Un punto che non fa male!
La disfatta di Madrid ha portato in dote delle tossine, per lo più nervose, che i ragazzi, come tutto l’ambiente nerazzurro, non sono riusciti a smaltire del tutto, specie nel secondo tempo, quando si poteva sicuramente far meglio, particolarmente quando mancavano una manciata di minuti dalla conclusione del match, la tensione nervosa è scemata, lasciando Juan Jesus colpire indisturbato solo soletto, dinanzi a Sommer. Seppure il pareggio rimane stretto per quello che i ragazzi hanno dato in campo per oltre un’ora, bisogna però ammettere, a onor di cronaca, che bisogna dare il giusto merito a chi ci sta dando tante soddisfazioni, in questa cavalcata fantastica, tant’è che il generoso popolo nerazzurro, al loro passaggio in pullman, gli ha tributato la giusta ovazione, accompagnandoli, tra due ali di tifosi festanti, sino all’ingresso dello stadio. Facciamo però un passo indietro. Con il senno di poi ritengo che a Madrid si poteva, anzi si doveva far meglio, era nelle nostre corde il passaggio del turno, e lo dico senza il timore di essere smentito, eravamo superiori all’Atletico, magari segnando qualche rete in più a Milano, oppure concretizzando le occasioni avute al Wanda Metropolitano. Come però accade in queste gare, quando non sei concentrato al cento per cento, cadi nervosamente alla mercè dell’avversario che ci ha messo, in casa loro, tanta vigoria sospinti dal caloroso tifo dei supporter dei colchoneros, ma anche con il bene placido del direttore di gara che ha lasciato fare il loro comodo, con interventi al limite del regolamento. Ma come dice qualcuno che non ha per nulla colori indosso, chi si lamenta delle decisioni arbitrali si maschere dietro un’alibi che è dei perdenti, verissimo, però vedere poi la figuraccia che hanno fatto in casa, perdendo per ben 3 a 0 contro un volenteroso Barcellona, questo accresce maggiormente il dispiacere per quello che potevamo fare e purtroppo non siamo stato in grado di fare. Oramai è andata e da spettatori vedremo il proseguo della Champions, con il pensiero oramai fisso su quella competizione che è divenuta sempre più che mai alla nostra portata. Torniamo però alla gara casalinga di domenica sera contro i partenopei. S’è visto subito a voglia di rivalsa dei ragazzi che hanno disputato un gran primo tempo, che come ci accade ultimamente s’è concluso con il passivo minimo per il Napoli, con un Sommer spettatore non pagante. La ripresa nei primissimi dieci/quindici minuti la musica non è cambiata, abbiamo attaccato e creato creando delle occasioni da rete che non abbiamo sfruttato, forse le forze e la lucidità sono venute meno, tant’è che si è sbagliati due reti che potevano mettere una pietra tombale sul match. Come però accade in questi casi, se non la chiudi rimani sempre con il fiato sospeso, per un episodio che potrebbe favorire la squadra avversaria protesa in avanti alla ricerca del pareggio. Sia ben chiaro Sommer non ha dovuto fare gli straordinari, normale amministrazione, dalle sue parte gli aventi partenopei sono stati ben contenuti sino all’ottantesimo dove si è verificata la svolta. Per carità non voglio appellarmi al calcio d’angolo che non c’era assolutamente, bisogna guardare oltre e dire testualmente che abbiamo sbagliato, complice una scarsa attenzione, lasciando il difensore colpire indisturbato segnando la rete del pareggio. Ci sta, ma in altro contesto credo che si sarebbe potuto dare il là a un forcing finale che non c’è stato dei campani, che non hanno approfittato del fatto che eravamo letteralmente sulle gambe e le fatiche dei 120 minuti e oltre disputati mercoledi, si sono improvvisamente palesati. Nel contesto se la gara fosse terminato con il risultato, seppur concedendo la rete al Napoli, con un rotondo 3 a 1 non ci sarebbe stato nulla da dire, ma è andata così, purtroppo, non ci resta che continuare il nostro percorso, il distacco è notevole, ma è anche vero che al ritorno in campo dei nazionali, dopo la pausa, dovremo preparare una gara alla settimana sino alla fine del campionato e quindi i ragazzi potranno allenarsi con concentrazione, perché noi vogliamo a tutti i costi quella seconda stella, sfuggita malauguratamente due anni fa, che per inciso ci fa ancora male, anche perché abbiamo regalato una gioia inaspettata ai cuginastri che ne hanno approfittato, ora sarebbe il massimo riprenderci ciò che ci appartiene, con gli interessi, festeggiando la vittoria del campionato proprio il giorno del derby, in casa loro non ci sarebbe entusiasmo migliore quello di annichilire i rossoneri, sventolando i nostri vessilli con quello che più sogniamo: il tricolore. Crediamoci con l’autostima che schizzerebbe verso confini inaspettati, sotterrando coloro che si credono migliori, ma che di fatto non sono mai stati al nostro livello, perché noi siamo l’Inter e non c’è di meglio che il nerazzurro!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.