato che il Napoli ha fatto una gara scialba, senza costrutto ma che comunque ha avuto sempre il pallino del gioco in mano con un possesso palla che alla fine è stato di ben oltre il sessantacinque per cento, certo questo è innegabile, è un dato di fatto, ma di azioni concrete non ne ha fatte tante, l’unico tiro in porta è stato al tramonto della gara, ma è altresì innegabile che se poi è stata limitata, io dico, il merito è anche un po’ dell’Inter che ha giocato in maniera fantastica, ci vuole poco ad essere onesti, non si può essere per forza di parte, tal volta l’essere tifosi e il proprio ego bisogna metterlo a tacere, questo si poteva farlo quando le gare venivano trasmesse in radio, ma dinanzi alla tv tutto appare più lecito e plausibile, e ogni dichiarazione può essere confutata con l’ausilio delle immagini! Questo è dovuto alla scarsa sportività che hanno questi personaggi, che purtroppo fanno audience, come hanno fatto per tutti i giorni che si sono succeduti alla designazione dell’arbitro della gara, quel signor Sozza che parte della sezione di Seregno, in Lombardia. Alcuni tifosi e giornalisti (pseudo) hanno subito motivato quella designazione per una necessità del “palazzo” per fermare l’ascesa del Napoli, ma non hanno fatto i conti con la professionalità di un arbitro che è in assoluto il migliore, tra i giovani, che ieri non ha sbagliato nulla, anzi con autorità ha tenuto sempre salda in mano, una gara difficile che poteva dar adito a chissà quali considerazioni. Sarà il caso che una volta tanto bisogna dar credito a chi lavora con passione e professionalità, chi fa rispettare il regolamento senza alcun timore riverenziale, nei confronti di questa o quella squadra, come siamo stati abituati nel corso degli ultimi anni. Sarà il caso di fidarci, una volta per tutte che oramai errare, con tutti gli ausili elettronici, è sempre più arduo commettere errori di valutazione, bisogna stare sereni e credo che alla lunga chi merita avrà sempre, dalla sua, l’occhio prono e benefico della vittoria. …Amala!!!!
Cari amici nerazzurri oramai ci siamo, con le festività Natalizia e il conseguente fine anno, anche il 2022 ci sta lasciando con il consueto bilancio da stilare.
Per i nostri colori possiamo definirlo, tutto sommato, quello che ci sta lasciando è stato un anno positivo, con due trofei messi in vetrina, anche se potevamo rimpinguare il nostro palmares con la seconda stella sfuggita per un’inezia. Però bisogna guardare avanti e usare la delusione come benzina per una ripartenza che ad inizio campionato non è stata del tutto positiva. Stentavamo a credere che la squadra vista sino a quel determinato momento, era figlia di quella dello scorso anno, ma la considerazione sostanziale è che purtroppo che non tutti i campionati nascono sotto l’egida di una buona e fortunata stella. Dovremo fare di necessità virtù e credere in noi stessi, abbiamo comunque un potenziale tecnico e tattico di primissimo ordine. Tra meno di due settimane si riprende questo strano campionato della massima serie, inframezzato da un altrettanto strano campionato del mondo, invernale, che ha reso tutto più strano ed inusuale, ma il potere dei soldi fa accadere anche questo.
Purtroppo anche questo campionato del mondo non ha visto la partecipazione della nostra nazionale, certo la vittoria europea ha lenito e reso meno dolorosa quest’accettazione, ma purtroppo non siamo stati bravi a confermarci e di questo dovremo farci un sontuoso mea culpa, perché siamo stati noi stessi gli artefici di questa disfatta per il secondo quadriennio conseguente.
Il mondo ha celebrato il potere calcistico di un’Argentina che a vinto, a mio modesto parere, meritatamente la coppa ma ha anche celebrato una formazione africana, il Marocco, saltato agli onori della cronaca per aver disputato un mondiale davvero eccezionale, mettendo in mostra tanti gioielli che, i maestri pallonari, specie chi ha tantissimi soldi, riuscirà ad accaparrarsi.
Ultima ferale notizia è stata la scomparsa di un guerriero, il compianto Sinisa Mihajlovic, che abbiamo apprezzato quando ha vestito la maglia nerazzurra, ma anche per la sua schiettezza da avversario. Un uomo unico in un ambiente, quello pallonaro, che non accetta compromessi.
Dobbiamo guardare avanti, con la consapevolezza che il passato fa parte integrante di noi, ma il futuro è un foglio bianco in cui possiamo e dobbiamo scrivere ancora tutte le cose belle che riusciamo a guadagnarci, con vigore e voglia, credendo che non tutto è deciso, anzi siamo noi gli artefici di ogni cosa futura!
Come rappresentante e presidente dell’Inter Club Giacinto Facchetti di Fano, non mi resta che esternare a tutti i soci tesserati con noi, il Direttivo che mi sta affiancando in questa impresa gestionale, cercando di fare sempre meglio, e a tutti i fratelli nerazzurri con cui condividiamo l’amore per i nostri colori, in una commistione di azzurro colore del cielo e il nero della notte che vedrà sempre rinascere, con immutata vitalità, l’alba di serenità per l’Inter F.C., i nostri migliori auguri.
In sintesi vi esterno tanti auguri di benessere e serenità e che il nuovo anno ci riconsegni quella tranquillità, che una guerra stupida e senza senso ci sta togliendo: TANTI AUGURI a tutti!!!!
Il presidente dell’Inter Club “Giacinto Facchetti” di Fano
L’esternazione che viene subito in mente, e che credo che ogni tifoso nerazzurro ha proferito è stato: “finalmente”, siamo riusciti ad avere la meglio di una squadra di vertice, però non si può esultare più di tanto in quanto la nostra difesa è stata bucata altre due volte, e siamo a venti. Un’esagerazione per chi come noi, sino allo scorso campionato, avevamo una delle difese migliori del torneo, la cosa però che fa specie e che i giocatori sono gli stessi, cos’è cambiato? Neanche uno psicologo bravo, ma bravo sul serio, riuscirebbe a dare una logica spiegazione in merito. Fortunatamente riusciamo a chiudere questo anomalo campionato con più convinzione nei nostri mezzi, ora l’incognita più grande che attanaglia la mente dei più: come sarà alla ripresa, a chi gioverà questa lunga pausa? Difficile immaginare chi potrà trarre beneficio da tutto ciò, non certo quelle squadre di vertice che avranno più giocatori impegnati nel torneo mondiale, oppure chi riuscirà a metabolizzare questa pausa per ricaricare al meglio le cosiddette pile, ai posteri l’ardua sentenza. In molti pregheranno che le nazionali in cui giocano i big, non vadano avanti e facciano meno gare possibili, sarà ma non credo che i giocatori vanno in campo per perdere, specie in una manifestazione ambita come il mondiale. La cosa principale è ripartire con il piede giusto, avendo cura di essere più coerenti nella considerazione che di terreno ne abbiamo lasciato per strada, l’Inter non ha mezze misure o vince oppure perde, ne abbiamo sinora contate ben cinque. Certo che tante gare perse malamente si potevano, con il senno di poi, pareggiare nell’idea che meglio un punto di niente. Domenica nel lunch-match che decretava la conclusione la chiusura della prima parte del torneo, nei primi venticinque minuti eravamo non perfettamente in partita, anzi abbiamo prestato il fianco agli orobici, spregiudicati ragazzotti che con veemenza e frenesia giocano d’insieme, ma per fortuna non hanno fatto i conti con il nostro Onana, che ha fatto due bei interventi e quasi riusciva a parare anche il rigore. Sarà l’essere andati in svantaggio, sarà che forse si sono guardati negli occhi, ecco che i nostri ragazzi hanno iniziato a giocare come sanno, pareggiando con l’intramontabile Dzeko che ha ristabilito il punteggio e con veemenza alla ripresa s’è vista un’altra Inter, con voglia e grinta tant’è che nel giro di cinque minuti ha ribaltato tutto, con il raddoppio ancora del cigno di Sarajevo, e con l’autorete propiziata da Lautaro, ma insaccata nella propria rete da Palomino, che poi successivamente ha accorciato le distanze, invano però tant’è che abbiamo portato a casa i tre punti, con pieno merito. La nota decisamente stonata è che non riusciamo più a difendere bene sui calci piazzati, è davvero pazzesco credere che non si può far meglio, a volte rimaniamo in balia di un avversario che se ben controllato, non riuscirebbe a farci male, invece. Come diceva un antico detto, tutto è bene ciò che finisce bene, ma si può e si deve fare decisamente meglio. Alla fine la giornata è stata fantastica, tutto bene sin qui, direi magnificamente per il semplice motivo che abbiamo festeggiato i nostri 35 anni di fondazione in un ristorante della zona. Abbiamo pranzato tutti insieme, nel contempo abbiamo guardato anche la gara, sin qui parrebbe una cosa nella norma, invece tutt’altro, per festeggiare al meglio il nostro anniversario, abbiamo avuto come ospiti due rappresentanti del mondo Inter Club di Milano, il nostro coordinatore degli Inter Club delle Marche, ma la guest star è stato Fabio Galante. Una persona disponibilissima, s’è messo a disposizione dei soci con foto e autografi, non lesinando di dimostrare il proprio carisma. Un toscano doc, con tanto di parlantina e si simpatia che non ha eguali. Per noi persone normali, essere difronte ad un giocatore con il suo palmares mette un attimino suggestione, ma con lui questo non s’è avvertito: davvero una persona fantastica. Ha guardato con noi la gara esultando alle nostre reti e infine, al fischio finale, abbiamo gioito tutti insieme, è stato davvero bello il tripudio di colori, con cori che pareva d’essere allo stadio con il nostro capo ultras che è stato sicuramente lui. Eravamo curiosi di ascoltare, in fase della sua presentazione, alcuni aneddoti, che lui ha raccontato con la sua enfasi e il sarcasmo che è insito nei livornesi. Una giornata da ricordare, che ha avvicinato i nostri cuori a quelle che sono le prerogative degli Interclub: fare aggregazione sotto l’egida del nostro vessillo nerazzurro. Ora per un po’ metteremo da parte le angustie del campionato, ci dedicheremo ad un mondiale anomalo che è stato dedicato e sacrificato sull’Are del dio denaro, che sta mortificando questo gioco bellissimo che ha appassionato intere generazioni, con la speranza che tutto, con il tempo non risulti vano e si torni ad amare il calcio per quel fantastico sport qual è, senza essere sottoposto a mercimonio di chi ha più soldi!!! …Amala!!!!
Come volevasi dimostrare, quest’anno la nostra cara Inter tiene fede ad un concetto del tutto sbagliato, per chi ritiene che questa squadra possa, anzi deve dare molto di più, ma che va in linea con i risultati di un campionato altalenante e cioè grandi con le piccole o medie, e di conseguenza subentra l’ansia di prestazione contro le grandi o presunte tali. Con questa mentalità non si va da nessuna parte, basti pensare che a parte il Napoli capolista le altre arrancano e sono tutte li, ed è ferale il ragionamento, in considerazione che le cinque sconfitte subite, alcune del tutto immeritate, con il senno di poi pareggiandone qualcuna, potevano portarci in una posizione comoda, in cui giocarci le nostre prossime chance. Purtroppo così non è stato e ci tocca fare di necessità virtù. Ora abbiamo l’ennesima sfida, affronteremo l’Atalanta a casa loro nel lunch-match domenicale, sperando che il pranzo non ci vada di traverso, anzi attendiamo una prova d’orgoglio dei ragazzi per finire al meglio questo 2022, che è vero ci ha portato due trofei, ma è anche vero che ci ha tolto uno scudetto, che avrebbe fatto bella mostra con l’altro tondino tricolore, sulle nostre maglie. Ultima fatica e poi la pausa per il mondiale, alquanto insolito, nel quale faremo da spettatori, ma che alcuni dei nostri ragazzi in rosa saranno protagonisti, con la speranza che ritornino integri e magari con il morale a mille, ne avremo bisogno per gli impegni che si approssimeranno, in primis l’incontro del 4 gennaio contro la capolista e poi il susseguirsi, tra Coppa Italia e Campionato e la gara secca della Supercoppa Italiana contro i cugini, primo trofeo stagionale in palio, in attesa che ritorni la Champions. Diciamo che c’è parecchia carne al fuoco, come si dice in questi casi, e dovremo necessariamente farci trovare pronti per alimentare un sogno che attualmente appare una chimera, ma per l’Inter, per come sa giocare e per come impronta alcune gare, nulla è precluso, solo che deve giocare come sa, senza lasciare nulla d’intentato e innanzitutto senza accusare alcun timore di giocarsi tutto in una gara. La squadra ha la forza per disputare un torneo all’altezza, ma deve cambiare regime e far sentire la sua potenza e la superiorità tecnica di cui dispone, magari incrementandola ulteriormente con acquisti mirati, nel mercato di riparazione, e vendendo alcuni giocatori che non sono propriamente da Inter. Sperando che il nuovo anno ci porti in dote quel Lukaku mai visto e che faccia rifiatare il “cigno di Sarajevo”, che da solo sta tenendo a galla la squadra e preservi altri giocatori davvero importanti per questa squadra, basta poco per alimentare i nostri sogni: l’importante che prima di ogni altro fattore devono crederci loro che scendono in campo, mentre il tecnico deve impegnare al meglio le sue doti insegnamento e deve essere capace, ancor più alla ripresa, di motivare al massimo ogni singolo giocatore, oliando ogni ingranaggio della squadra in modo che funzioni come un orologio perfetto, che segni l’ora della riscossa! Ultima considerazione domenica ci uniremo noi dell’Interclub Giacinto Facchetti di Fano, con altri club delle Marche nerazzurre, per festeggiare al meglio il nostro 35esimo compleanno. Per l’occasione avremo nella veste di ospiti esponenti da Milano, tra i quali Valerio Bressani Inter club Manager, il suo vice Davide La Rocca, il coordinatore regionale Inter Club Marche Mario Montesi e l’ex giocatore nerazzurro Fabio Galante. Ci saranno premiazioni e assisteremo tutti insieme, desinando, alla gara di campionato contro gli orobici. Stiamo preparando una giornata di festa in assoluto, sotto l’egida dei vessilli nerazzurri, che mai come ora vanno onorati e difesi, perché noi siamo L’Inter e del resto non c’importa nulla. Tenendo fede ai dettami dell’insegnamento del mitico Giacinto Facchetti a cui il nostro club è intitolato, mi piace sempre rimarcarlo, recita: “Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore. Essere nerazzurri è un traguardo, un segno di eccellenza. “…Amala!!!!