Una vittoria… cinica!
A bocce ferme possiamo trarre le dovute riflessioni: una partita in meno con lo stesso distacco dalla seconda, in fin dei conti questo ci ha detto la conclusione della settima giornata di ritorno del massimo campionato. Sicuramente i detrattori nerazzurri staranno storcendo il naso per il gioco espresso dalla squadra stasera, questo è innegabile però mi vengono in mente campionati, che si sono vinti nei precedenti anni, in cui si vinceva la maggior parte delle partite per un solo e unico goal e poi difesa impenetrabile e il risulto in cassaforte. Ora che in questa gara l’Inter ha espresso una qualità impagabile nell’asse difensivo, tutti a gridare allo scandalo. E poi ritengo che giocare contro l’Atalanta al momento attuale non è facile per nessuno, ne sanno qualcosa i cugini che hanno preso ben tre pere in casa loro. Credo che comunque vincere queste gare, seppur in sofferenza direi quasi in apnea, ti dà un’autostima infinita anche perché si è vista ancor più cementata una coesione di squadra mai vista sinora, nella sofferenza ci si da una mano tutti insieme. Però analizzando l’immensa gara difensiva dei ragazzi, voglio porre un’attenzione specifica sulla preparazione che Gasperini ha fatto in questa gara. I professoroni e commentatori sportivi hanno posto l’accento sulla gara difensiva dei ragazzi, questo è vero ed è alquanto innegabile, però non tutti hanno menzionato il sacrificio di Lautaro specie nel secondo tempo, ma ancor di più delle occasioni nitide che ha avuto il nostro armadio di ebano che ha perso, per ben due volte, il passo decisivo per andare in rete. Questo è accaduto per il semplice motivo che è stata adottata una marcatura speciale su Lukaku, direi asfissiante e tal volta raddoppiata, nella quale è stato proibitivo fare molto di più. Tal volta sono queste le gare che, portate a casa, danno la consapevolezza di un qualcosa che si può avverare, perché vincere una partita diciamo sporca, contro un avversario di grandissimo spessore, ti rende più forti e consapevoli di ciò che si potrebbe fare in futuro. Sono contento che l’abnegazione della squadra verso la vittoria abbia rafforzato quella cinicità difensiva che molto spesso è mancata agli attaccanti, ecco perché sugli scudi vanno in primis tutto il reparto difensivo, nel quale primeggia Handanovic autore di un paio di belle parate e poi Skriniar per l’essersi trovato pronto al momento giusto e al posto giusto. Mi rendo conto che magari il pari sarebbe stato un risultato ugualmente accettabile, questo è fuori discussione, io non sono un becero tifoso che non guarda quella che è la realtà, per questo da sportivo/tifoso, dico che alla fine la gara ha prodotto questo risultato e deve essere accettato, io né sono felicissimo, altri credo non lo saranno. Per il resto tutta la squadra ha fatto una partita di grandissimo sacrificio, concedendo pochissimo alla Dea. La serata di un lunedì sera ha determinato la consapevolezza che agli orobici sono state cancellate ogni tipo di velleità di rientrare nella corsa scudetto, e alle inseguitrici che dovranno ancora sudare le così dette sette camicie e forse più, per sperare di riagguantarci. Siamo noi gli artefici del nostro destino, allo stato attuale non credo che le squadre che ci seguono riusciranno a farcelo cambiare, a meno che subentri qualche agente esterno, ma a questo non voglio pensarci sarebbe davvero deleterio se ciò si verificasse. L’Inter ha sempre vinto dando battaglia, lottando sempre uniti contro tutti e contro tutto, com’è sempre stato e come credo ancora sarà. Ultima annotazione, in questa gara vi è una dedicata speciale per i 113 anni della fondazione, in quel lontano 9 marzo del 1908, in un ristorante mitico di Milano, “l’Orologio” ci furono le premesse e si gettarono le fondamenta per un progetto ambizioso, si unirono dissidenti rossoneri e formarono quella che è allo stato attuale l’unica società di calcio della massima serie, che può fregiarsi di un palmares invidiabile, ma ancor di più di essere l’unica squadra in Italia ad aver disputato tutti i campionati di massima serie e di aver vinto 5 trofei in un solo anno calcistico con un triplete, che fa togliere il sonno a tantissime altre squadre. L’Inter unico amore incondizionato, voglio chiudere con una frase del mitico Giacinto Facchetti, a cui il nostro club è dedicato: “ci sono giorni in cui essere interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore.” …Amala!!!!