Una sconfitta che… brucia!

Scritto Da il 17/Ott/2021 - Stagione 2021/2022 |


Una sconfitta che… brucia!

Parafrasando una citazione delle persone sapienti di qualche lustro fa che recitava: chi è causa del suo mal pianga sé stesso, bene perché iniziare con questa citazione? Semplice, perché ieri all’Olimpico di Roma ha fatto tutto l’Inter e la Lazio ringraziando ha portato a casa tre punti, come se fossero piovuti dal cielo. Non ci siamo, ritengo che alla fine degli oltre novantasei minuti della gara, ogni tifoso nerazzurro, e amante in maniera incondizionata di questa squadra, abbia esternato il proprio disappunto. Non si può essere belli per oltre sessanta minuti e non concretizzare tutta la mole di gioco creata, non dobbiamo essere vanesi e specchiarci con l’esternazione: ma come siamo belli, ma come giochiamo bene, ma che belle aperture che facciamo, che bel gioco di squadra e poi alla fine tornare a casa con le pive nel sacco. Questo è un mio pensiero, manca quell’essere cinici che non ti fa incorrere in errori che poi mettono tutto in discussione, le grandi squadre quando giocano in maniera speculare, la minima occasione non la sprecano, anche perché in campo non si è soli c’è l’altra squadra e anche l’arbitro. Vabbè del direttore di gara non ne voglio parlare, sarebbe troppo semplice scaricare su di lui ogni responsabilità della sconfitta, ma ritengo altresì che è stato davvero cervellotico il suo comportamento, accompagnato da quelle regole farlocche che vogliono dare una parvenza di legalità a questo gioco, il cui pallone si sta più sgonfiando di credibilità. Ci sono due episodi chiave che hanno fatto propendere l’ago della bilancia a favore dei romani. Il primo riguarda il rigore concesso ai biancocelesti, certo il fallo di mano è stato evidente, ma sfido chiunque che ha delle minime nozioni di fisica e di atletica a saltare con le braccia allineate lungo il corpo; si devono riguardare certe regole, il var dovrebbe chiaramente visionare le immagini e valutare se il difendente aumenta volutamente, con le braccia, il proprio volume in area, altrimenti se ne fischieranno a iosa di questi rigori (ad altri non a noi): vabbè lasciamo perdere. Ribadisco queste sono esternazioni personali, di uno sportivo che ama, nonostante tutto, questo sport. Secondo caso, io concordo sul fatto che i laziali non sono tenuti a buttare in fallo laterale la palla se un avversario è a terra, certo in talune condizioni s’approfitta del vantaggio dell’uomo in più, cercando di concludere l’azione. Mi viene da ridere l’esternazione di Sarri in conferenza stampa, lui che si ritiene un uomo navigato, che dalla sua sì avvale dell’esperienza britannica, come fa a dire che la palla la dovevano buttar via i nerazzurri invece hanno continuato con il tiro di Lautaro. Chiedo venia all’illustre stratega e saccente della materia pallonara, ma come faceva Lautaro a buttar via la palla se il fatto è avvenuto alle sue spalle, e poi quel contrasto, direi molto duro, di Leiva su Dimarco al novanta per cento dei casi l’arbitro interviene fischiando, un sacrosanto fallo. Purtroppo in questi casi la sportività, non si acquista al supermercato sotto casa, deve essere innata di chi professa ogni sport, ed esternare simili dichiarazioni non fanno altro che accrescere l’opinione che si ha di questo tecnico, avrei voluto vedere se a parti invertite non avrebbe fatto fuoco e fiamme in sala stampa, gridando all’attentato di lesa maestà, caro Sarri piedi ben saldati in terra, non sei il Messia che sa tutto di tutto, ci vuole un po’ più di umiltà che in casi come questi non guasta. Poi ritengo che taluni giocatori, sui quai non si può gettare la croce addosso per aver continuato l’azione, ma fermare il gioco era una forma di coesione con la professione che si esercita. Lo spettacolo che ne è seguito è stato davvero deplorevole, di quelli che non si devono vedere sui campi di calcio, con il nervosismo che era salito sin in cima ad ogni capello, ma questo è stato la mera conseguenza che non deve essere giustificata, anzi deve essere censurata. Le sconfitte devono essere accettate con serenità, quando l’avversario si dimostra più forte di te, ma non più scaltro, in quel caso subentra uno sconforto senza uguale per quello che si poteva fare invece non si è riusciti. Bisogna tener presente quello che si è prodotto nei precedenti sessanta minuti, facendo tesoro che le occasioni vanno sfruttate al meglio senza poi dover recriminare. Mi tengo la prestazione anche se a bocce ferme avrei voluto senza ombra di dubbio i tre punti, ma come si dice in questi casi solo chi cade può rialzarsi e risalire, tenendo presente però che gli errori vanno metabolizzati cercando di non ripeterli. Ora testa e cuore alla gara importantissima di Champions, affronteremo la sorprendente compagine moldava che comanda la graduatoria del girone, certo non dobbiamo commettere errori sapendo che questa squadra fa del contropiede quell’arma in più, puntando tutto su una difesa diciamo quasi impenetrabile, ne sanno qualcosa Shakhtar prima e Real Madrid poi. Se vogliamo dare un senso al nostro cammino europeo, tutto passa dagli incontri con i moldavi che ti posso proiettare in paradiso, con la consapevolezza che in caso contrario l’inferno è dietro l’angolo. Ma meglio non pensarci ora, bisogna gettare il cuore oltre l’ostacolo con la certezza che se giochiamo come sappiamo, non c’è avversario che ci può impensierire (Real Madrid nella prima gara docet), noi ci saremo e crediamo in voi: forza ragazzi!  …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.